Non sono così egoista..

2.8K 139 52
                                    

Capitolo 74

«adrià in che senso ha fatto tardi e non può prendere l'aereo!?»

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«adrià in che senso ha fatto tardi e non può prendere l'aereo!?»

«eh nì c'era traffico, il suo l'ha perso»

«e tu me stai a dì che lei mo rimane là da sola per tutte le feste di Natale? Piuttosto ci vado io»

«stai fermo e non uscire, vediamo che possiamo fa, ma non ti prometto niente»

Niccolò si chiuse in camera sbattendo la la porta e gettò all'aria qualsiasi oggetto gli capitasse sotto mano, quello che non sapeva però, era che i suoi amici gli stavano facendo palesemente uno scherzo.

«ragazze, a che ora arriva?» disse Adriano senza farsi sentire.

Avevano deciso di passare il Natale tutti insieme a casa di Niccolò, Sara sarebbe tornata fino agli inizi di gennaio e quindi avrebbero sfruttato l'occasione.
Le addette alla cucina erano le ragazze e anche alcuni dei miserabili, mentre Niccolò aveva solo un pensiero fisso per la testa, vederla finalmente tornare.
Era passato più di un anno dall'inizio della scuola, Sara aveva iniziato da pochi mesi il secondo anno di studi.
Era tornata per tutta l'estate e Niccolò prese una pausa dalla musica proprio per lei, per poi tornare a lavorare alla sua partenza.
Tornava per tutte le feste, ma questa volta, il loro gruppo aveva deciso di fare un bello scherzo.

«adri tra poco dovrebbe stare qui, sua madre si è proposta di passarla a prendere in aeroporto»

«sapete che Niccolò vi ammazza dopo questo scherzo, no?» chiese Andrea mente metteva l'acqua nella pentola della pasta.

«probabile, ma sarà così preso da lei che a noi nemmeno ci pensa, finisce sempre così»

«dai lascia perdere, si vedono poche volte ogni paio di mesi e hanno poco per stare insieme, immagina come sta»

Niccolò d'altra parte, non sentiva nemmeno le voci dei suoi amici in cucina.
Aveva la testa sotto il cuscino e le lacrime agli occhi, l'unica cosa che voleva per Natale era vederla, nessun regalo, nessuna festa, voleva solo stare con lei.
Non fece nemmeno l'albero di Natale quell'anno, che senso avrebbe avuto farlo se era solo in quella casa?
Negli ultimi mesi quando non era a lavoro, i suoi amici passavano spesso anche solo per fargli compagnia, tranne di notte.
La sera e anche il pomeriggio, il suo tempo lo occupava solo ed esclusivamente in videochiamata con lei, diverse volte si addormentavano entrambi col telefono di fianco e attaccavano di mattina.
Era una routine abbastanza scomoda forse, avrebbero pagato entrambi oro anche solo per un bacio.
Come se non l'avesse appena pensato, il suo telefono iniziò a squillare.
Appena vide quel nome sullo schermo si asciugò le lacrime e strinse il cuscino, magari sarebbe stato meglio sentendo la sua voce.

Appena vide quel nome sullo schermo si asciugò le lacrime e strinse il cuscino, magari sarebbe stato meglio sentendo la sua voce

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«ehi amore, ciao» disse la ragazza accennando un sorriso.

«ciao..» balbettò lui cercando di non far notare le lacrime che aveva agli occhi.

«adri te l'ha detto?» chiese poi fissando quel viso distrutto, ricevendo in risposta solo un cenno con la testa.

«dove..dove sei? Perché non sei qua con me?» disse il ragazzo disattivando la fotocamera.

«nic attiva la fotocamera, non piangere»

«non sto piangendo» puntualizzò con la voce infranta, ma sembrava uno di quei bambini che negava di piangere anche con le lacrime sul volto.

Era tutta una questione di tempo, pochi minuti e la mamma di Sara sarebbe arrivata sotto il loro palazzo, nel frattempo non voleva che stesse così male però.

«e allora fatti vedere»

«no..»

«ma perché?»

«perché no»

«allora puoi fare un altra cosa?»

«dipende»

«aprimi la porta che le chiavi mie le ho infondo alla valigia»

Niccolò rimase con la bocca aperta a mezz'aria e gli occhi sbarrati, era tornata a casa.
Si alzò di fretta e furia dal letto con tanta velocità forse mai usata, corse per il corridoio rischiando di schiantarsi con almeno venti oggetti lì presenti.
Lei era lì, poggiata alla porta con le braccia incorniciate al petto e un sorriso stampato in volto, sembrava che l'avesse disegnata lui per quanto fosse perfetta su suoi occhi.
I loro amici corsero nella cucina per lasciarli soli, ma lui rimase imbambolato lì.
L'ultima volta si erano visti al suo compleanno, il quale era a settembre, gli era mancata da morire.

«ehi, non mi saluti nemmeno?» disse Sara allungando le braccia nella sua direzione.

Lui le corse incontro e l'abbracciò così forte da farle male, i loro petti sembravano incollati per quanto la stesse stringendo a sé.
Le prese il viso tra le mani e la guardò per diversi secondi, assicurandosi che non fosse solo un sogno, poi la baciò.
Quel bacio fu un po' come tornare a respirare, dopo diversi mesi entrambi non aspettavano altro.

«io..io credevo davvero che avessi perso l'aereo, che non saresti tornata più..»

Lei scosse la testa e gli lasciò un altra serie di baci, per poi asciugargli le lacrime coi pollici.

«ho trovato il mio "pretesto" e sono tornata» gli disse riferendosi alla canzone "buon viaggio".

Lui poggiò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi, respirando a pieni polmoni il suo profumo e accarezzandole i capelli.
Stava trascorrendo quel momento con tutta la calma che aveva in sé, voleva ricordarselo per bene quell'abbraccio appena Sara non ci sarebbe stata più.

[...]

«un po' più a destra.. no no, a sinistra»

«amo però deciditi»

«okay, adesso solo la stella»

Niccolò si abbassò di poco cercando di non far cascare Sara dalle sue spalle e prese la grande stella color oro dallo scatolone.
Appena la bionda notò che in casa non c'era l'albero di Natale, era scesa di corsa in garage trascinandosi Gabriele, Niccolò e Adriano dietro per prenderlo.
Amava il Natale, ma non sarebbe stato lo stesso senza l'albero.
Ormai erano circa le otto di sera, tutto era pronto, e finalmente c'erano tutti al completo.
Niccolò prese Sara di peso e la carico in spalla, per poi raggiungere la camera.
Non avevano ancora parlato riguardo a nulla, o forse volevano solo qualche momento per loro.
La fece stendere sul letto e si mise a cavalcioni su di lei, per poi fiondarsi sulle sue labbra.

«placa gli ormoni che ci sono gli altri di là» disse Sara sulle sue labbra, senza però allontanarsi.

«mh, interessante»

«dai nì, dopo»

Il moro alzò gli occhi al cielo e capovolse la situazione, lasciando che stesse lei sopra.
Le fece poggiare la testa sul suo petto e socchiuse gli occhi, se solo pensava a quanto tempo fosse passato dall'ultima volta in quel modo già gli faceva male dentro.

«mi sei mancata da morire, ma non sono così egoista da trattenerti qui più del dovuto» le disse stringendo di più la presa alla sua vita.

Lei alzò il volto e si piazzò davanti al suo, senza staccare gli occhi dai suoi nemmeno per un secondo.

«quando tutto questo finirà, mi avrai così tanto tempo intorno che mi rispedirai tu stesso in America»

Sei bella come Roma Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora