Capitolo 30

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Ashley's Pov.

Farfalle nello stomaco, ecco cosa provavo. Anzi, forse paragonare delle farfalle a quella sensazione travolgente e distruttiva, era un eufemismo. Ed ero sicura le mie guance fossero andate a fuoco, talmente le sentivo accaldate.
Inizialmente m'irrigidii e spalancai gli occhi, ero stata colta alla sprovvista e mai mi sarei sognata una cosa del genere; le sue labbra erano morbide e calde, non le mosse subito, forse non voleva mettermi pressione. Ma, dopo qualche secondo interminabile, con il cuore che esplodeva, mi presi di coraggio e ricambiai quel bacio. Non sapevo spiegarmi cosa mi successe, volevo solo godermi quel momento più di qualsiasi altra cosa. Le sue labbra sapevano di alcool, speravo solo non fosse così tanto ubriaco da non ricordarsi di quel bacio, sarebbe stato scorretto. Ma poi, pensandoci bene, come avrei mai potuto affrontarlo dopo tutto ciò? Forse sarebbe stato un bene se non l'avesse ricordato, avrei potuto tenerlo per me e basta. Scacciai via quei pensieri, volevo solo godermi quel momento.

Presi coraggio e portai le mie mani sulle sue guance, quel gesto seppur sciocco e normale, sembrò quasi infastidirlo considerando la sua mascella tesa, ma non mi disse nulla al rigurdo, né tantomeno cercò di toglierla. Le sue labbra si muovevano sulle mie mandandomi completamente in estasi, erano troppo belle per non essere baciate. Non mi sarei mai stancata e sfamata di assaporarle, erano irresistibili, proprio come lui. E forse stavo esagerando, credevo di essere impazzita a fare quei pensieri su uno come Harry, ma era ciò che provavo e lo pensavo davvero. Non mi è indifferente, continuavo a ripetermi con la paura di aver ragione quella volta, speravo soltanto di essermi sbagliata e che, forse, avevo sbattuto la testa da qualche parte. Era la seconda festa a cui andavo con il riccio sempre inagguato, ed era la seconda volta che cercava di portami via da Jack. Perché lo faceva? Ma la vera domanda era, qual'era il suo motivo per farlo?
Scacciai anche quei pensieri, più mi ripromettovo di non pensare a nulla e più i pensieri affioravano nella mia mente.

La sua lingua picchiettava sul mio labbro, ma non gli accosentii l'accesso per paura che volesse andare oltre. Il bacio era davvero dolce e desideroso al tempo stesso, e non mi andava di rovinarlo in alcun modo. Così, lui probabilmente percepì il mio disappunto, e con un gesto veloce portò la sua mano sul mio fianco e lo strinse con forza. Aggrottai la fronte e mugulai dal dolore, schiudendo le labbra leggermente. Ne approfittò di questo gesto per far incontrare le nostre lingue e per intensificare il bacio. Dal canto mio, continuavo a darmi della stupida per aver ceduto quasi subito, e quando cercai di staccarmi, mi afferrò dalla vita avvicinandomi ancora di più al suo corpo.

Le mie mani scesero sul suo petto, cercando di allontanarlo un po', ma lui con una sola mano, più grande delle mie messe insieme, mi afferrò i polsi e li portò giù per evitare di farmi muovere. La sua lingua si muoveva energicamente contro la mia, ed io non sapevo stare al suo passo.
Dopo qualche secondo... O forse qualche minuto, si staccò dalle mie labbra facendole schioccare, lo vidi strizzare gli occhi e portarsi le mani ai capelli tirandoli frustratamente.

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