2. Tu sei agitata.

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Jillian:

«....possiamo affermare che dal punto di vista manageriale il marketing individui la capacità di creare il prodotto giusto sulla base dell'analisi delle ricerche di mercato, invece, comunicazione d'impresa si intende l'attività di promozione di prodotti e servizi dell'azienda - coordinando in modo efficace gli strumenti e i canali di comunicazione dell'impresa - allo scopo di avvicinare il produttore al cliente. Come possiamo vedere, dunque, quella tra comunicazione e marketing è una differenza sostanziale, ma...»

Carly sta parlando a raffica da tutto il pomeriggio, perché a quanto pare prima di iniziare il vero stage, dobbiamo ripassare la parte teorica.
È bravissima a spiegare, ma la mia concentrazione si sta riducendo al minimo, soprattutto perché anche se sto cercando di non guardare Jamie, sento comunque il suo profumo che aleggia nell'aria, insieme al suo sguardo che sembra bruciarmi sulla pelle.

Dopo che siamo tornati dalla pausa pranzo, Carly ha ripreso subito a spiegare e io devo ammettere di averlo quasi evitato del tutto.
Continuo a chiedermi perché mi sento attratta da lui.

Jamie Brown è sempre stato un bel ragazzo, ma adesso ha veramente superato se stesso.
E non so se questo per me sia un bene, perché so che non potrebbe esserci nulla tra noi.
Siamo amici da troppo tempo.

«Ragazzi, per oggi abbiamo finito!» Annuncia Carly, riportandomi alla realtà.
«Ci vediamo domani, sempre alle otto.
Faremo ancora un po' di teoria, poi si passerà alla pratica».

Con quest'ultima frase a effetto, che dubito abbia a che fare con il nostro stage, lancia una lunga e intensa occhiata a Jamie, prima di voltarsi e lasciarci soli.

Sento il mio viso diventare rosso e la osservo andare via, con gli occhi ridotti a due fessure.
La risata di Jamie mi distrae dai miei pensieri non molto amichevoli.

Okay... La vorrei solo strozzare, ma niente di che.

«Perché la guardi come se volessi ammazzarla?»

Mi giro di scatto verso di lui e scuoto la testa. «Ma che dici...» Scrollo le spalle e metto la borsetta sulla spalla avviandomi verso l'ascensore a passo svelto.
Sento i suoi passi dietro di me e mi raggiunge poco prima che le porte si chiudano.

«Sei diventata veloce!» Constata con un mezzo sorriso.
Lo guardo compiaciuta, alzando un sopracciglio.
«Non mi vedi da un anno, Jamie. Le cose cambiano».
Solo che mi pento immediatamente di ciò che ho detto, non appena vedo la sua espressione cambiare.

«Quanto? Quanto sono cambiate?» Il suo viso adesso è diventato serio e un po' mi mette ansia.
Non so neanche perché.
Forse il fatto di non averlo più visto, mi fa pensare di non conoscerlo più quanto prima.

«Beh... Sono più veloce!» Sorrido per sdrammatizzare, ma lui non è della mia stessa idea.
Continua a guardarmi serissimo.

«Non parlo di quello. Cosa è cambiato quest'anno che io non so?»

«Niente, Jamie. Scherzavo». Sospiro. «E tu invece cosa hai fatto in Italia?» Sorrido di nuovo per cercare di allentare un po' la tensione, ma le porte che si aprono, interrompono il discorso.

Camminiamo in silenzio fino all'uscita, dove c'è il mio autista che mi sta già aspettando fuori. «Ti serve un passaggio?» Gli chiedo girandomi nuovamente verso di lui.

«No. Ho la mia macchina. A dopo Jilly». Mi fa un leggero sorriso e si allontana, lasciandomi da sola.

Entro in macchina pensando ancora al suo strano comportamento.
«È andato tutto bene, signorina Smith?»

Io, tu e uno stage. (Primo libro)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora