Thinking out loud

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Capitolo 72

«mi spieghi dove cazzo stai?»

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«mi spieghi dove cazzo stai?»

«sto arrivando giuro, dieci minuti»

«Niccolò, non li ho dieci minuti!
Mi hai detto di non poter venire alla festa di ieri e va bene, ma almeno per salutarmi!?»

«lo so, lo so, ieri sono andato a dormire tardi ma giuro che sto arrivando»

La loro conversazione al telefono fu interrotta bruscamente dalla forte voce che annunciava il volo di Sara da lì a pochi minuti, la quale chiuse gli occhi dolorosamente e attaccò al cellulare.
Era un anno che aveva il piacere di non dover più vivere solo con Niccolò, ma anche con "ultimo".
Da quando aveva vinto Sanremo giovani e fatto uscire due interi album, niente fu come prima.
Certo, Sara pur di veder realizzare il suo sogno avrebbe sopportato di tutto, ma ogni volta era difficile avere qualche momento per loro.
Nonostante questo, si amavano forse ancor più di più e nessuno dei due aveva mai accennato un allontanamento, tranne per le continue volte in cui Niccolò scordava gli eventi importanti, proprio come quella mattina.
Da lì a pochi minuti, Sara sarebbe salita su un grande aereo diretto per l'America, dodici ore di viaggio da sola e pensava che il suo ragazzo si degnasse almeno di salutarla.
Alla festa di addio della sera prima, gli unici assenti erano lui e Adriano, impegnati in un tour di instore per tutta Italia.
Niccolò si era giustificato dicendole che la mattina dopo sarebbe tornato a Roma solo per lei, l'avrebbe perfino accompagnata in aeroporto, ma come al solito, le sue promesse tendevano a non esser più mantenute del tutto.
Lei sapeva che non lo faceva a posta, ma era pur sempre difficile avere a che fare con la fama.
Quella mattina il moro si alzò di soprassalto in una camera d'hotel e con qualche birra vuota al suo fianco, ma appena notò l'orario, corse come un fulmine a cercare Adriano per la stanza.
Alle due Sara aveva l'aereo e lui da Napoli sarebbe dovuto arrivare a Roma, dato che erano le undici e mezza aveva davvero scarse possibilità, ma cercò di rimediare ugualmente al suo guaio.
Sara si poggiò con la schiena al muro e guardò con gli occhi lucidi la valigia al suo fianco, davvero sarebbe dovuta partire senza neanche un bacio da parte sua?
Si asciugò le lacrime e si diresse verso la fila dei biglietti, aveva una ventina di persone davanti a lei, magari avrebbe avuto il tempo di aspettarlo.
Quando però passarono dieci minuti e le persone diventarono tre, perse tutte le speranze.

«vaffanculo Niccolò...» disse tra sé e sé coprendosi il viso con una mano, che chiunque la vedesse piangere non era il meglio.

Due persone, solo due persone a dover consegnare i biglietti e di lui nemmeno l'ombra.
Stava per urlare nel bel mezzo di quell'aeroporto, ma una notifica del suo telefono la blocco.

"Nano🖤:
Girati"

Si voltò di poco dalla parte destra e lo trovò correre con Adriano al suo fianco verso di lei, in pochi metri quasi riuscirono a sfiorarsi.
Non ebbe nemmeno il tempo di capire, si ritrovò le labbra di Niccolò sulle sue e due braccia che la stringevano forte.

«sei un cojone» balbettò lei piangendo nell'incavo de suo collo.

«il cojone ti ama da morire però»

Lui le prese ancora il viso tra le mani e le diede in altra serie di diversi baci mentre le spostava i capelli indietro, quasi non aveva più fiato per la corsa in tutto l'aeroporto.
La donna che prendeva i biglietti li guardò inteneriti, ma quando passò un minuto fu costretta a fare un colpo di tosse.

«promettimi che baderai a te stessa, anche senza di me» le disse lui guardandola fisso negli occhi, ricevendo un segno con la testa in risposta.

«tu promettimi che mi penserai almeno un po'..»

«io ti penso sempre, ti amo sempre..» rispose prontamente lui buttando indietro le lacrime.

Sara annuì e si staccò dall'abbraccio, potendo l'avrebbe preso e portato con sé.
A qualche metro di distanza, Niccolò le mimò "ti amo" con le labbra e lei ricambiò dicendo "anch'io".
La guardò allontanarsi in silenzio, chissà per quanto tempo non si sarebbero potuti vedere.
Strinse i pugni e asciugò con la manica della maglia le sue guance bagnate, non piangere davanti a lei fu un impresa.
Adriano gli diede una pacca sulla spalla e gli disse che il tempo sarebbe volato, infondo lo stava facendo per il suo bene.

«mi manca già..» disse Niccolò in un sussurro con la voce inclinata, sembrava un bambino in quel momento.

Sbuffò spazientito e trascinò Adriano per sedersi ad una delle sedie più vicine, sapeva che il tempo da lì in poi sarebbe scorso lentamente, più del solito.
L'unica cosa che l'avrebbe distratto sarebbero stati gli instore, ma senza la consapevolezza di trovarla a casa ogni dieci giorni al suo ritorno già andava fuori di testa.
Era lì, su un aereo che avrebbe volato per dodici ore tutta soletta, senza lui a proteggerla.
Prese il cellulare e provò a scriverle un messaggio, ma notò che prima di mettere la modalità aereo, l'aveva già fatto lei.

"Baby💘:
Starò bene solo se starai bene tu, anche se sono dall'altra parte del mondo.
Sto già ascoltando la nostra canzone mentre il capitando dice le indicazioni, prometto che userò solo la nostra playlist per tutto il viaggio.
Ti amo, e mi manchi già"

Niccolò gettò la testa all'indietro e sospirò, per poi prendere le AirPods dalle sue tasche ed avviare la loro canzone.
"When your legs don't work like they used to before
And I can't sweep you off of your feet
Will your mouth still remember the taste of my love
Will your eyes still smile from your cheeks"
Forse se Sara non gli avesse fatto la traduzione di quelle parole nemmeno conoscerebbe il significato, ma da quando lo sa, considera 'thinking out loud' come la loro canzone.
Sembra descriverli a pennello, proprio come le canzoni che scriveva lui.
Si alzò insieme al suo amico ancora con gli occhi lucidi e si decise ad uscire da quel posto, avrebbe dovuto farcela lo stesso, anche senza di lei.

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