Racconterò di te

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Capitolo 49

«dai, mi dici qual è la cosa che hai preso ieri? Non me l'hai ancora detto!» chiese Sara sedendosi sulle gambe di Niccolò

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«dai, mi dici qual è la cosa che hai preso ieri? Non me l'hai ancora detto!» chiese Sara sedendosi sulle gambe di Niccolò.

«no, dopo arriva e lo vedi» rispose il ragazzo senza staccare gli occhi dal telefono.

La ragazza sbuffò e poggiò la testa sul suo petto, non riusciva neanche ad immaginare che tra pochi minuti a casa di Niccolò avrebbero portato un pianoforte più grande di loro due messi insieme.
Si, aveva deciso di voler suonare ancora, anche per passatempo, se proprio doveva lavorare nell'ufficio che era di suo padre, almeno il tempo che aveva a disposizione voleva passarlo bene.

«che guardi?»

«niente»

«fammi vedè»

Cercò di prendergli il telefono dalle mani, ma Niccolò alzò il braccio in aria per sfuggire alla presa.

«Sara, ho detto di no» disse con tono normale, almeno non era arrabbiato.

«ma perché!»

«perché non sto vedendo niente, te l'ho già detto.»

«allora perché non posso vedere?»

Il moro sbuffò nervoso e spense il telefono, lanciandolo dall'altra parte del divano.
Sara ebbe la stessa reazione, sbuffò anche lei e incrociò le braccia al petto, Niccolò non gli aveva mai negato di guardargli il telefono, nonostante lei non l'avesse mai fatto in cinque mesi di relazione.

«smettila di fare la bambina, darmi un po' di fiducia ogni tanto non fa male»

La loro discussione fu interrotta ancora dal telefono di Niccolò, che questa volta prese a squillare.

«sono arrivati» disse sorridendo e alzandosi insieme a lei dal divano.

«chi è arrivato?»

Niccolò neanche rispose, si precipitò verso la porta e aprì il cancello principale, a breve avrebbe avuto di nuovo un pianoforte tutto suo da suonare dopo svariati anni.
Prese Sara in spalla e la portò in camera, raccomandandosi di non uscire finchè la cosa che ha ordinato sarebbe già stata pronta nella camera vuota alla fine del corridoio.
Lei sbuffò e annuì, per poi sedersi sul letto e aspettare con alcuna voglia che il tempo passasse.
Sentì dei forti rumori per qualche minuto, delle voci maschili che pian piano si allontanavano e poi quella di Niccolò che gli diceva di andare in una stanza.
Restò ad ascoltare ancora per un po', poi il silenzio totale.
Sicuramente quei ragazzi se n'erano andati, ma Niccolò?
Uscì dalla camera ed iniziò a cercarlo per casa, ma sembrava vuota.
Proprio quando stava andando in balcone per vedere se stesse fumando una sigaretta, sentì una melodia forte.
Si, era forte perché si sentiva per tutta la casa, ma man mano stava diminuendo.
La seguì per non perdere nessun filo della canzone, finché arrivò ad una delle stanze che in casa nessuno apriva mai.
Aprì di poco la porta e la scena che trovò davanti la fece rimanere a bocca aperta.

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