Jamie:
Ho fatto un succhiotto a Jillian, è vero, ma non ne sono affatto pentito.
Lo rifarei altre mille volte.Lasciare un segno evidente del mio passaggio sulla sua pelle, (oltre che servire per lo scopo principale di fare in modo che tutti lo notino, soprattutto Liam e chiunque altro) ha anche lo scopo di farle pensare a me, ogni volta che cercherà di nasconderlo.
Perché lo farà.
Ne sono sicuro.
E in più servirà anche a me stesso, per ricordarmi di non fare cazzate come l'altra sera.Diciamo la verità: fare sesso con un'altra è servito solo per farmi avere un orgasmo pensando a Jillian.
Il lato positivo? Nessuno.
Ector, è partito in quarta solo ed esclusivamente al pensiero di lei, questo vuol dire che non potrò farlo con altre ragazze fino a quando, non mi sarò tolto Jillian dalla testa.
Lato negativo? Sono fottuto.Non posso togliermela dalla testa se io sono il primo a dire che tra noi non ci può essere niente.
Ma non solo per l'amicizia che ci lega da una vita, ma per altri motivi che vanno oltre questo.
Non sono lo stesso ragazzo che ha conosciuto.
Ho fatto cose che non avrei dovuto fare.
Conosciuto persone che non avrei dovuto conoscere.E non voglio metterla in mezzo ai miei casini.
Non voglio che scopra che persona sono diventato.
Voglio solo che mi veda come mi ha sempre visto.Cazzo, merita di meglio.
Ma sono egoista.
E voglio che pensi a me, piuttosto che ad un altro, ed è per questo motivo che quel succhiotto per me è stato uno sfogo personale.
Non ti posso baciare?
Non ti posso toccare?
Non posso averti?
Ti lascio solo un piccolo segno per ricordarti di me.So che questa cosa non potrà andare avanti per molto.
Sia per me stesso, che per lei.
Quei dannati baci sul collo, non mi aiutano. Perché so che prima o poi, se continuo così, non mi saprò più controllare e a quel punto, addio.La metterò solo nei guai.
E non posso permettere che succeda.
«Jamie, la cena è pronta».
La voce di mia madre mi riporta alla realtà e così mi giro verso di lei, annuendo.
Mi alzo dal divano dove ero sdraiato e raggiungo la cucina, dove si sente un buon profumo di carne.Prendo posto a tavola e mentre mia madre prepara le cose da mettere, mi verso un goccio di vino nel bicchiere.
«Tuo padre sta ancora lavorando in cantina?» Mi chiede, sbuffando.
«Gli ho detto di venire dieci minuti fa».Mio padre è un falegname e questo lavoro gli piace talmente tanto che fa anche lavoretti a casa.
Non si ferma mai.
Adesso vuole creare un tavolo nuovo da mettere in cucina, il doppio di quello a quattro posti che c'è adesso e in genere la sera, quando torna da lavoro, si rilassa così. Lavorando di nuovo.«Vado a chiamarlo?»
Lei scuote la testa e fa un piccolo sorriso, appoggiando la pentola sopra il tavolo.
E devo ammettere che ora che vedo quello spezzatino, mi sta venendo un bel po' di fame.«No, grazie tesoro. Sicuramente arriva fra poco», sospira e prende il mio piatto. «Come mai non sei venuto con Jillian?»
Alzo gli occhi al cielo. Mi aspettavo questa domanda. Credo ci consideri come due calamite, come se non potessimo fare a meno l'uno dell'altra.
«Aveva da fare», commento in modo un po' freddo.Non è del tutto vero.
Sono io che stavolta non l'ho chiamata.
Ho bisogno di staccarmi un po' da lei e dal nostro strano rapporto.«Che peccato. Sarà per la prossima volta», sorride e mi porge il piatto con la carne.
«Quel tavolo è quasi finito. Sta venendo uno spettacolo», mio padre, orgoglioso e felice entra in cucina e si siede a capotavola.
Si versa anche lui un po' di vino, poi mi dà una pacca sulla spalla.
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Io, tu e uno stage. (Primo libro)
RomanceCompleta - Primo Libro. Genere: erotico. *Tutti i diritti riservati.* Storia coperta da Copyright. *Certificazione Patamu.* ATTENZIONE: contenuto per adulti. Storia con scene di sesso e linguaggio esplicito. Jillian Smith ha 24 anni, è milionaria...