25. Non scappare da me.

4.7K 250 212
                                    

Jamie:

«Jamie, è mezzogiorno! Svegliati!»

Le sue parole, mischiate al fatto che mi sta scuotendo le spalle come se fossi un pupazzo, mi fanno aprire gli occhi controvoglia e, dato che sono ancora assonnato, non sto capendo nulla.
Non appena riesco a mettere a fuoco Jillian, la vedo inginocchiata sul letto accanto a me.

«È tardissimo», strilla. «Cambiati in fretta, Jamie. Dobbiamo andare dai miei genitori».

«Non urlare», dico facendo una smorfia. «Che poi, perché hai così tanta fretta?» Domando, ormai del tutto sveglio.
Jillian toglie le mani dalle mie spalle e mi guarda negli occhi.
Metto i gomiti sul letto e mi sollevo leggermente, fissandola allo stesso modo.
È bello svegliarmi con lei.

«È mezzogiorno, Jamie. E avevo detto ai miei che sarei arrivata per l'una. Invece sono ancora qui da te».
Mi concedo qualche secondo per osservarla meglio: ha i capelli arruffati, la punta del naso rosso, così come le guance e con la maglia che le ho prestato è uno schianto. Mi fermo per un istante a osservare il suo seno pieno e perfetto, per poi scendere con lo sguardo lungo le gambe scoperte, dove riesco a vedere solo una piccola porzione del ginocchio, visto che la mia maglietta le sta enorme.

Jillian adesso ha le guance ancora più rosse di prima. Il mio sguardo su tutto il suo corpo deve averla messa a disagio. «Io vado a casa a prepararmi», si schiarisce la voce e subito dopo si solleva dal letto, pronta per scappare.

«Ehi, aspetta. Non mi dai il buongiorno?» Sorrido in modo malizioso, afferrandola per il bordo della maglia.
Vorrei tanto strappargliela di dosso.

Mi guarda negli occhi, indecisa sul da farsi, ma alla fine scuote il capo.
«È tardi, Jamie» e da come mi risponde, capisco che qualcosa non va.

Decido di non fare domande per il momento e la lascio andare, diventando serio.
Mentre si allontana verso la porta, osservo le sue gambe per intero e quel culo spettacolare, coperto dalla stoffa della maglietta.
Prima di uscire del tutto, si gira verso di me.
«Preparati in fretta. Ci vediamo tra mezz'ora».

«Okay», annuisco e Jillian rimane ferma ad osservarmi. Morde il suo labbro inferiore e fa un sospiro.

«Stanotte è stato imbarazzante ciò che è successo», copre il viso con le mani come per nascondersi e scuote la testa.

Ricordo ancora ogni singola parola detta, ogni singolo gemito uscito fuori dalle sue labbra. Non so che cazzo di forza ho avuto, per non fare esattamente tutto quello che le ho detto.
Avevo una voglia pazza di lei e ogni secondo il desiderio cresceva sempre di più, fino ad avere un vero e proprio dolore lì sotto che ho dovuto risolvere da solo, quando lei poi si è addormentata.
Ector mi è stato riconoscente, ma non era molto soddisfatto.

«Non nasconderti, Jilly. Non è stato imbarazzante».
Jillian toglie le mani dal viso, ma resta con lo sguardo basso. Io mi alzo dal letto e la raggiungo, piazzandomi di fronte a lei.

«Non ci muoviamo di qui, finché non riesci a guardarmi negli occhi», le dico con un respiro.
Sono serio, non sorrido. Non voglio che pensi che la stia prendendo in giro.

Se l'ho fatto, è stato solo perché penso tuttora che lei non fosse pronta.
Mi ha detto due volte buonanotte, nonostante sapessi che non aveva sonno. Era un modo per dirmi di non fare niente e io non so come, ma ci sono riuscito.
Ho anche evitato di baciarla, proprio per non cadere in tentazione. Ho solo sfiorato le sue labbra, lei le mie, ma nessuno dei due ha prolungato il gesto.
E io l'ho tradotto come un chiaro segno che non volesse continuare.

«Devo andare a casa a cambiarmi», mormora senza guardarmi, poi si gira di spalle e cammina velocemente per raggiungere la porta. Io però sono più veloce di lei e con uno scatto fulmineo, corro.
Jillian riesce a mettere la mano sulla maniglia della porta, ma non fa in tempo ad aprirla perché ci metto il mio piede a tappo in modo che resti bloccata.

Io, tu e uno stage. (Primo libro)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora