Jamie:
Ho fatto un piccolo e minuscolo errore e purtroppo, mi è costato parecchio caro.
Sono andato in bagno, lasciando il cellulare sopra la scrivania e di certo, non avrei mai immaginato che Jillian avrebbe spiato tutto.Non appena è andata via ho trovato gli ultimi messaggi scambiati con Luca, tradotti su Google e posso solo immaginare, come si sia sentita a leggere qualcosa di cui non era affatto a conoscenza.
Non ho mai mentito su ciò che facevo, tuttavia per un anno e mezzo le ho nascosto una parte della mia vita.
Non sono più quella persona che lei ha conosciuto, ma le esperienze che ho vissuto, mi hanno insegnato a essere più forte e non aver paura di niente e di nessuno, eppure, il mio timore più grande è sempre stato quello di perdere lei: la persona più importante della mia vita.Facendomi quelle domande dirette, mi ha messo alle strette e dentro di me ho pensato: o adesso, o mai più.
Le ho raccontato ogni cosa e a mano a mano che parlavo, mi sentivo più libero, come se mi stessi liberando di un peso enorme.
Vedere l'espressione triste del suo viso e l'incredulità che leggevo nei suoi occhi, però, mi hanno fatto sentire malissimo, colpevole di non averle confessato tutto, sin dall'inizio.
Sapevo che se un giorno mi avesse scoperto, sarebbe andata a finire così, ma un conto è immaginarlo, un conto è viverlo.Sono innamorato di lei e non voglio perderla, ma so che è già successo. Mi ha confessato di non fidarsi più di me ed è stato peggio di una pugnalata al cuore.
È andata via dall'ufficio e non è più tornata. Sono preoccupato e in ansia che le sia successo qualcosa.
Ho passato qui altre due ore, ad aspettare che tornasse, in modo da lasciarle il tempo di digerire la notizia, ma non è successo e devo assolutamente tornare a casa e cercarla.Esco velocemente dall'ufficio e cammino verso l'ascensore. All'interno c'è una ragazza.
Le porte si stanno per chiudere e quando mi vede arrivare, preme il tasto per riaprirle.
Mi affretto ad entrare e dico un «grazie», senza nemmeno guardarla in viso.«Io ti conosco», mi dice, con una voce allegra.
Mentre le porte si chiudono nuovamente, mi giro verso di lei e il suo viso lo riconosco subito. È la stessa ragazza che era in ospedale il giorno dell'incidente, la moglie del ragazzo in fin di vita.«Come stai?» fa un sorriso e io ricambio, anche se con uno molto meno allegro.
La mia voglia di sorridere, è pari a zero.«Ehi, ciao! Bene e tu? Tuo marito come sta?»
Osservo il pancione evidente e lei ci appoggia una mano sopra.
«Lui sta bene. È in ottima salute. Forse è stato un miracolo, ma si è ripreso completamente. Io e il bambino stiamo bene, adesso che tutto si è risolto».«Mi fa piacere», rispondo, sincero. «Ma lavori qui?»
Sorride e scuote la testa. «No, Derek è un dipendente di questa azienda. Lavora al piano di sopra. Sono venuta qui solo perché dovevo portargli il pranzo. L'ha dimenticato a casa. Da quando ha avuto l'incidente, tende a dimenticarsi le cose, ma non importa. Grazie a Dio sta bene ed è quello che conta».
Sono sorpreso, non mi aspettavo lavorasse qui.
«Certo. Sono contento per voi».«Anche io», replica, felice.
«Tu lavori qui, invece?»«Sì, faccio uno stage».
«Mi fa piacere averti rivisto».
«Anche a me», mentre parlo, le porte dell'ascensore si aprono e io esco di fretta.
«Scusa, ma devo andare. Ciao, stammi bene».«Anche tu, ciao». Sorride e agita la mano in segno di saluto.
Io mi giro e corro verso la porta principale, la apro ed esco fuori.
Raggiungo la mia macchina in pochi secondi ed entro dentro, per poi sfrecciare via, a tutta velocità.
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Io, tu e uno stage. (Primo libro)
RomanceCompleta - Primo Libro. Genere: erotico. *Tutti i diritti riservati.* Storia coperta da Copyright. *Certificazione Patamu.* ATTENZIONE: contenuto per adulti. Storia con scene di sesso e linguaggio esplicito. Jillian Smith ha 24 anni, è milionaria...