33. A lui manchi.

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Jamie:

Non è il posto giusto, lo so benissimo.
Siamo in un ascensore, dannazione.
Se avessi mantenuto ancora un briciolo di quell'autocontrollo che possedevo con lei, adesso avrei aspettato prima di fare qualsiasi cosa.
Ma ormai è sparito del tutto.
Non voglio fermarmi.
Nessuno di noi due lo vuole.

Voglio baciarla.
Voglio toccarla.
Voglio sentirla.

La mia lingua si muove insieme alla sua in movimenti frenetici e la mia mano finisce sulle sue cosce nude.
Mi sposto un po' dal suo corpo, giusto il tanto di lasciarmi lo spazio necessario per poterla toccare.
Accarezzo la sua pelle liscia e arrivo fino alla stoffa delle sue mutande, fermandomi al centro della sua intimità.
Jillian per un attimo smette di baciarmi, trattiene il respiro e io a questo punto apro gli occhi.
Fa la stessa cosa e mi prendo qualche istante per osservarla: le sue iridi azzurre spiccano sul quel viso perfetto, le labbra sono gonfie dai miei baci e così rosse da sembrare che le abbia colorate con un rossetto, ma sono naturali. Sono stato io a renderle così e non posso che esserne compiaciuto, perché in questo momento è così sexy da non riuscire a smettere di fissarla.

Purtroppo non abbiamo molto tempo, così le sposto la mutanda con le dita e osservo come Jillian distoglie lo sguardo dal mio e morde il suo labbro inferiore in modo eccitante.
È imbarazzata da quello che sto per fare e, più mi mostra questa timidezza, più mi fa impazzire.

Faccio un piccolo sorriso e nascondo il mio viso sul suo collo, dove inizio a baciare ogni piccolo centimetro della sua pelle. Jillian inclina la testa di lato e il suo corpo si riempie di brividi.
Ancora di più quando entro con il dito medio dentro di lei, piano, ma totalmente, riuscendo subito a centrare il suo punto preferito.
Dalla sua gola sfugge un gemito di piacere e le sue gambe si stringono ancora di più attorno al mio bacino.

La bacio sul collo ed esco fuori dal suo corpo, in modo da farla respirare di nuovo, ma solo un istante, perché subito dopo rientro dentro con una spinta veloce e decisa.
Prima che possa urlare, mi sposto dal suo collo e con un movimento velocissimo catturo il suo urlo dentro la mia bocca.
Cerco la sua lingua e la attorciglio con la mia, iniziando a muovere il dito avanti e indietro con più intensità.

Il respiro di Jillian diventa subito affannoso e ad ogni mio affondo perde sempre di più le forze, tanto da non riuscire a baciarmi.
Le nostre labbra si sfiorano, i respiri si mischiano a vicenda.
Ma ancora non basta, voglio farla impazzire, così aggiungo un altro dito e spingo più in fondo toccando quel punto.
Jillian urla di piacere e si aggrappa al mio corpo ancora di più, come se avesse paura di cadere.

Sentire la sua voce mi sta facendo diventare matto. La voglia di fare sesso, è fortissima e quasi dolorosa, ma devo tenere a bada Ector, finché non arriverà il momento giusto.
Cosa abbastanza difficile, dato che è in piedi come un soldato pronto all'attacco.
I miei pantaloni stanno stringendo in quel punto, ma sto cercando in tutti i modi di non pensarci, anche se è impossibile.
È così bagnata che le mie mani scivolano da sole e sono sicuro che entrare dentro di lei, ora sarebbe fantastico.

Cazzo, quanto vorrei essere in un altro posto...

Scendo con la bocca sul suo mento, poi sul collo e scivolo lungo il petto. Questo vestito che indossa è scollato, infatti con la mano libera sposto la stoffa che copre il suo seno e prendo il capezzolo turgido e marroncino con le mie labbra.
È la prima volta che la bacio anche qui e non vedevo l'ora di farlo.

Con la bocca succhio, lecco e bacio, mentre con le mani spingo con forza. Anche il mio respiro è diventato accelerato a causa del desiderio che provo, ma capisco che non abbiamo più tempo quando improvvisamente, un allarme inizia a suonare dentro l'ascensore, segno che stanno arrivando i soccorsi per farci uscire da qui.

Io, tu e uno stage. (Primo libro)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora