28. Viva la nuova coppia!

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Jillian:

Dopo aver condiviso un momento così intimo con Jamie, incontrare i miei genitori è abbastanza imbarazzante, soprattutto perché mi sento ancora su di giri, accaldata, imbarazzata, ma allo stesso tempo anche estremamente felice e sorpresa.

Provo tantissime emozioni insieme tutte per merito di Jamie. Quando mi ha detto che mi avrebbe toccato senza alcun permesso da parte mia, mi è sembrato di sentire il mio cuore scoppiare dal petto.
Non so ancora come abbia fatto a capire cosa volessi per davvero, ma so solo che è stato bellissimo.
Poterlo toccare e sentire il suo respiro così affannoso, mi ha fatto sentire benissimo. Volevo donargli piacere anche io, esattamente come lui stava facendo con me e alla fine, siamo finiti entrambi in una spirale di desiderio che ci ha assorbito completamente.

Ero preoccupata di non essere stata abbastanza brava, ma alla fine Jamie mi ha rassicurato dicendo di sì.
Ho fatto una figuraccia, non accorgendomi di ciò che avevo sul dorso della mano, ma a mia discolpa, posso dire che ero così immersa nel sentire tutte quelle sensazioni, da non averci neanche fatto caso.
In compenso però, non riesco a smettere di sorridere.
Tutta questa felicità è dovuta al fatto che finalmente mi sono sentita una donna capace di far provare piacere anche a lui, piuttosto che riceverne e basta.
È stato gratificante ed eccitante.

I miei pensieri vengono interrotti da mia madre che improvvisamente si alza in piedi, stappa la bottiglia di champagne, poi ne versa un po' su tutti i bicchieri e sorride.
«A Jamie e Jillian, che finalmente stanno insieme!» dice a voce alta, alzando il bicchiere in aria.

Abbiamo appena finito di pranzare e cosa alquanto strana, i miei genitori non avevano ancora detto nulla su noi due, ma ecco infatti che non hanno tardato poi tanto.
Sgrano gli occhi e guardo male mia madre sentendo le guance in fiamme.
«Mamma, non mettermi in imbarazzo», la ammonisco con lo sguardo e lei scoppia a ridere.

«Tesoro, è una bellissima notizia e sia io che tuo padre siamo felicissimi per voi», si gira verso suo marito e gli dà una pacca sul braccio. «Vero, Bryan?»

Quest'ultimo sta guardando Jamie. Ed è abbastanza serio. Lancio un'occhiata anche a lui e noto che si stanno fissando entrambi.                                                                                                                                  «Papà!» lo richiamo perché quello sguardo non mi piace.                                                                                Nella stanza è calato il silenzio, persino mia madre sta guardando loro due senza fiatare. 

Non ha osato bere, visto che era l'unica a voler fare il brindisi.

Io sto iniziando ad agitarmi.
«Trattala bene, Jamie. Altrimenti te la vedrai con me», mio padre è il primo a parlare.

Ora sono a disagio.

«Papà, smettila, ti prego. Non sono mica una bambina», alzo gli occhi al cielo e Jamie interviene.

«È tua figlia, ma è sempre stata anche la mia migliore amica da tutta la vita e ora è diventata la mia ragazza.
Hai ragione. Non è più una bambina. È cresciuta, sa badare a se stessa e sa anche proteggersi da tipi come me», lo dice senza ombra di ilarità. È serissimo.

Queste parole non me le aspettavo e così guardo Jamie orgogliosa.
Mi sta difendendo e lo sta facendo veramente bene.
Non sembra abbia paura di mio padre o almeno, non lo dimostra.

Scorrono secondi di assoluto silenzio.
Continuano a guardarsi negli occhi finché mio padre sospira. «Di te mi sono sempre fidato e ti voglio bene come un figlio.
L'unica cosa che desidero, è che Jillian sia felice».

Io, tu e uno stage. (Primo libro)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora