Non affondi, ti tengo io

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Capitolo 8

«ei Sara, ciao» la salutò Gabriele avvicinandosi a lei

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«ei Sara, ciao» la salutò Gabriele avvicinandosi a lei.

Niccolò aveva passato almeno un ora buona vicino a Sara, aveva provato in tutti modi ad avere un minimo approccio, ed un po' avevano anche parlato, ma Sara non si era lasciata andare più di tanto.
Gebriele aveva continuato a guardarli da lontano, nonostante Adriano gli avesse chiesto più volte di lasciar perdere.
Niccolò alla fine entrò in acqua per il caldo bestiale che c'era, e cocco non ci pensò due volte ad avvicinarsi a Sara.

«sono Gabriele, della festa, ricordi di me?» le chiese poi sperando in una risposta positiva.

Sara lo guardava un po' stranita, notò solo che era il ragazzo che aveva dato il calcio a Niccolò, del resto non ricordava nulla quasi.

«si, più o meno» rispose timidamente.

«ti va se ti faccio un po' di compagnia? Mi spiace lasciarti qui da sola»

La bionda annuì, ma prima di sedersi mise velocemente un copricostume che teneva in borsa.
Ormai non sarebbe entrata in acqua, e davanti a tutti quei ragazzi si sentiva in soggezione.
Gabriele invece, pensava che con Niccolò si sentisse a suo agio, mentre da lui voleva solo nascondersi.
Provò a scacciare questo pensieri e ad aprire argomenti quindi.
Sara parlava poco, per lo più sorrideva e dava risposte secche, non credeva di dirlo mai, ma le battute inutili e fastidiose di Niccolò iniziavano a mancarle.
Intanto Niccolò era uscito dall'acqua, e si era diretto verso Adriano vedendo Gabriele e Sara vicini.

«vicino a lei? Ancora?» chiese il moro al suo amico.

«senti nì avevate detto di non aprire più questo argomento, può fare quello che vuole, non so fatti miei» rispose Adriano sbuffando.

«cassio ma da che parte stai? Eh?»

«sembra avere intenzioni serie, quando te la sarai scopata poi che fai? Deve restare single a vita questa povera ragazza? Lasciala perdere»

Niccolò lo fulminò con lo sguardo e decise di andarsene per conto suo sugli scogli, infondo Adriano aveva ragione, ma di certo non avrebbe mai rinunciato all'attrazione che provava per Sara solo per far un piacere a Gabriele.
Era davvero un pessimo amico, per piacere personale avrebbe fatto soffrire i suoi amici e tante volte si odiava proprio per questo.
D'altra parte, tra Gabriele e Sara le cose non stavano andando poi così bene.
Lui che cercava di parlare, lei che aspettava impaziente che qualche suo parente la venisse a chiamare per fare qualsiasi attività.

«se non ti spiace vado a prendere qualcosa al bar» disse lei alzandosi.

Gabriele annuì silenzioso, intuiva che forse le cose non erano andate nel migliore dei modi.
Sara in realtà doveva andare da tutt'altra parte, al bar ci era già passata prima per prendere un thè, non aveva bisogno di riandarci.
Si avvicinò agli scogli pian piano, ci giocava sempre con le sue amiche quando era piccolina.
Subito dopo si beccava diverse sgridate da suo padre, diceva che la scogliera era pericolosa, che lei era troppo piccola..
Si Poggiò ad uno dei tanti scogli, tenendo i piedi a penzoloni in prossimità dell'acqua.
Aveva tolto il copricostume, stava davvero morendo di caldo in quel momento.
Niccolò, che stava lanciando nervosamente dei sassolini in acqua, si accorse della presenza di Sara a venti metri circa da lei.
Si alzò e la raggiunse, chiamandola poi da dietro.

«oh, ciao» disse lei girandosi leggermente verso Niccolò.

Dato che lui era in piedi, decise di alzarsi anche lei.
Prima una gamba, poi l'altra, ma poggiando male un piede sullo scoglio, perse totalmente l'equilibrio.
Forse non doveva mettersi così tanto sul bordo, perché per poco non cadde nell'acqua profonda.
Per poco, perché Niccolò fece più in fretta possibile per afferrarle il braccio.
Non servì a molto però, dato che qualche secondo dopo i due si ritrovarono entrambi sott'acqua.
Lui ci stava perfettamente, sapeva nuotare ad occhi aperti e senza tappare il naso, al contrario di Sara.
Iniziò ad agitarsi e a bere così tanta acqua salata che le bruciavano da morire gli occhi, e l'aria iniziava a mancarle.
Forse la sensazione del nulla sotto di lei era la cosa che più la spaventava, la paura che se forse non ci fosse stato Niccolò sarebbe scesa fino in fondo.
Proprio lui la prese di peso e si aggrappò ad uno scoglio più basso per farla calmare.

«Sara, Sara calmati, adesso torniamo su, non affondi, ti tengo io» le disse spostandole alcuni capelli bagnati dal viso.

Forse in un altro contesto si sarebbe imbarazzata per le sue gambe intorno al bacino di Niccolò e i loro petti schiaccicati, ma continuare a respirare in quel momento le parve molto più importante.
Il moro salì lentamente sullo scoglio più grande ancora con Sara in braccio, e si allontanò di gran lunga dalla sporgenza verso il mare.
Sara continuava a tossire e cacciare acqua, mentre aprendo i suoi occhi si poteva vedere che erano rossi per l'acqua salata.

«ehi basta, non sei più in acqua, calma» provò a dirle Niccolò poggiando una mano sul suo viso.

Poteva essere stronzo a livelli agonistici, quel tipo di ragazzo che pensava a guardare solo le sue spalle, ma in quel momento aveva avuto davvero paura che potesse caderle dalle braccia e farsi male.
Continuò ad accarezzare delicatamente la sua guancia umida per l'acqua, fino a che Sara fece una smorfia di dolore.
Abbassarono entrambi la testa e notarono il taglio sul fianco destro di lei, da dove stava iniziando ad uscire sangue.

«cazzo guarda qui..» imprecò lui guardando la ferita provocata da uno scoglio.

Fortunatamente non era profonda, ma si affrettò a prendere la sua asciugamano per bloccare il sangue.
Mentre Niccolò cercava di tamponare la ferita con quella misera asciugamano, Sara notò anche un graffio sul petto di lui.

«hai male qui» le disse cercando di riprendersi dall'accaduto, aveva ancora gli occhi che le bruciavano e il fiatone.

Niccolò scosse la testa disinteressato e aspettò che la ferita sul fianco di Sara si sanasse un minimo, era davvero un bel taglio.
Passarono diversi minuti così, a cercare di riprendere fiato e calmarsi, erano passati da una giornata tranquillissima a cadere dagli scogli.

«tutto bene?» le chiese Niccolò guardandola negli occhi.

Sara annuì lentamente, ma lui alzò un sopracciglio guardandole le labbra.
Ci passò il pollice sopra e notò il sangue che c'era, si era spaccata anche il labbro per quella bravata.

«grazie..» sussurrò lei prendendogli la mano, probabilmente se non ci fosse stato lui a quest'ora sarebbe successo chissà cosa.

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