3. Ti piace sfidarmi?

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Jamie:

Conosco Jillian Smith da una vita.
Siamo sempre stati amici e vicini di casa.
I miei genitori e i suoi, vivono tuttora l'uno di fronte all'altro, con la sostanziale differenza che la nostra è una casa di soli cento metri quadri per tre persone, mentre quella di Jillian praticamente il quadruplo.

Si tratta di una villa immensa con piscina, un giardino che sembra non finire mai e una casa in cui ogni stanza corrisponde a due della mia.
I genitori sono miliardari, ma nonostante questo, sono persone buone e semplici che aiutano chiunque ne abbia bisogno.
I miei con i suoi infatti, sono diventati subito molto amici e più di una volta abbiamo mangiato tutti insieme.

Quando poi siamo cresciuti, sia io che Jillian abbiamo deciso di andare a vivere per conto nostro. Essendo abituati a stare sempre vicini, abbiamo scelto un appartamento dove fossimo a pochi passi di distanza. Io infatti, abito al piano di sotto, lei a quello di sopra.

La mia intenzione era prenderlo in affitto, dato che non avevo i soldi per comprarlo, ma il proprietario mi ha chiaramente detto che se io non l'avessi acquistato, lui l'avrebbe dato a un'altra persona, perciò qui è intervenuta Jillian che ha comprato non solo, il mio appartamento, ma direttamente l'intero palazzo senza chiedermi però alcun consenso, anche perché sapeva benissimo che io non avrei mai e poi mai accettato.

Infatti, ci sono solo i nostri due appartamenti e niente vicini di casa.

Quella è stata la prima volta che abbiamo litigato sul serio.
Sono molto orgoglioso e se c'è una cosa che io detesto, è essere aiutato da qualcuno.
Ho sempre cercato di cavarmela da solo e per quanto riguarda i soldi, anche se per lei non sono un problema, per me invece, lo sono sempre stati.
Io insistevo a non volermi trasferire, ma lei testarda come un mulo, diceva che anche se il palazzo era suo, quell'appartamento l'aveva comprato apposta per me.

Dopo due settimane in cui non ci siamo rivolti la parola, alla fine abbiamo fatto pace e sono riuscito a perdonarla.
Ma mi sono trasferito con il patto che un giorno le avrei restituito i soldi che aveva speso per me.

*****

«Non ho bisogno di quei soldi.
L'appartamento è tuo. Punto e basta.
Accettalo. Che ti costa?!»

«Ti avevo espressamente detto di non farlo. Mi sarei trasferito qui nella zona. Non c'era il bisogno di comprarlo.
Lo sai che non ho bisogno d'aiuto».

«Lo so Jamie». Sospira e porta una ciocca di capelli dietro le orecchie. «Ma io voglio solo che abitiamo vicini.
Consideralo come un regalo da parte mia».

«Lo vuoi capire che non si tratta di un regalo normale?! Mi hai regalato un appartamento, Jillian».
La chiamo così solo quando sono realmente furioso e stavolta ha esagerato sul serio.
«Se vuoi che venga ad abitare qui, un giorno ti restituirò quei soldi».

«Ma... Che senso ha? È tuo!»

«No. Non lo è. È tuo, non mio.
Perciò o accetti questo patto, o qui non ci verrò mai». Incrocio le braccia al petto e attendo una sua risposta con uno sguardo glaciale.

«Sei troppo testardo!»
«Tu lo sei di più. Nessuno ti ha detto di farlo. La prossima volta, ascolti ciò che ti dico!»
«Uffa! E va bene. Okay. Un giorno mi restituirai quei soldi se proprio ci tieni. Ma sappi che io non sono d'accordo».

«Non m'interessa. Prendere o lasciare». Inarco un sopracciglio e lei sospira rassegnata.
«Va bene. Hai vinto! Ma ora ti prego. Vogliamo fare pace? Non ne posso più». Abbassa lo sguardo e sporge il labbro inferiore come una bambina. «Mi manchi tanto».

Io, tu e uno stage. (Primo libro)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora