L'amore è una cosa semplice

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Capitolo 70

"Niccolò Moriconi"

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"Niccolò Moriconi"

Quella era la firma che c'era sotto quel contratto, un semplice foglio di carta che avrebbe cambiato per sempre la vita di Niccolò e lui nemmeno lo sapeva.
Era seduto sul divano di casa a rigirarsi da un paio di minuti quel semplicissimo foglio tra le mani, com'era successo?
Non troppe ore prima cantava solo per passatempo, nemmeno ci pensava ad una carriera da emergente cantante.

"Posso portarti in alto Niccolò, sia a te che la tua musica, solo se me lo permetterai"

Quelle furono le parole di Jacopo, continuavano a ronzare nelle sue orecchie da tutta la mattinata ormai.
In alto voleva dire cantare davanti a tutti, pubblicare le sue canzoni online, essere qualcuno.
Lui che fino a nemmeno un anno fa era solamente un ragazzaccio che se la spassava a scuola, senza alcuna responsabilità o motivo per cui andare avanti.. la sua vita era cambiata radicalmente.
Tutto però si collegava ad una sola persona, quella che attualmente stava saltellando per tutto il salone contenta dell'importante scelta del suo ragazzo.
Senza di lei non avrebbe mai messo la testa a posto, sicuramente non avrebbe accettato il lavoro di suo padre e non avrebbe mai conosciuto Jacopo, ma come cosa più importante, non si sarebbe mai potuto definire un ragazzo felice.
Gliene erano capitate di tutti i colori in quei mesi, potrebbero farne un elenco senza finire mai.
Avevano scoperto cosa fosse l'amore, entrambi avevano ammesso le loro debolezze e i loro caratteri forti, avevano affrontato una rottura, per poco avevano avuto la fortuna di diventare genitori e poi gli si era sgretolato tutto tra le mani.
Ora come pezzo forte c'era quel futuro che Jacopo sembrava aver già scolpito per Niccolò, il quale non era cosciente ancora di nulla.
Niccolò poggiò il foglio sul tavolino e tirò Sara per un braccio, lasciando le le sue gambe combaciassero perfettamente ai lati del suo bacino e che i loro visi si unissero in un bacio.

«tu non hai idea di quanto sia contenta!» disse la ragazza stringendolo forte tra le sue braccia.

«grazie..»

«perché grazie?»

«perché nonostante io sia una testa di cazzo sei rimasta sempre e ora ho firmato del tutto incosciente un contratto con una casa discografica..»

«se tu non fossi così bravo io ci potrei fare ben poco, è tutto merito tuo.
Ora però smettila di ringraziarmi e parliamo di cose serie, col lavoro di tuo padre?»

Niccolò ragionò abbastanza sulla risposta da darle, ci aveva pensato abbastanza nel tragitto verso casa ormai.

«Jacopo mi ha detto di poter lavorare anche di pomeriggio, magari..»

«nic vuoi davvero lavorare una giornata intera senza sosta?» lo bloccò lei prendendogli le mani.

«potrei fare qualche eccezione alla fine, ne varrà la pena, no?»

«si, certo che sì, ma sei sicuro di voler tenere a lungo l'agenzia?»

«potrei pensarci, non so neanche se andrà bene in realtà, se dovesse andare male poi non mi rimarrebbe niente»

Fece una pausa prima di continuare a parlare solo per guardarla negli occhi, poi riprese.

«niente a parte te»

Sul volto di Sara comparve uno di quei sorrisi spontanei che si vedevano raramente per sfortuna, ma che stavano a significare quel momento di vera contentezza.
Gli rubò un altro bacio e portò una mano tra i suoi capelli scompigliati, forse era davvero vero quel pezzo di una canzone, "l'amore è una cosa semplice".
Infondo il loro amore non l'avrebbero mai dimostrato con regali enormi o altri gesti materiali, i momenti semplici erano quelli che esprimevano i loro veri sentimenti.

[...]

«devo davvero fidarmi?» chiese Niccolò guardando sconfortato il posto di fianco al guidatore.

Qualche giorno prima Sara aveva finalmente preso la patente e la macchina, ma ovviamente aveva i suoi dubbi su una neo-patentata.

«certo che devi, altrimenti te la fai a piedi fino al centro»

«in effetti non è una cattiva idea, su, scendi»

«ma io volevo guidare..»

«stasera usciamo e guidi te, ora facciamo due passi, 'nnamo su»

Sara scese imbronciata dalla macchina e incrociò le braccia al petto, anche se sapeva che il parchetto non era troppo lontano da casa.
Niccolò le prese la mano e iniziarono a camminare, ma tra i due c'era uno strano silenzio.

«dai non stare incazzata, sono cinque minuti a piedi, a te non piacevano quelle cose romantiche dei film?» disse Niccolò poggiandole un braccio sulle spalle.

«no, tu non vuoi venire in macchina con me»

«questo è vero, ma mi sacrifico stasera, smettila di stare con questo muso appeso» replicò abbassandosi di poco per lasciarle un veloce bacio sulle labbra.

Lei nascose un piccolo sorriso e continuò a guardare dritto davanti a sé, dove tra più o meno cento metri avrebbero intravisto il parchetto delle loro prime uscite.
Non ci andavano da molto tempo, quindi perché non farlo?
Appena ci misero piede, tanti ricordi vagarono per le loro menti, soprattutto quando videro quella panchina.

«qui ci siamo seduti quando ti ho fatta saltare dalla finestra della scuola» disse Niccolò fiero delle sue azioni.

«proprio un fuorilegge, mhmh»

Il moro poggiò la testa sulle sue gambe ed alzò le sopracciglia dal basso verso l'alto, erano cambiate moltissime cose da quel giorno.
Ne erano successe di tutti i colori e quel ragazzo che prima considerava Sara solo come una sfida, si ritrovò ad amarla più di quanto facesse con chiunque altro.

«la faccia da schiaffi ti è rimasta» disse Sara riducendo i suoi occhia a sue piccole fessure.

«anche la voglia di sbatterti al muro più vicino e ammazzarti di baci, però non te lo dico esplicitamente»

La ragazza rimase con le labbra schiuse e lo sguardo sorpreso, ma ormai non c'era più da stupirsi delle sue battutine.
Gli assestò un piccolo schiaffetto sulla guancia e poi gli diede un bacio sullo stesso punto, rimanere arrabbiata con Niccolò era quasi impossibile.

«oh che carina, nove mesi e arrossisci ancora» la punzecchiò lui stringendole le guance tra indice e pollice.

«già, nove mesi..»

«sai che il tempo mi sembra volare? È successo un casino di roba, e io che volevo saltare pure il quinto anno»

La bionda scosse la testa divertita e gli accarezzò i capelli delicatamente, guardando con sguardo addolcito quel viso perfetto con gli occhi chiusi.

«sei bello da morire»

Sei bella come Roma Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora