17. Tu sei la mia Jilly.

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Jamie:

Oggi è sabato, finalmente.
Niente lavoro, due giorni liberi per rilassarmi.
Mi sono alzato alle dieci, ho fatto colazione con calma e dopo una doccia rigenerante, mi sento decisamente bene.

Ieri sera sono andato via da casa di Jillian a mezzanotte e ammetto di non aver dormito quasi niente.
Ho pensato a lei, ho pensato a me. Ho pensato a noi, insieme.
Per quanto tutto questo che sta succedendo sia strano, io non riesco a starle lontano. E ogni volta che la bacio, ho solo voglia di rifarlo di nuovo.

Siamo sempre stati amici tutta la vita e anche se lei per me, è sempre stata bellissima, in tutti questi anni non ho mai provato attrazione fisica.
E neanche lei per me.

Un intero anno lontani, però ha cambiato tutto.

Sono tornato qui e da quando l'ho rivista, non riesco più a guardarla allo stesso modo di prima.
In fondo è sempre la stessa. I suoi occhi azzurri sempre uguali, belli, grandi con lunghe ciglia.
I capelli biondi, lunghi e lisci, sono sempre gli stessi e il suo corpo non ha subito grandi modifiche. È sempre perfetto.
Eppure, ora per me non è solo bellissima, ma dannatamente stupenda e soprattutto sexy.

A questo punto, attribuisco tutto questo al fatto che mi sia mancata tantissimo e che quindi, questo abbia cambiato tutto.
Ma la cosa ancora più strana è il fatto che non sia successo solo a me, ma ad entrambi ha fatto lo stesso identico effetto.

Anche Jillian infatti, mi guarda in modo totalmente diverso.
È sempre imbarazzata, rossa in viso, quando mi avvicino le manca il fiato e quando la bacio, sembra che rimanga senza forze.
È una cosa a cui non sono abituato, però allo stesso tempo mi rende felice e compiaciuto.

In conclusione, so per certo che entrambi siamo attratti fisicamente l'uno dall'altra.
Il problema però sono sempre io.
Vorrei lasciarmi andare, senza pensare a nulla, ma è più forte di me.
La cosa che più mi spaventa, è la possibilità che un giorno io possa perderla per sempre.
Se dovesse scoprire ciò che ho fatto, non mi vedrà più allo stesso modo e a quel punto, sarà tutto finito.

Copro il viso con entrambe le mani e sospiro frustrato, poi mi alzo da sopra il divano e prendo le chiavi di casa da sopra il tavolo.
Esco velocemente dal mio appartamento e salgo le scale per andare da lei.
Ho solo bisogno di vederla.

Non busso neanche. Ho le chiavi di riserva che mi aveva dato tempo fa.
Le ho sempre tenute con me. Lei ha le chiavi di casa mia e io di casa sua, in caso di emergenza.
Questa non lo è nel vero senso della parola, ma è come se lo fosse.
Entro dentro e chiudo la porta alle mie spalle.
C'è silenzio.

Vado verso camera sua e quando sto per bussare, spunta Jillian con una mazza da baseball.
Faccio in tempo solo a vederla per un attimo, perché quello dopo mi sta colpendo esattamente con quella.
Il primo colpo finisce sul mio petto.

«Vai via, brutto stronzo. A casa mia non si ruba», strilla, furiosa.

Metto il braccio davanti per parare i colpi e porto la testa all'indietro.
«Jilly, sono io, cazzo», urlo, mentre lei assesta un colpo ben dato, ai miei bicipiti.
Si ferma di scatto, la mazza le sfugge dalle mani e mi guarda con occhi sgranati, rendendosi conto che sono davvero io.
Spalanca la bocca, scioccata.

«Oh mio Dio, Jamie. Stai bene?» Viene verso di me, preoccupata e io faccio un respiro di sollievo.

«Mi volevi uccidere?» La guardo male e lei scuote la testa, ancora sconvolta.

«Oh. Mi dispiace così tanto. Pensavo fosse un ladro! Mi sono spaventata e non ho neanche guardato. Ho colpito e basta. Oddio, scusami!
Ma che ci fai qui?»

Io, tu e uno stage. (Primo libro)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora