Tutti i posti del mondo

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Capitolo 42

«capisci adesso? Io non la voglio questa responsabilità, no

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«capisci adesso? Io non la voglio questa responsabilità, no..»

Erano ormai mesi che il padre di Niccolò aveva scoperto della sua grave malattia terminale.
Gli unici a saperlo erano sua moglie e sua figlia, Niccolò era ancora incosciente di tutto.
Di certo non poteva lasciare tutta la sua eredità ad aurora che aveva solo quindici anni, Niccolò doveva prendersi le sue responsabilità.
Avrebbe preso lui il suo posto, lui sarebbe diventato il capo dell'intero studio e ogni impegno sarebbe diventato automaticamente il suo.
Non gli importava della sua giovane età, non gli importava del fatto che avesse una vita davanti, gli importava solo del suo lavoro.
Non avrebbe mai potuto rifiutare, lui dipendeva da suo padre anche non volendo, neanche avrebbe avuto un posto dove stare senza e di certo da sua madre non ci sarebbe mai tornato.
Gli era caduto tutto addosso in un solo secondo, avrebbe preferito nascere da una famiglia in banca rotta piuttosto che nella sua.

«sta scherzando spero, si rende conto della responsabilità che ti ha appena lasciato? Mi hai detto che tuo padre ha diversi fratelli, perché allora non lascia a loro lo studio?» chiese Sara ancora scossa dalla notizia, non avrebbe mai immaginato che quell'uomo potesse essere così spregevole per un ragazzo di nemmeno vent'anni.

«loro non possono, ma io devo per forza.
Non so se ce la faccio, io non voglio fare questo lavoro di merda nella mia vita, a che scopo poi?
Stare una giornata intera in un ufficio del cazzo undici mesi su dodici, tornare a casa senza neanche la voglia di mangiare e soprattutto senza stare con te?
Non capisce mai un cazzo, pensa solo a lui.
Capisco che non ha mai saputo cosa fosse amare una donna e tanto meno i suoi figli, ma io non sono come lui»

Sara non potè fare a meno che poggiare la labbra sulla sua fronte ed abbracciarlo più forte, non avrebbe mai immaginato che Niccolò stesse male per questo.

«tu non sei come lui e non lo sarai, non sarà un lavoro a cambiare il tuo futuro o tanto meno la tua persona.
Quando tutto sarà tuo deciderai tu quando stare in ufficio e le persone che lavoreranno con te.
Lo so che è una responsabilità enorme e non sono io a dirti di andarci, fai solo ciò che ti senti, pensa a te e non agli altri»

Lui le lasciò un ultimo bacio sulle labbra, sapeva sempre come calmarlo e consigliarlo, era lui a non sapere come avrebbe fatto senza di lei e non viceversa.
Sara si alzò e gli disse di andare a fare una doccia per far sbollire la rabbia, lei gli avrebbe cucinato tutto quello che voleva.
Niccolò quindi acconsentì alla sua proposta, ancora con le lacrime agli occhi si diresse in bagno ed iniziò a svestirsi lentamente, come se ormai nulla più avesse un senso.
Cacciò un sospiro solo quando sentì l'acqua calda della doccia scorrere sul suo corpo, portando via anche tutta la rabbia che pian piano si era impossessata di lui.
Pensò tanto in quel momento, doveva pensare a cosa fare e se accettare la proposta di suo padre.
Certo, non era la vita che desiderava e aveva considerato ormai tutte le parti negative della situazione, ma doveva provare a pensare a quelle positive.
L'unica parte positiva della sua vita sarebbe sempre rimasta lei, la sua Sara, se era una persona accettabile ora era solo grazie a quella ragazza così bella e buona d'animo.
Come avrebbe fatto a darle un futuro sicuro senza neanche un lavoro?
Lei gli aveva accennato tante volte che avrebbe continuato gli studi, ma lui che avrebbe fatto?
Magari avrebbe trovato un ragazzo migliore, studioso e con un bel lavoro..
Ma no, Sara non lo farebbe mai..
Già, Sara non l'avrebbe mai lasciato per qualsiasi ragazzo con più soldi di lui o con qualsiasi altra qualità migliore, non se lo sarebbe neanche sognato.
Nonostante questo, Niccolò voleva farlo per lei, voleva farle visitare tutti i posti del mondo che desiderava, voleva andarsene da quell'appartamento e farle scegliere una casa tutta per loro..
Avrebbe accettato la proposta di suo padre solo per questo, solo per la sua infinita bambina che gli migliorava le giornate, non per altro.
Uscì dalla doccia e si asciugò velocemente, per poi legarsi un asciugamano in vita e raggiungere la cucina.
Sara aveva appena preso la pentola dal mobile, così Niccolò approfittò per abbracciarla da dietro.

«ehi, non ti ho sentito» disse la ragazza voltando di poco il capo.

Gli lasciò un bacio sulla guancia e poi alzò gli occhi, notando che aveva tutti i capelli bagnati.

«vieni di là prima di bagnare mezza cucina con questi capelli»

Raggiunsero entrambi il bagno, Niccolò poggiò le mani sui suoi fianchi per farla sedere sul mobiletto basso, infine le passò il phon.
Lei annodò le gambe attorno al suo bacino per avvicinarlo mentre gli asciugava i capelli, lasciandogli di tanto in tanto qualche occhiata.
Niccolò non aveva chissà alcun fisico da palestrato, non era uno di quei ragazzi fissati con lo sport che si vietavano anche di mangiare un secondo piatto di pasta, ma a lei andava bene così.

«sai a cosa stavo pensando?» gli chiese lui attirando lo sguardo di Sara sul suo viso.

«no, non ci sono ancora dentro questa bella testolina, dimmelo tu»

«in due mesi, se non di più, di relazione non siamo mai usciti solo io e te»

«ma a me non interessa un appuntamento, mi va bene anche stare qui, davvero non serve»

«io però voglio uscire, come la mettiamo?»

La bionda sospirò e annuì, per poi lasciargli un piccolo bacio a stampo sul nasino.
Continuò per altri dieci minuti ad asciugare per bene i capelli del suo ragazzo, poi finalmente posò l'asciugacapelli nel cassetto.

«grazie bimba» le disse lui stampandogli un bacio sulle labbra.

Sara in risposta sbuffò divertita e cercò di trattenere un sorriso, era adorabile vederla incazzata per quel nomignolo.

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