Non ti fidi?

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Capitolo 10

«wow, per una volta il cojone si è comportato da essere vivente con un cuore nel petto» disse Andrea alzando gli occhi al cielo

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«wow, per una volta il cojone si è comportato da essere vivente con un cuore nel petto» disse Andrea alzando gli occhi al cielo.

«potevi evitare di fare la sdolcinata, sai?» aggiunse sedendosi al fianco di Sara.

«io.. Mi sono sentita in dovere di ringraziarlo bene almeno, sembrava tanto premuroso quando cercava di sanare la ferita e quando mi ha afferrata in acqua» spiegò la bionda mordicchiandosi il labbro.

«ecco, vedi, già hai cambiato idea su di lui»

«si però.. Non credo che mi avrebbe lasciata lì senza aiutarmi»

«non so dirtelo, ormai mi aspetto di tutto da uno come lui»

Sara sospirò e prese ad arricciare le punte di una ciocca di capelli.
Non ci avrebbe comunque creduto alle parole appena dette dalla sua amica, non poteva credere che ci fosse stata una possibilità di annegare con lui davanti, insomma anche una persona senza cuore l'avrebbe aiutata.
Però si limitò ad annuire e a prendere il suo cellulare, che aveva iniziato a squillare insistentemente da un numero sconosciuto.
Insieme alla chiamata c'era anche un messaggio però..
Passato il dolore al fianco, ci vediamo:)?
Solo Niccolò sapeva del taglio, quindi Sara sbarrò gli occhi all'istante, come faceva ad avere il suo numero?

«ehm, puoi aspettare qui? È una chiamata di papà e penso che voglia parlarmi di una cosa importante» chiese Sara ad Andrea, per poi correre in cucina e chiudere la porta.

«pronto?» disse al telefono non alzando troppo la voce.

«buonasera fiorellino, come stai?» chiese Niccolò senza trattenersi dal sorridere.

«come hai avuto il mio numero!?» chiese subito la ragazza senza fare troppi giri di parole.

«ehi ehi, non scaldarti, piuttosto, tutto bene?»

«rispondimi o ti blocco!»

«Sara, tutto bene lì dentro?» chiese Andrea avvicinandosi alla porta, aveva sentito il tono di voce della sua amica alzarsi, quindi voleva controllare se andasse tutto bene.

«ehm si papi, ieri mattina è andata bene in spiaggia» disse Sara fingendo di essere in chiamata con suo padre, mentre Niccolò se la rideva.

Andrea, vedendo che andava tutto bene, tornò quindi in camera.

«papi eh, se vuoi basta chiedere, non c'è bisogno di questi nomignoli» ironizzò il ragazzo con un sorrisetto in volto.

«pervertito di sto cazzo, c'era Andrea fuori la porta! Dimmi che vuoi, altrimenti attacco»

«stai già iniziando a nascondere una mia chiamata, quindi domani usciamo senza che lo dici a lei?»

«assolutamente no, te lo ripeto, cosa vuoi?» chiese la ragazza iniziando a scocciarsi.

«vederti, anche solo per parlare, però voglio vederti» rispose Niccolò sperando in una risposta positiva.

Sara sospirò e stette in silenzio per qualche secondo, si sentiva in debito con lui, magari vederlo solo una volta non le avrebbe fatto male, e lui l'avrebbe anche lasciata in pace.

«solo per vedermi e parlare.. Solo quello?» chiese tenendo un tono di voce basso.

«si, giuro»

«dammi un'ora, c'è ancora Andrea a casa..» si arrese infine lei sospirando.

[...]

Sara si stava guardando ormai da un po' di tempo allo specchio, indecisa sul cambiare qualcosa di sé stessa o meno.
Forse poteva anche metterlo un filo di trucco per essere più decente, ma poi si ricordò che Niccolò il giorno prima l'aveva vista nelle peggiori delle condizioni, e non aveva senso mettersi in tiro per qualcuno di insignificante ai suoi occhi.
Si diede un ultima sistemata e poi scese le scale del suo palazzo, niccolò era lì già da qualche minuto.
Appena vide la sua macchina, sospirò e fece per avvicinarsi, fortunatamente stava fissando il telefono.
Salì in macchina senza batter ciglio, non aveva la minima voglia di stare con lui, e sperava fino all'ultimo che volesse davvero solo parlarle e vederla.

«buonasera anche a te eh» la salutò Niccolò passandole una mano davanti al viso.

«ciao» rispose secca.

«senti, non farti seghe mentali, sono qui solamente perché così finirai di starmi dietro e perché mi sento in debito per quello che hai fatto oggi, fine della storia» si affrettò a dire Sara tenendo lo sguardo basso.

«va bene, come dici tu, dove vuoi andare?»

«in un luogo pubblico, da sola con te non ci sto»

«ehi, non ti fidi?»

«assolutamente no.»

«per la prima parte posso provvedere, per la seconda vedremo.»

Mise in moto la macchina e partirono, Sara si sentiva maledettamente a disagio in quel momento.
Poggiò il gomito sul finestrino e successivamente si resse la testa con la mano, non aveva alcuna voglia di stare con lui in quel momento, forse perché aveva timore delle sue intenzioni.
Dopo diversi minuti di macchina però, si ritrovò in un posto che aveva visto tante volte, ma solo per foto.

«eccoci al gianicolo, siamo solo io e te, ma tranquilla, è un luogo pubblico, solo che alle otto di sera e di domenica non c'è nessuno» le disse Niccolò incamminandosi verso le scale.

Sara lo seguiva e attendeva tanto di vedere tutta roma perfettamente, non ci era mai arrivata, nonostante fosse nata e cresciuta a Roma.
Quando finalmente riuscì a vedere la vista mozzafiato che c'era lì, schiuse le labbra guardando tutto con attenzione.

«non ci eri mai venuta?» chiese Niccolò, mentre la ragazza in risposta negò con la testa.

«felice di aver avverato la tua prima volta» continuò ridacchiando.

«seh, te piacerebbe» rispose la ragazza alzando gli occhi al cielo.

Niccolò alzò le mani in segno di resa, vederla arrabbiata era una delle cose più buffe da guardare.
Si sedettero entrambi su un muretto vicino, dove di certo non c'era pericolo di fare una caduta kilometrica, ma si vedeva anche bene il panorama.

«posso farti una domanda?» chiese Sara tenendo le gambe a penzoloni.

«certo, almeno non stai in silenzio tutto il tempo come al solito»

«perché ti ostini così tanto a starmi vicino?
Mettiamo caso che io ti dessi finalmente quello che vuoi, poi neanche mi guarderesti in faccia, che senso ha?
Io già non ho una vita perfetta di mio, non capisco che sfizio ci trovi»

Niccolò si soffermò un po' sulle parole di Sara, forse un po' tanto.
Se gliel avesse detto una qualunque ragazza probabilmente non avrebbe avuto la stessa reazione, il che lo rese ancora più confuso.

«e non dirmi che non hai quello come unico scopo, le riconosco le prese per il culo» aggiunse guardandolo dritto negli occhi.

Lui sospirò e si limitò a restare in silenzio, non sapeva neanche cosa rispondere.

«perché mi hai salvata, niccolò? Così da mettermi in debito con te?»

«Sara ma perché mi guardi come una persona che respira anche senza cuore nel petto? si cazzo, hai ragione, sono uno stronzo e sfogo il mio dolore su persone che nemmeno c'entrano, ma non ti avrei mai lasciata annegare così, perché ho anch'io dei sentimenti, difficile crederci ma è così.
Salvarti è stata forse l'unica cosa buona che ho fatto in questi anni» sbottò lui alzando il tono della voce.

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