19. Picchiami. Sono tutto tuo.

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Siete pronte ad urlare?!
Ecco come immagino Jamie 😏😏😏😏🤤🤤🤤🤤🤤
Dopo questa foto, voglio una marea di commenti!
Altrimenti non ne metto altre. 😏
Si. È una minaccia 😏

Se non vi piace, potete immaginarlo come volete 😍
Basta solo che nella vostra mente sia bellissimo😏

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Jamie:

Ci mancava solo la febbre...

Sono a casa da quattro giorni, senza uscire e se qualcuno di voi se lo sta chiedendo, no. Non ho visto neanche Jillian, tutto questo tempo.

L'ultima volta è stata appunto quattro giorni fa, quando l'ho incontrata davanti al portone di casa e ho anche avuto la brillante idea di baciarla, con il rischio di contagiare anche lei.
Ogni volta che vedo quelle labbra così invitanti, è impossibile resistere alla tentazione di non avvicinarmi.
Poi però ho voluto sfidarla, come faccio sempre e alla fine, le ho detto che non l'avrei vista fin quando non fossi guarito.

Ho mantenuto la parola?
Sì, mi sembra ovvio.

Quando mi metto in testa qualcosa, sono testardo come nessun altro.
Ma stare per qualche giorno senza vederci, forse è un bene, anche perché questi giorni sono preoccupato e soprattutto nervoso.

Il giorno che mi è caduto il telefono nel water, stavo messaggiando con Luca, e ora non riesco a non pensare a ciò che mi ha scritto.

- Ho qualche novità che non ti piacerà molto.

- Cosa è successo?

- Sono in ospedale. Mi sono beccato una pallottola nella spalla, come avvertimento.
Evidentemente sanno che mi sono informato su di loro e che sto preparando un piano.
Dobbiamo fare qualcosa, Jamie.
Non posso chiedere aiuto ad Antonio. La polizia gli sta alle calcagna. Rimani solo tu.

- Non posso. Lascia perdere anche tu.

- Lo fai per Jillian? Mi hai parlato così tanto di lei, che ho ancora il mal di testa.
Non la perderai, vieni solo per una settimana!

- La perderò invece, soprattutto se mi mettono dietro le sbarre, o peggio ancora, se mi becco una pallottola al cuore, come stava per succedere anche a te. Non posso lasciarla. Non ora.

- Okay. Questo vuol dire che è successo qualcosa tra voi.
Sei proprio un cazzone.
Non le hai detto nulla, vero?

- Sono cazzi miei, quello che faccio con lei. Quindi non metterti in mezzo. Comunque, no. Idiota.
Non le ho detto niente. E non dovrà mai saperlo.

La sua risposta non l'ho mai letta, perché subito dopo mi sono alzato di scatto, il telefono mi è scivolato di mano e non ho neanche visto dove è andato a finire, so solo che ho tirato lo sciacquone e l'ho visto sparire, risucchiato dall'acqua.

Ho imparato una lezione: mai usare il telefono mentre sei in bagno.

Adesso ho un cellulare nuovo e a mano a mano che stanno passando i giorni, sto sempre meglio.
Devo aver preso freddo, perché ho avuto la febbre a trentotto, con tanto di tosse e raffreddore, ma domani, dovrei essere in grado di tornare allo stage.

Sono le due di notte e io sono sdraiato sul mio letto. Non riesco a dormire, mille pensieri affollano la mia mente, soprattutto quei maledetti messaggi.
Luca ha rischiato di morire per un avvertimento, al posto suo ci sarei potuto essere io.
Non voglio che si faccia male, vorrei solo che lasci perdere, ma lo conosco. Finché non avrà sistemato tutto, non si metterà mai l'anima in pace.

Io, tu e uno stage. (Primo libro)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora