Neanche un bacio mi hai dato

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Capitolo 38

L'intervento era finito da un paio d'ore, Andrea non si reggeva in piedi ed era uscita a pezzi da quella sala operatoria

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L'intervento era finito da un paio d'ore, Andrea non si reggeva in piedi ed era uscita a pezzi da quella sala operatoria.
Sara vedendola in quel modo chiamò sua madre per far sì che l'accompagnasse a casa, a stento riusciva a camminare.
Appena Sara e sua madre accompagnarono Andrea, la bionda chiese a Carla di andare da Niccolò, voleva vederlo.
Forse quell'operazione aveva colpito nel profondo anche lei, di certo non aveva perso un figlio in prima persona, ma si era sentita comunque molto male.
Entrò in casa di Niccolò col cuore in gola e appena riuscì a vedere la figura del suo ragazzo davanti a lei, si catapultò tra le sue braccia alla velocità della luce.
Piangeva, non sapeva neanche lei il perché, eppure un numero di lacrime che si poteva definire infinito continuava a cascare dai suoi occhi chiari.
Niccolò immaginava una reazione del genere dopo l'operazione di Andrea, era una ragazza molto emotiva e tendeva ad immaginare le situazioni anche in prima persona.

«va tutto bene piccola, non piangere» le disse il suo ragazzo stringendola forte.

Chiuse la porta dietro di sé e Sara si diede una spinta per farsi prendere tra le braccia, forse era immaturo e da bimbi, ma sentiva il bisogno di essere coccolata proprio come una bambina.
Niccolò di certo non si oppose, si allontanò dall'uscio della porta per sedersi sul divano con ancora la sua ragazza tra le braccia.
Le accarezzò i capelli, l'abbracciò forte, le continuava a ripetere che sarebbe andato tutto bene, le asciugava le lacrime..
Si, le stava davvero dando tutte le attenzioni di una bambina.

«mi dispiace, è che.. non lo so nemmeno io perché sto piangendo, è questo il punto» rispose la ragazza sospirando.

«non fa niente, sfogati se vuoi sfogarti, dimmi tutto quello che vuoi, sono qua e ti ascolto»

Per un momento Sara chiuse gli occhi, provando ad immaginarsi al posto della sua amica.
Provò a pensare ad una vita con i rimorsi di aver perso Niccolò e di aver ucciso un loro figlio, una vita senza di lui, senza queste due braccia grandi che la rassicuravano ogni volta che ne aveva bisogno.

«come farei senza di te..» disse la bionda quasi in un sussurro, forse lo disse solo perché lo stava pensando infondo, come farebbe senza di lui?

Niccolò si sentì una morsa al petto dopo quelle parole, non voleva che lei stesse male per un ipotetica rottura tra i due, lui nemmeno ci pensava.

«ascoltami, io non sono come quel cojone dell'ex di Andrea, non ti lascerei mai così e non solo riguardo ad una gravidanza, ma per qualsiasi ragione.
Non farti paranoie inutili, sono qui e non me ne vado, chiaro?»

Lei annuì frettolosamente e sospirò, poi entrambi si diressero in cucina.
Niccolò aveva appena finito una birra media ed era ancora sulla base della cucina.
La buttò e poi si avvicinò a Sara, che intanto lo guardavano in silenzio poggiata ad un mobile.

«neanche un bacio mi hai dato» si lamentò lui mettendo il broncio.

Ed ecco che lì tutti i problemi svanivano in un solo secondo, tutta l'ansia e le paranoie si volatilizzarono quando Sara vide quel faccino da bimbo innocente che aveva davanti.
Unì le loro labbra in un bacio perfetto, ogni tanto scordava quanto fosse bello scordarsi del mondo sfiorando solo le sue labbra.

«sai che ti amo, vero?» le chiese Niccolò guardandola fissa negli occhi.

«si, certo che lo so»

«tanto, tanto, tanto..»

Ad ogni parola lasciava un bacio sul viso della bionda, la quale non potè fare a meno di sorridere per ciò che stava facendo Niccolò.

«ecco, così va meglio» disse il ragazzo indicando le labbra curvate all'in su di lei.

Sara si ritrovò ancora una volta a pensare la stessa frase di pochi minuti fa, ma questa volta non lo disse.
Come farei senza di te.

[...]

«ciao cassiolì, come mai sei qua?» chiese Niccolò aprendo la porta al suo amico.

«te volevo parlà nic, Sara?»

«eh sta a dormì di là, so le due passate, sai com'è..»

Il ragazzo ridacchiò imbarazzato e poi si fece scortare dal suo amico verso il divano, cercando un filo logico per il discorso che stava per fargli

«non so come te lo devo dì, ma credo di aver perso la testa per una ragazza» confessò Adriano sospirando.

Niccolò era uno dei pochi miserabili ad avere una relazione stabile, e quelli che la avevano si potevano contare sulla dita di una mano.
Non sapeva a chi chiedere consiglio, fino ad ora anche lui non aveva mai avuto una ragazza, ma si era solo divertito per qualche sera.

«uh, cassiolino innamorato, e chi è lei?» chiese Niccolò con un sorrisino in volto.

«non iniziare a fare il deficiente, si chiama Vanessa» lo riprese Adriano dandogli una leggera gomitata, facendo pur sempre piano per far sì che le loro voci non arrivassero in camera da letto.

«quella del terzo o del quarto? Non avete quasi tre anni di differenza?»

«quella del quarto nì, c'ha l'età di Sara, ma che ce posso fa..
Che ne sapevo io di come ci si sentisse ad essere innamorati, o almeno credo che sia così, nun ce capisco gnente...»

«fa na cosa, prova a vedere se lei ricambia i suoi sentimenti, che ne so.. vedi di starle vicino, almeno io così ho fatto con Sara e ho capito che mi piaceva»

«e se non le piaccio?»

«mesi fa ti avrei risposto con "hai una fila di ragazze dietro di te che arriva in Francia, basta che ne scegli una", ora ti dico solo di farle capire che ci tieni invece.»

«ma che t'ha combinato quella ragazza, siamo sicuri che non ti abbia stregato?» chiese Adriano vedendo il suo migliore amico dagli occhi a cuoricino.

«forse, con la sua bellezza»

«okay, okay, me ne vado prima che la situazione degeneri e ti metti a pensare a lei come un rincoglionito, ci vediamo domani?»

Niccolò confermò alla sua domanda e si diressero entrambi verso la porta, salutandosi poi con una pacca sulla spalla.

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