Martedì passò velocemente, praticamente non incontrai nessuno a casa e a scuola non successe niente.
Mercoledì filò liscio come l'olio, tranne quando a scuola una ragazza mi fece lo sgambetto e io, abituata, feci una ruota e mi rimisi in piedi.
Giovedì, come al solito, fu veloce e venerdì era già passato prima che me ne accorgessi.
Passai sabato a fare i compiti e domenica la passai a esercitarmi sulla mia esibizione, nonostante sapevo che sarei riuscita a farla perfetta, mi veniva paura al pensiero che per Viktor non fosse abbastanza.
Che per nessuno fosse abbastanza e che io rimanessi per sempre solo la sorella di Yuri Katsuki e non chi ero. Per me era sempre stato un tasto dolente essere la sorella di Yuu, lui era stato il motivo per cui ho iniziato la mia nuova vita in Giappone, lui è stato il motivo per cui mi sono avvicinata al pattinaggio e allontanata dalla danza classica, ma senza mai lasciarla, lui era stato il mio idolo ed era anche stato il mio più grande ostacolo.
Iero sempre nella sua ombra, le persone non mi etichettavano come "Quella che ha vinto il GPJ femminile" ma come "La sorellina di Yuri Katsuki".
Tutto ciò mi ha fatto sempre sentire triste e per molto tempo ho pensato di lasciare il pattinaggio, dato che se anche mi esercitavo ed ero la migliore, ero sempre la sorellina di Yuri, anche la mia famiglia che mi suppprtava sempre, preferiva guardare Yuri perdere e poi tirargli su il morale, più che guardare me vincere ed essere felici con me.
Mi ero persa nei miei pensieri e quando riemersi caddi sul ghiaccio, rotolai un po' e poi sbattei forte la schiena contro il margine. Non urlai feci solo un suono addolorato, ma Yuu e Viktor si precipitano vicino a me come due schegge, ma il più veloce e preoccupato era Yuri che fu il primo a chiedere -Stai bene?-
Il suo volto era teso e molto preoccupato, vederlo così mi provocò qualcosa dentro di me e mi si spezzò il cuore, nascosi quei sentimenti e mi alzai. Avevo il fiato pesante, il cuore mi martellava nel petto e la schiena mi faceva male.
Senza dire niente uscii dalla pista, mi tolsi i pattini e tornai a casa.
Recuparai la mia borsa dei vestiti per danza e Loki, intuendo che ero di cattivo umore, non mi si avvicinò molto, ma mi seguì da Minako a prendere le chiavi della sua scuola di danza e poi nella "classe". Mi ero resa ridicola davanti a Viktor, Yuri e Yuu, ero così stupida. Stavo eseguendo un triplo Lutz, poi, il primo triplo che ho imparato a fare e il più facile per me.
Scacciai via tutte le mie emozioni e iniziai a riscaldarmi, poi mi misi in tenuta da ballerina e iniziai a eseguire la danza del cigno nero del Lago dei Cigni.
Mentre la esibivo, mi veniva sempre da pensare al fatto che mia madre avrebbe potuto essere la prima ballerina, ma Lilia Baranovskaya era stata più brava di lei e mia madre era diventata il cigno nero.
Mi ricordo la prima volta che vidi un video in cui la esibiva, amavo molto mia madre e poterla vedere in tutta la sua bellezza quando esibiva il cigno nero, mi fece capire quanto fosse bella la danza e l'arte, ma soprattutto mi fece capire che anche io avrei potuto essere come lei, bella e quasi perfetta.
Dico quasi, perché sennò non sarebbe stata umana e non avrebbe avuto sentimenti, mentre invece mi amava tanto, sia lei sia mio padre, ma ormai erano morti. Le lacrime iniziarono a pizzicarmi gli occhi, ma non le lesciai uscire, piangere non li avrebbe di certo riportati indietro.
Danzai per un paio d'ore, poi fui stanca, mi cambiai, portai le chiavi a Minako e tornai a casa.
Mentre aspettavo che la cena fosse pronta mi beavo del calore dell'acqua delle terme. A quell'ora le terme erano chiuse, era sera ed era domenica, quindi avevo tutta la vasca per me. Mi immersi totalmente nell'acqua e lasciai uscire l'aria, quando riemersi e l'aria fredda mi colpì il viso, mi sentii di nuovo bene, come se l'errore commesso quel giorno, non l'avessi mai fatto.
Tenevo i capelli bagnati fermi con una pinza e avevo già addosso il mio pigiama.
Quando andai a mangiare ero contenta, ma bastò sentire ciò che stavano dicendo in TV per togliermi il sorriso. A tavola eravamo: io, Viktor, Yuri, Yuu, la mamma e papà; in televisione c'era un documentario o qualcosa di simile su cosa fare quando si è incinta.
Io incazzata dissi -Qualcuno può toglierlo, tanto qui nessuno di noi può rimanere incinta- Viktor mi guardò stranito e io incazzata al quadrato corsi di nuovo in camera mia e poi uscii dalla finestra dopo essermi cambiata.
Loki mi seguì e ne fui felicissima, mi guardò pattinare e quando tornammo a casa e io passai di nuovo dalla finestra, lui venne a trovarmi, ma non era l'unico. In camera mia c'erano Viktor, Yuu e Yuri che mi aspettavano.
(sorry, lo so che è corto, ma il prossimo capitolo, il 4, sarà più bello)
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[Yuri Plisetski X Reader] Solo Per Te
FanficUn pattinatore russo, una ragazza italiana che vive in Giappone e un gatto nero, sono solo l'inizio di questa storia d'amore che ha Te come protagonista. [Storia sotto editing. Unpubblico i capitoli e li ripubblico circa una decina di minuti dopo...