Andrà tutto bene

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Capitolo 64

Niccolò stringeva con forza il volante dell'auto cercando di non distogliere lo sguardo dalla strada

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Niccolò stringeva con forza il volante dell'auto cercando di non distogliere lo sguardo dalla strada.
Voleva togliersi sul dubbio una volta e per tutte, non riusciva a credere che Sara avesse un ritardo di venti giorni o anche di più.
Non aveva timore per lui, la sua vita ormai era già andata a rotoli, ma quella di Sara no.
Avrebbe dovuto finire l'università, trovarsi il lavoro che voleva e un bambino a diciotto anni appena compiuti era l'ultima cosa utile al momento.
Prima di entrare in farmacia si passò una mano sul viso e sospirò, stava per fare un passo più lungo della gamba.

«buonasera, cosa le serve?» le chiese la ragazza dall'altra parte del bancone.

«un..un test di gravidanza» balbettò lui grattandosi la nuca.

Lei sorrise e ne prese uno dall'altra parte del bancone, l'avrebbe notato chiunque che era nel panico più totale.
Pagò e guidò verso casa più veloce che poteva, sperava solo che Sara non fosse sveglia.
Bisticciò perfino per qualche minuto con la serratura di casa, aveva più ansia in quel momento che nel salire su un aereo.
Poggiò il test sulla tavola e corse in camera, cacciando un sospiro di sollievo quando la vide ancora addormentata al suo posto del letto.
Si avvicinò ed iniziò ad accarezzarle il viso, poi le lasciò diversi baci sulle labbra.
Lei tastò il materasso con la mano fino a trovare quella di Niccolò, la strinse forte senza però accennare alcun risveglio.
Lui quindi sorrise Intenerito e tornò in cucina, se proprio voleva dormire allora aveva il tempo per fare una chiamata ad Adriano, forse sarebbe riuscito a calmarsi.

«ehi nì, allora?»

«non lo so adri, sta dormendo ancora..» disse il moro sospirando.

«te come pensi che la prenda?»

«mi credi? Non lo so proprio.
Quando è tornata dall'aborto di Andrea è rimasta sotto shock per un po' di giorni, quindi non immagino se dovesse farlo lei.
Però allo stesso tempo credo che lo accetterebbe contro voglia, insomma.. ha diciotto anni appena, non credo che un figlio era esattamente nei piani»

«vabbè nic tu fagli fare prima questo test, magari ha solo un ritardo per.. non lo so, ogni tanto vanessa mi dice che a lei ritarda e basta ma non per una gravidanza.»

«provo a crederci, ma bho..
È tanto strana, mi sta molto più attaccata del solito.»

«tu lo vorresti questo bambino?»

Sapeva che prima o poi qualcuno gli avrebbe fatto questa domanda, ma ci aveva già ragionato in macchina a lungo.

«adrià non le avrei mai chiesto un figlio ora come ora, è colpa mia se ci troviamo in questa situazione e lasciarla da sola così non mi salta nemmeno in mente»

«che situazione?»

Una voce assonnata rimbombò nel bel mezzo del salone tutto ad un tratto, prontando Niccolò a girarsi nella sua direzione.
Il ragazzo avvisò il suo amico che l'avrebbe chiamato successivamente e ripose il cellulare in tasca, non pensava di aver alzato così tanto la voce da averla svegliata.

«ti ho svegliata io?» le chiese accarezzandogli una guancia.

Sara si godè ad occhi socchiusi quelle carezze, anche se l'avesse svegliata lui non ci sarebbe stato alcun problema.

«no, avevo.. Mi faceva male sotto la pancia, ecco.» disse lei mordicchiandosi il labbro inferiore, aveva sempre un po' di vergogna a parlare di questi argomenti con lui.

«fa niente, vieni»

Si sedette sul divano e successivamente lei sulle sue gambe, doveva trovare un modo per dirglielo senza che la facesse rimanere male.
Se era davvero incinta sapeva che la gravidanza portava a vedere tutto più amplificato, comprese le emozioni e ciò che provava.

«ti volevo parlare di una cosa..» iniziò lui ricevendo solo un cenno con la testa in risposta.

«vorrei che però non ti allarmarsi, non servirebbe a niente.
In questo periodo vedo che stai male, anche se mi dici che non hai niente, non sono cieco.
Prima ho chiamato i ragazzi per sapere cosa ne pensassero e.. cioè abbiamo ipotizzato una cosa» spiegò tenendo lo sguardo basso.

«cosa?»

«magari non te ne sei nemmeno a corta, però ho visto sul tuo telefono e hai un ritardo di venti giorni o più»

Sara rimase a guardarlo con la bocca mezza aparta e gli occhi spalancati, non ci aveva minimamente pensato quando perfino Niccolò ci era arrivato dopo un po'.

«no ehi non piangere, non è niente» la rassicurò vedendo i suoi occhi riempirsi di lacrime, con gli ormoni sballati qualsiasi tentativo di dirglielo delicatamente non sarebbe servito a molto.

«non so cosa dire..» sussurò nascondendo il viso sul petto di Niccolò.

«tranquilla, però se vuoi vorrei togliermi il dubbio, sono andato prima in farmacia»

Sara si avvicinò al bagno fissando quel test che aveva tra le mani, non aveva ancora spiccicato parola e forse non l'avrebbe fatto per tutto il tempo.
Niccolò le chiuse la porta e aspettò fuori con l'ansia a mille, continuava a guardare l'orario come se dovesse prendere un medicinale.
Dopo dieci minuti buoni udì un oggetto cadere sul pavimento e un pianto, non sapeva se fosse andato bene o male.

«amore posso entrare?» le chiese premurosamente bussando alla porta.

Sentì un breve dall'altra parte e aprì lentamente la porta, ritrovandola con le gambe strette al petto e la testa nascosta su di esse.
Per terra c'era il test girato, così si abbassò reggendosi sulle gambe per vederlo.

Positivo da due settimane.

Vennero gli occhi lucidi anche a lui, rimase così imbambolato davanti a quel test che quasi si scordò della presenza di Sara.
Le prese il viso tra le mani e la baciò, non avrebbe saputo fare altrimenti.
Quando l'abbracciò lasciò che si sfogasse liberamente tra le sue braccia, poteva solo immaginare come stava.

«andrà tutto bene..» le sussurrò all'orecchio, sperava davvero che sarebbe andato tutto bene.

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