46. Il cuore spezzato.

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***Ma quanto è bella, Jillian? Se tra di voi c'è qualche ragazzo, beh, penso apprezzerà😂***

Jillian:

Spengo la tv con il telecomando e poi lo lancio sopra il divano, sospirando tristemente, dopodiché spengo la luce e me ne vado in camera mia, dove mi sdraio sul letto a pancia in su, a fissare il soffitto.

Jamie poco fa ha ricevuto una chiamata e non ho idea di chi fosse, perché non ha detto niente. Si è solo girato di spalle e con il telefono ancora all'orecchio, è uscito da casa mia e ha sbattuto la porta, senza neppure salutarmi.

Io sono ancora sconvolta dal nostro litigio e allo stesso tempo, anche confusa dalla sua ultima frase.
Cosa intendeva, quando ha detto di aver fatto qualcosa in Italia che non mi ha mai detto?

Sono curiosa e anche preoccupata, a giudicare dallo sguardo serio che aveva, ma ciò che in questo momento mi fa stare male, è quello che è successo tra noi.

Ho sbagliato e, gran parte della colpa, è mia.
Mi sono resa conto che lui aveva ragione. Ho comprato il suo appartamento per due motivi: il primo è che volevo che stessimo vicini, ma il secondo è che desideravo il meglio per lui e non sopportavo l'idea che abitasse in una casa piccola, quando io invece gli avrei potuto dare di meglio. Purtroppo ho ragionato in questo modo anche per la macchina.

Per gran parte della nostra vita, abbiamo vissuto dai nostri genitori e la casa dei miei, è enorme, mentre quella dei suoi, è molto piccola in confronto.
E così ho pensato che anche Jamie meritasse di avere ciò che avevo io.

Non l'ho fatto per cattiveria, ma l'ho comunque ferito, perché gli ho rinfacciato il fatto di essere più ricca, facendolo sentire come se fosse inferiore a me.

La mia famiglia mi ha sempre insegnato a non essere mai superba, vale a dire, dimostrarmi superiore agli altri, invece oggi lo sono stata.
Mi sono comportata come una bambina ricca e viziata e odio me stessa per questo.

Respiro forte e mi alzo dal letto, poi mi spoglio piano e piego i vestiti usati mettendoli sopra una sedia. Mi avvicino al letto, prendo il mio pigiama da sotto il cuscino dove lo lascio sempre e lo indosso.

Ogni movimento è lento, sia perché sono stanca, sia perché la mia mente è piena di pensieri e sto facendo tutto a rallentatore.

Spengo la luce e mi infilo sotto le coperte, girandomi di lato.
Chiudo gli occhi e mi addormento subito, ma il sogno che faccio per tutta la notte è sempre lo stesso: io chiedo a Jamie di restare e lui mi risponde che siamo troppo diversi.

La mattina dopo apro gli occhi svegliata dal rumore dell'aspirapolvere.
Lidia lavora anche il fine settimana e ormai questa è diventata la mia sveglia.
Oggi è sabato e io non so ancora come affronterò la giornata.
Devo parlare con Jamie e voglio cercare di risolvere, ma allo stesso tempo, ho paura che le cose possano precipitare ancora di più.

Prendo il mio cellulare dal comodino e sblocco lo schermo per controllare se ho messaggi, ma purtroppo non c'è niente.
Non mi ha cercato anima viva.

Faccio un enorme respiro ed entro su WhatsApp nel profilo di Jamie, poi guardo il suo ultimo accesso e risulta di cinque minuti fa, quindi questo vuol dire che è sveglio.
Il mio cuore batte in modo frenetico e provo a digitare sulla tastiera.

Buongiorno. Io ti volevo chiedere scusa per ieri. Mi sono comportata malissimo.
Ti va di vederci?

Lo scrivo, ma non lo invio. Scuoto la testa e lo cancello pensando sia una cosa stupida. Mi basterebbe scendere le scale per incontrarlo, eppure non so perché, mi ritrovo a riscrivere un altro messaggio.

Io, tu e uno stage. (Primo libro)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora