Addio al nubilato

2.6K 122 85
                                    

Capitolo 77

Dicembre, sette mesi dopo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Dicembre, sette mesi dopo.

«tesoro, fattelo dire, hai scelto il peggior addio al nubilato di tutti i tempi»

«dai Andrè fa niente, lo sai che non mi piacciono i locali»

La discussione di Andrea e Vanessa venne interrotta dalla porta, la quale si spalancò di botto mostrando Sara in pieno ritardo.
Due mesi prima della laurea di Sara, Adriano aveva chiesto a Vanessa di sposarlo, il giorno dopo ci sarebbe stata una cerimonia semplice, ma che ovviamente per i due sarebbe stata più che importante, anche perché sposarsi il giorno di Natale era uno dei sogni che avevano entrambi.
La sera prima, com'è ovvio che sia, gli sposi non possono stare insieme.
I miserabili avevano fatto una festa ad Adriano in uno dei soliti locali che frequentavano come addio al celibato, mentre Vanessa aveva deciso di rimanere a casa.
Non intendeva passare l'unica notte da neo-sposa ad ubriacarsi come se non ci fosse un domani, preferiva passarlo a casa con le sue amiche che avrebbero improvvisato una parrucchiera e una make-up artist.

«ho portato lo champagne per farmi perdonare» disse la bionda ancora col fiatone per aver corso le scale del palazzo di Vanessa.

«grazie a Dio Sarè, almeno questo!»

Andrea prese le due bottiglie e si diresse in cucina per prendere tre bicchieri in vetro, mentre invece Sarà si buttò a peso morto sul letto.

«per le tre devo stare a casa, altrimenti domani col cazzo che mi alzo presto, poi dovrei andare a prendere Niccolò, chissà che combinano stasera»

«già..» sussurrò Vanessa prendendo anche lei posto sul letto.

«ehi, stai tranquilla okay?
Ho detto a Niccolò che se fanno fare qualche cazzata ad Adriano, domani i tacchi del vestito al posto di metterli glieli rompo in testa»

Le due scoppiarono a ridere e guardarono Andrea avvicinarsi con tre calici pieni di champagne.

«allora, anche se siamo solo in tre, ci vuole un Brindisi!» prese parola la mora alzando il bicchiere.

«a Vanessa, una splendida amica, leale, buona, che sta ahimè per per sposarsi e diventare la moglie di sir Cassiolino.
Beh regà, che ve devo dì, qua mo se sposano tutti quanti, promettete di non abbandonarmi o vi butto il prosecco addosso!»

«tutti quanti?» chiese Sara inarcando un sopracciglio.

«beh, a me allora!» sviò il discorso Vanessa scalciando alla caviglia di Andrea, la quale si era fatta scappare un piccolo particolare della giornata successiva.

«oh si, già, a Vanessa!»

Le ragazze buttarono giù quei bicchieri come se fossero semplice acqua liscia, svuotando poi pian piano le due bottiglie.
Avevano parlato di tutto, si erano godute al massimo quella serata e Sara e Andrea avevano imparato anche a fare i bigodini per la sposa, la quale non poteva essere non perfetta per il giorno del suo matrimonio.
Mentre loro ridevano e scherzavano forse anche troppo, dato che lo champagne aveva fatto il suo corso, Niccolò se ne stava coi gomiti poggiati ad un bancone e una cannuccia tra i denti.

«dai nì, la finisci di stare in ansia?
Io mi sposo domani è so tranquillissimo, e non dì che è ansia da testimone, che stai a combinà?»lo richiamò Adriano mettendogli una mano sulla spalla.

Lui sospirò e mise una mano nella tasca della giacca, poi aprì una scatolina blu.
Guardava quell'anello da tre giorni ormai, da quando Gabriele l'aveva accompagnato in gioielleria a sceglierne uno.

«e tu davvero non mi dici niente fratè, ma stai fuori?» disse Adriano sorridendo.

«non lo so come va..»

«nì ma che stai a dì, secondo te non accetta?
Già quando glielo dicesti mesi fa di disse si»

«adri, è stata un improvvisata.
Si, io ero del tutto serio e se avessi avuto un anello probabilmente gliel'avrei fatta davvero quella proposta, ma l'ho presa anche alla sprovvista..»

«senti, piccolo ipocondriaco ansioso e paranoico, stai a sentire a cassiolino.
Quella ragazza è stata tre anni in America per studiare e, se non volesse sopportarti una vita intera, probabilmente ti avrebbe lasciato già prima di partire.
Non se ne frega un cazzo dei tuoi soldi e del tuo successo, si vergogna anche se posti una foto con lei perché non vuole farsi vedere, credi davvero che ti dica di no?»

Niccolò abbassò lo sguardo e scosse lievemente la testa, forse il suo amico aveva ragione..

«comunque fattela dì na cosa, non mi pentirò mai di averti chiesto quel giorno di Sara, il secondo giorno che arrivò, ormai non mi immagino più un Niccolò senza di lei»

«già, neanche io me la immagino la mia vita senza di lei»

«magari non solo con lei, ma con qualcun altro, mh?»

«che intendi?»

«daje nì, un bambino, no?»

Forse Adriano per quanto aveva bevuto nemmeno si ricordava il problema di Sara, ma Niccolò non diede peso più di tanto alle sue parole.

«magari adri, magari...» disse tra sé e sé mentre riponeva l'anello in tasca.

[...]

«Niccolò, vieni qua!» urlò Sara spazientita dalla stanza.

«stavo cercando di mettere sta cosa, che c'è?» disse lui presentandosi in camera con una cravatta tra le mani.

«non mi va nic, non si abbottona!»

Cercava in tutti i modi di abbottonare la cerniera del vestito, ma a momenti per quanta forza ci stava mettendo l'avrebbe anche rotta.
Niccolò si avvicinò e bloccò le sue mani, per poi tirare su la zip con tanta di quella facilità che Sara lo fulminò con lo sguardo.

«perché tu ci sei riuscito subito e io no!»

«forse perché stai in ansia come se dovessi sposarti tu? Mi hai svegliato alle cinque con l'appuntamento fuori la chiesa alle nove..» rispose lui lasciandole un bacio sulla spalla.

Lei si rigirò tra le sue braccia e gli lasciò un breve bacio a stampo sulle labbra, poi gli fece il nodo alla cravatta.
Lo guardò per qualche secondo e si rese conto di quanto stesse bene vestito come un pinguino, quello smoking, nonostante lo preferiva molto più semplice, gli stava davvero bene.

«con i tacchi riesci quasi ad essere alta quanto me, brava nana» la punzecchiò lui abbassando le mani più giù della sua schiena.

«tieni le mani a posto, devo ancora finire di prepararmi»

«altrimenti?»

Poggiò le mani sui suoi glutei facendole serrare la mascella, sapeva che anche con tutto l'autocontrollo non si sarebbe spostata.

«non dovevo tenere le mani a posto?» le sussurrò all'orecchio prendendole il lobo tra i denti.

Lei cacciò un sospiro e chiuse gli occhi quando sentì le sue labbra poggiarsi sul suo collo, aveva più controllo di quanto ne avesse lei in quel momento.
Lo allontanò di poco subito dopo, avrebbero fatto tardi e non era il momento adatto per perdersi in smancerie.

«gira i tacchi e inizia ad andare in macchina, ci metto cinque minuti»

«devo prendere prima una cosa, due minuti e scendo» disse vagamente lui portando lo sguardo sul comò grande della camera, nel quinto cassetto c'era l'anello e non poteva rischiare che lei lo vedesse.

Appena Sara lasciò la camera per sistemare il trucco in bagno, approfittò per afferrare il telefono e la scatolina, poi scese di fretta in macchina.
Quella giornata avrebbe cambiato una marea di cose e lui nemmeno se l'aspettava.

Sei bella come Roma Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora