Bruciare la chiave

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Capitolo 34

La mattina successiva Niccolò accompagnò Sara a scuola abbastanza in orario, avevano passato un intero week-end insieme e non poteva chiedere di meglio

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La mattina successiva Niccolò accompagnò Sara a scuola abbastanza in orario, avevano passato un intero week-end insieme e non poteva chiedere di meglio.
Lui invece, aveva da iniziare la sua prima settimana nell'ufficio di suo padre, quindi dopo che Sara l'aveva come al solito spronato a dare il meglio, entrò in quell'enorme palazzo a nome Moriconi.
Odiava il fatto che i suoi genitori avessero un cognome importante, perché chiunque pensava quindi che anche lui avrebbe per forza dovuto intraprendere la stessa e identica carriera da uomo d'affari, quando a lui non interessava neanche lontanamente.
Non sapeva in realtà cosa voleva fare, non aveva chissà quale talenti da sfruttare per un futuro migliore, ma non voleva ridursi alla vita della sua famiglia.
Alzarsi la mattina, lavoro, lavoro, ancora lavoro, tornare a dormire.
Voleva fare qualcosa che avesse un senso, non sapeva nemmeno cosa, ma magari iniziare in quel modo sarebbe andato bene.
Però sapeva che se nel resto dei suoi giorni ci fosse stata la sua Sara, con un lavoro dei sogni o no, le sue giornate non sarebbero mai state monotone.
Mentre ispezionava il nuovo ufficio che suo padre aveva fatto fare a posta per lui, pensava a quanto sarebbe bello svegliarsi tutte le mattine col suo viso tranquillo che dormiva di fianco a lui, non solo nel fine settimana se capitava.
Sara era ancora piccola, aveva diciassette anni e doveva godersi tutto ciò che voleva dalla vita, di certo non prendersi di già la responsabilità di una casa nella sua giovane età.
Niccolò non voleva fare gli stessi errori di suo padre, non sarebbe mai stato capace di rinchiuderla in quattro mura gelide con una figlia in grembo e soprattutto tradirla come se non avesse un cuore.
Voleva che vivesse la sua vita, che studiasse e che avesse un lavoro che riesca a soddisfarla, insomma, voleva renderla felice.
Anche se molte volte dava dimostrazione del suo lato egoista e insensibile, cercava sempre di rimediare lasciando trasparire la sua parte fragile.
Chi l'avrebbe mai detto che un ragazzo come Niccolò avesse la fragilità nella lista dei suoi pregi..
Forse neanche lui sapeva di provare determinate emozioni, nessuno gli ha mai dimostrato di meritarsi la parte bella di lui, ed il bello è che ogni volta che dice "nessuno", Sara non fa mai parte di quella parola.
Lei è diversa, lei ha accettato quel ragazzo bipolare, fragile e scontroso a cui ha concesso il suo cuore, non potrebbe essere più contento di così.
Nessuno l'ha più visto piangere dai suoi quattordici anni, si era ripromesso di buttare nel cesso la sua parte emotiva e bruciare la chiave del bagno, ma qualcosa o qualcuno ha risvegliato in sé quel sentimento.
Per la prima volta dopo cinque lunghi anni, Niccolò aveva versato delle lacrime.
Proprio nei giorni in cui Sara non c'è stata, credeva di aver rovinato tutto e in preda al panico aveva pensato di usare la stessa soluzione di prima, chiudere a chiave i sentimenti e fare del male agli altri per sfogare il suo.
Aveva qualcosa in sé che gli diceva di non farlo, avrebbe fatto male a Sara cambiando ancora, era quindi l'ultima cosa che voleva.
Ora ha lei, e non ha alcuna intenzione di lasciarla andare ancora.

«mi sta ascoltando!?»

I pensieri di Niccolò vennero interrotti bruscamente da una voce femminile squillante, così si limitò a sbattere un paio di volte le palpebre e a portare lo sguardo sulla donna che aveva davanti.
Gonna in pelle che arrivava sotto il ginocchio, dei tacchi che avrebbero fatto invidia ai grattacieli, una camicetta bianca, dei capelli riordinati in una coda e un bello strato di rossetto rosso che decorava le sue labbra, senza alcun dubbio una segretaria, pensò Niccolò.

«ad essere sincero no» rispose il moro poggiandosi la sedia allo schienale.

La ragazza sbuffò e poggiò davanti a lui una fila infinita di fogli, sembravano non finire più.

«questi sono i fogli che deve riordinare, li dovrà leggere, capire di cosa si tratta la pratica e se è necessario richiedere anche delle immagini allegate all'incidente, poi li lasci qui ed io li porterò io a suo padre appena avrà finito»

Niccolò guardò l'infinità di fogli con le labbra schiuse, avrebbe finito nel duemilamai a suo parere.
Al quanto pare suo padre aveva un lavoro inerente alle macchine e alle assicurazioni degli incidenti, neanche lui capiva di cosa si trattasse in realtà, ma si limitò a fare ciò che gli disse la ragazza.
Annuì scocciato e fece segno alla segretaria di uscire, aveva un bel po' da fare al quanto pare.
D'alta parte, Sara era appena rientrata in classe per la lezione di algebra, sedendosi di fianco ad una sua compagna di classe.

«ei Sara, tutto bene?» le chiese la compagna girandosi nella sua direzione.

«si, a te invece?»

«anche a me va tutto bene, mi chiedevo se questa sera avresti voglia di venire insieme a me e altri ragazzi in un pub qui vicino»

La ragazza in questione con cui stava parlando Sara, si chiamava Camille.
Ammise a sé stessa che non stava invitando Sara per chissà quale simpatia nei suoi confronti, gli era sempre stata antipatica, ma Niccolò era la sua cotta da ormai diversi mesi e non ci sarebbe stato modo migliore per conquistarlo.

«non lo so, non credo mia madre mi possa accompagnare questa sera»

La bionda d'altro canto, non sospettava minimamente che quella ragazza carina che aveva di fronte voleva solo mettere lei e il suo ragazzo in litigio.

«dai ci sarà pur qualcuno che può accompagnarti, Niccolò ad esempio!
Poi ci sono anche altri ragazzi con me e le mie amiche, avrebbe sicuro voglia di rimanere»

Alla fine lei si ritrovò a confermare, sarebbe stata pur sempre con Niccolò, non ci trovava nulla di sbagliato.

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