La strana logica dell'amore

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Capitolo 29

Niccolò rimase col fiato sospeso per quel racconto, mai avrebbe creduto che dietro una ragazza così forte apparentemente, ci fosse una testolina così piena di problemi che si tiene dentro da sempre

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Niccolò rimase col fiato sospeso per quel racconto, mai avrebbe creduto che dietro una ragazza così forte apparentemente, ci fosse una testolina così piena di problemi che si tiene dentro da sempre.
Mentre le asciugava le lacrime capì che forse dopo quella sera, nulla sarebbe più stato come prima.
Aveva una parte di lei tra le mani più grande di quando immaginasse, stavano insieme da un mese e molto poco più, eppure probabilmente nessuno dei due sarebbe mai riuscito a dimenticare l'altro.
Mentre lui ascoltava le sue parole, si sentì colpito nel profondo.
Tutte le ragazze a cui aveva spezzato il cuore, che si era portato a letto per divertimento, avranno avuto probabilmente un passato che magari non sarà stato dei migliori, e lui ha giocato con i loro sentimenti.
Si è sentito un mostro d'improvviso, avrebbe voluto tornare indietro, cancellare tutta la sua vita da cinque anni a questa parte e conoscere prima la ragazza di cui ora era follemente innamorato.
E se qualcuno avesse trattato male Sara come lui trattava le ragazze? Come avrei reagito?
È questo che continuava a ripetersi Niccolò.
Ora come ora, se mai qualcuno avesse anche solo sfiorato il pensiero di farle del male, lui non si sarebbe fatto problemi a spaccargli la faccia, cos'avranno detto quindi le persone care delle ragazze innamorate di Niccolò?
Non avranno avuto anche loro l'istinto di spaccargli la faccia dato che lui aveva fatto soffrire una persona a cui tengono?
Forse è vero, capisci gli altri solo quando le stesse emozioni le provi sulla tua pelle.
Una cosa era certa, da quel momento Niccolò cambiò.
Cambiò modo di pensare, di essere, di giudicare, di amare..
E lo fece per lei, per la ragazza che gli ha fatto capire quanto fosse bello provocare un sorriso alla persona che ami, esserne la causa.

[...]

I due erano tornati da poco a casa di Niccolò, la bionda aveva appena indossato una sua maglia per stare più comoda, mentre lui fece il suo ingresso in bagno.
Le lasciò un bacio a fior di labbra e, senza staccarsi, la fece sedere sulla base del lavandino.

«giù le mani, Moriconi» disse Sara appena Niccolò sfiorò la sua pelle chiara alzando la maglietta.

«te l'ho prestata io, posso pur farci quello che voglio, no?» rispose alzandola ancor di più.

Forse in un altra situazione Sara si sarebbe fermata, ma sentire le sue mani che scorrevano delicatamente sul suo corpo la fece immobilizzare.
Si ritrovò quindi senza maglia, l'unico indumento che aveva tralasciando l'intimo.
Alzò il viso di Niccolò quando vide che si morse il labbro inferiore, l'aveva già vista in costume ma quello era molto più coprente.
Non voleva fargli capire che era imbarazzata però, quindi con uno sguardo di sfida portò le mani al bordo della sua maglia, sfilandogliela pian piano.

«intraprendente la ragazzetta, mh?» le disse Niccolò avvicinandosi al suo orecchio, per poi poggiare avidamente le labbra sul suo collo.

Sapeva che quello era il punto debole della sua ragazza, era come ipotizzata ogni volta che le sue labbra rosee prendevano contatto con la sua pelle.
Insinuò le mani dietro la schiena di lei, iniziando a giocare col gancetto del suo reggiseno.
Sara non se ne accorse nemmeno, troppo occupata a tentare di regolarizzare il suo respiro con scarsi risultati.
Se ne accorse però, quando Niccolò fece scivolare pian piano le spalline dalle braccia, per poi gettare l'indumento sul pavimento.
Il moro abbassò lo sguardo, ma Sara gli alzò il viso per il mento.
Il petto si muoveva in modo irregolare per il suo respiro e aveva le guance bollenti per quanto si vergognasse.
Lui la baciò quindi con trasporto, capiva il suo imbarazzo e non la biasimava.

«devo rimanere così o..» disse Niccolò staccandosi leggermente dal suo viso.

Sara lo guardò per una frazione di secondo, lui aveva ancora i pantaloni, ma non aveva tanto coraggio da toglierli, quindi si limitò a negare con la testa.
Niccolò si separò dal suo corpo per fare da sé, la bionda continuava a tenere lo sguardo basso per non guardare, cercando una qualsiasi scusa per coprire le parti di sé che andavano più nell'occhio.
Quando Niccolò si privò dei suoi indumenti, si riavvicinò a lei per impossessarsi ancora delle sue labbra.
Sara stava provando emozioni del tutto nuove, rimase in silenzio mentre, senza mai staccarsi dalle sue labbra, niccolò entrava in doccia con ancora lei tra le braccia.
Sentì aderire la sua schiena alle piastrelle congelate, poi il getto dell'acqua.
Si staccarono entrambi per pochi secondi, incastrando gli sguardi come se fossero pezzi di puzzle.

«sei bella, da morire» le disse lui accarezzandole il viso con la mano libera.

Sara sorrise istintivamente, ogni secondo sembrava innamorarsi ancor di più.
Scese dalle sue braccia, mentre Niccolò tornò ad impossessarsi delle sue labbra.
Man mano quella fila di baci passò dal collo, fino ad arrivare al seno.
La ragazza si sentiva incapace di fare un qualsiasi movimento, era come se il suo corpo andasse incontro alle labbra di Niccolò.
Quest'ultimo alzò lo sguardo appena arrivò al capolinea, non avrebbe mai fatto nulla senza il suo consenso.
Sara annuì frettolosamente, ma poi alzò lo sguardo fissando il muro davanti a lei.
Dopo averla privata dell'unico indumento che aveva ancora, Niccolò aggiunse man mano la lingua a quella scia di baci, stava creando un intero sciame di farfalle nello stomaco della sua ragazza e non ne aveva nemmeno idea.
Sara sentì un leggero fastidio al basso ventre, non aveva il coraggio di guardare, ma subito dopo schiuse le labbra per le sensazioni che stava provando.
Quando Niccolò ritornò alla sua altezza, le lasciò un sonoro bacio in fronte, per poi uscire dalla doccia e mettere l'accappatoio.
Lei, prima di fare lo stesso, si mise sotto il getto d'acqua per qualche minuto, aveva forse bisogno di metabolizzare ciò che era successo.
Entrambi si asciugarono ed arrivarono in camera, ma Niccolò accolse ancora una volta Sara tra le sue braccia.
La baciò assaporando ogni istante, voleva che lei che fosse cosciente delle sue azioni e che non si sentisse in obbligo.
Sara portò le mani attorno alla vita di Niccolò, era troppo impacciata per fare il primo passo.

«fallo da sola, io non voglio obbligarti a fare niente»

La bionda fece appello a tutto il coraggio che aveva in corpo e con chissà quale forza di volontà, fece cadere sul pavimento l'accappatoio di Niccolò.
Il suo ragazzo fece lo stesso, facendo poi aderire la schiena di Sara alle lenzuola bianche del letto.
La guardò intensamente per chissà quanto tempo, si era perso in quegli occhi chiari, quasi trasparenti.

«ti amo, nic, non sai quanto» gli disse lei portando una mano tra i suoi capelli scompigliati.

Le loro labbra non si divisero mai, solo nel momento in cui i loro corpi si completarono perfettamente.
Nonostante il dolore che sentisse Sara era davvero ingestibile, annodò le gambe al bacino di lui per sentirlo più vicino.
Lo amava, provava dei sentimenti per lui che non erano paragonabili a niente.
E lui, anzi, soprattutto lui, quella sera si sentì finalmente rinato.
Era la prima volta che andava a letto con una ragazza che amava, che aveva paura di ferire in qualche modo perché ci teneva davvero tanto.
Tutto andava oltre un bisogno fisico, era la strana logica dell'amore, che forse poi così strana non è.

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