6. Non credo di tornare, stanotte.

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Jillian:

Se c'è una cosa che la mattina odio, è quando al posto della sveglia, sento l'aspirapolvere.

Lidia, la mia governante, è una bravissima donna che io adoro. L'ho assunta cinque anni fa, quando mi sono trasferita qui, ma le ho sempre detto che almeno il fine settimana, deve aspettare fino alle nove, prima di fare così tanto rumore.
Ma credo non mi abbia mai capito visto che parla spagnolo, quindi puntualmente il fine settimana, mi sveglio alle sette, quando invece potrei dormire almeno altre due ore.

Dato che ormai, sono sicura che non prenderò più sonno, mi alzo dal letto e raggiungo il bagno, dove mi spoglio completamente ed entro in doccia.
Apro l'acqua e mentre aspetto che diventi calda, i miei pensieri finiscono su Jamie.

Ieri quel gesto inaspettato, quando mi ha leccato via il sugo dal mento, mi ha lasciato completamente senza respiro.
Per un momento ho pensato mi volesse baciare ed è così sbagliato dire, che forse un po' ci ho sperato?

Faccio un lungo respiro e chiudo gli occhi, ora che l'acqua è calda posso rilassarmi, così dedico un po' del mio tempo a pensare al mio amico e a quanto io sia completamente fuori di testa.
Non mi piace essere in imbarazzo quando lui si avvicina o fa qualsiasi cosa, ma non ne posso proprio fare a meno. È più forte di me. 

Riapro gli occhi, prendo lo shampoo e finisco di fare la doccia, cercando di non pensarci più, almeno per un po'.

Una volta che mi sono asciugata i capelli, vestita e anche un po' truccata, finalmente sono pronta per andare da Jamie.
Ieri sera, abbiamo pensato di andare a trovare insieme, i nostri genitori.
Quindi visto che anche loro sono vicini di casa, faremo due soste.
Una dai miei e una dai suoi.

In quest'anno in cui lui è andato via, mi sento in colpa di non essere andata spesso a trovarli, ma la verità è che non l'ho fatto solo perché sentivo troppo la sua nostalgia e vedere i suoi, significava inevitabilmente pensare a lui.

Prima di uscire da camera mia, fisso la mia immagine riflessa allo specchio.
Da quando è tornato Jamie, ci tengo ad essere più carina e così sto iniziando a truccarmi quasi tutti i giorni, cosa che prima non facevo molto spesso.
Mi sento stupida a farlo, ma che ci posso fare se mi piace quando mi guarda?
Sono senza speranze. Lo so.
Siamo amici e devo mettermi in testa che non ci sarà mai nulla.

Per l'occasione, mi sono messa un vestitino nero attillato a maniche lunghe con calze trasparenti e delle décolleté a tacco medio.
In realtà sono abituata a vestirmi sempre un po' elegante, perché non posso fare un passo fuori da casa senza che qualche giornalista mi scatti una foto di nascosto, ma ora mi sento un po' a disagio.
Il fatto che debba vedermi Jamie, non c'entra assolutamente niente.

Provo a convincermi di questa cosa anche mentre esco da camera mia. Saluto Lidia e appena metto piede sulle scale, faccio un respiro profondo.
Scendo velocemente e busso alla porta del mio amico per due volte, prima che mi apra e appaia davanti ai miei occhi in tutta la sua bellezza.

I suoi capelli biondi sono alzati leggermente all'insù, la barba è più corta rispetto a ieri sera e il maglioncino nero con i jeans scuri e le scarpe bianche, gli stanno benissimo.

Prima di parlare però, i suoi occhi verdi percorrono tutto il mio corpo con estrema lentezza come se lo stesse studiando attentamente.
E io mi sento andare in fiamme sotto quello sguardo rovente, così mi schiarisco la gola e sorrido cercando di mostrarmi sicura di me stessa, anche se non posso fare a meno di chiedermi se gli piaccia quello che vede.
Anche se non mi importa. Ovviamente.

«Buongiorno! Andiamo?» Chiedo, in tutta fretta. 
Solo adesso punta i suoi occhi nei miei.

«Sì. Prendo solo il portafoglio e il cellulare e arrivo», si gira di spalle e fa quello che ha detto, quindi mi sposto quando arriva verso di me e chiude la porta di casa.

Io, tu e uno stage. (Primo libro)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora