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Capitolo 51

Sara dormiva ancora tra le braccia di Niccolò, era passata un ora buona eppure di svegliarsi non ne voleva sapere

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Sara dormiva ancora tra le braccia di Niccolò, era passata un ora buona eppure di svegliarsi non ne voleva sapere.
Lui invece, stava ancora al cellulare da dieci minuti appena.
C'era una motivazione se giorni prima non voleva che Sara gli vedesse il telefono, una motivazione valida soprattutto.
Da sua madre per giunta, aveva saputo che il due febbraio ci sarebbe stato il suo compleanno, o meglio, il suo diciottesimo.
Dai suoi genitori non aveva preteso alcuna festa enorme o un viaggio, sarebbe significato vedere anche suo padre e non le andava a genio.
Però ha chiesto una sola cosa, una macchina.
Compiuti i diciotto anni avrebbe potuto prendere lezioni di guida finalmente, nonostante non ci avesse mai provato.
Ma tornando a Niccolò, lui ci aveva pensato molto a cosa regalarle, un vestito, un anello, una collana, ma forse sarebbe stato meglio un ricordo più bello, qualcosa che le rimanesse inciso nella mente.
Un week end a tenerife, due giorni solo ed esclusivamente per loro, col mare e con le responsabilità che saranno solo un ricordo lontano.
Anche al suo diciottesimo fece un viaggio con i suoi amici, una settimana a Miami, quindi perché non fare lo stesso regalo anche a lei?
Erano giorni che parlava con l'agenzia viaggi per far si che tutto andasse alla perfezione, era il compleanno di Sara e si meritava anche più di quello probabilmente.
Quando finalmente spense il telefono e lo lasciò sul comodino, iniziò a lasciare svariate carezze sul viso della sua ragazza, in attesa del suo risveglio.
Lei aveva saltato scuola, ma lui aveva saltato la mezza giornata di lavoro, ciò stava a significare che domani sarebbe tornato solo a pranzo e di sera.
Mentre il suo viso s'incupì per quel pensiero, due occhietti azzurri gli si pararono davanti.

«ciao nana» le disse facendo scontrare la punta del naso col suo.

«seh, ha parlato» balbettò lei girandosi dal lato opposto del letto.

«come sei acida di prima mattina eh, girati»

«fammi dormire, ho sonno»

«no, stai qua e passi il tempo con me, a dormire ci dormi a casa tua, muoviti»

La prese di peso e la portò in cucina, facendola sedere sulla base del lavandino.
Iniziò a schizzarle il viso con delle goccioline d'acqua, Sara quindi nascose la testa nell'incavo del suo collo proprio per non subire quelle piccole torture appena sveglia.

«ma perché tutti i fidanzati del mondo svegliano le proprie ragazze con le maniere più dolci e tu mi schizzi l'acqua in faccia» si lamentò lei sbuffando.

«quindi io non sono il miglior fidanzato del mondo?»

«quando fai così no»

Lui si staccò dalle sue braccia facendo il finto offeso, per poi ritornarsene in camera.
Sara non la prese sul serio, raggiunse la cucina e poi prese un bicchiere d'acqua, ma aveva paura che Niccolò se la fosse presa sul serio, era davvero un bambino quando ci si metteva.

«nicco?» lo chiamò sull'uscio della porta.

Se ne stava col telefono in mano seduto sul letto, in realtà stava solo scorrendo per il feed di instagram.
Lei si avvicinò e si sedette sulle sue gambe, ma lui non staccava lo sguardo dal cellulare.
Anche quando provò a baciarlo rimase impassibile, le sue labbra erano ferme e immobili.

«Niccolò! Non puoi ignorarmi così»

«si che posso, vai dal tuo fidanzatino perfetto, su, vai» disse lui senza alcuna ironia nel tono della voce, quando in realtà sarebbe solo voluto scoppiare a ridere per la faccia di Sara.

«sei tu il mio fidanzato!»

«mh, non ho sentito bene, che sono io?»

«il mio fidanzato...» disse questa volta a bassa voce.

«non saprei, ci devo pensare»

«no! Io non volevo intendere quello, mi dava fastidio l'acqua ma lo sai che io amo te!» si allarmò la ragazza mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime, stava davvero credendo alle parole di Niccolò.

«mah, ho bisogno del mio tempo e ti faccio sapere» rispose apaticamente per poi tornare a guardare il cellulare.

Sara lo abbracciò d'istinto e allungò il collo per provare a baciarlo, ma quando Niccolò si spostò due lacrime le scesero dagli occhi.

«vieni qua..» disse allungando le braccia nella sua direzione come fanno i bimbi piccoli, dato che lui se n'era andato completamente dall'altra parte del letto.

Il moro alzò solo per un secondo lo sguardo, vide il suo volto rigato di lacrime e sentì la voce inclinata, se avessero avuto un minimo contatto probabilmente avrebbe già ceduto.

«mi dispiace! Non lo dico più, però non voglio che mi lasci sola»

Quando un singhiozzo scappò dalle labbra della ragazza, Niccolò non riuscì più a mandare avanti quel teatrino, la tirò tra le braccia e le accarezzò i capelli, come aveva sempre fatto.

«scusa..» balbettò lei asciugandosi le lacrime con la manica della felpa.

[...]

«una domanda, sono l'unica a sapere di questa cazzata che vuoi fare?» chiese Andrea camminando al fianco di Sara.

«in realtà lo sa mia mamma, ho preso nove e mezzo al compito di Fisica questa mattina, l'ho recuperato e mi ha concesso un regalo.
Poi Niccolò è a lavoro tutta la giornata, dovrò pur occupare il tempo» rispose la bionda facendo spallucce.

«secondo me quando gli dirai che potrà baciarti solo a stampo per una settimana ti leva quel coso a morsi»

Entrambe scoppiarono a ridere e raggiunsero in fretta il negozio, per poi entrare.

«buonasera, avete appuntamento?» chiese la ragazza dall'altra parte del bancone.

«si, Sara Ferrara, per il piercing alla lingua»

Non aveva mai avuto né piercing né tatuaggi in vita sua, magari adesso che aveva quasi diciotto anni uno strappo alla regola poteva concederselo.
Passarono dieci minuti, aveva davvero paura di quell'ago, ma con un po' di coraggio e la stretta di mano di Andrea, riuscì finalmente a fare il piercing.
Era molto strana la sensazione iniziale, era letteralmente congelato e aveva ancora parte dell'anestesia, però non dava fastidio più di tanto, doveva solo abituarsi.

«mi accompagni nell'ufficio di nicco? Glielo faccio vedere lì, la reazione in diretta sarà molto meglio»

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