𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞𝐬.
❝Quei maledetti occhi mi fottevano sempre. Ci facevo l'amore solo a guardarli. Mi sfuggivano sempre, eppure non smettevo di rincorrerli. Scuri come la notte, seducenti come serpenti. Tentavano perfino le più piccole fibre de...
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Sentivo l'ansia divorarmi mentre scendevo dall'auto. Eravamo faccia a faccia, sentivo la sua rabbia crescere ogni millesimo di secondo che passava, ed io mi sentivo sempre più impaurita dalla sua presenza. Per qualche strano motivo, Harry era ancora in macchina dietro alle mie spalle, che osservava la situazione con un sopracciglio alzato.
«Mike..» dissi con un filo di voce.
Lui continuava a scrutarmi dalla testa ai piedi e il suo sguardo cadde su Harry. Lo guardava fisso negli occhi e serrò la mascella, mentre aveva i pugni chiusi.
«Rispondimi!» mi urlò in faccia e d'istinto strizzai gli occhi facendo un respiro profondo.
Volevo scappare in quel momento, il più lontano possibile da lui. Mi impauriva quando era incazzato, perché ero consapevole del fatto che era capace di fare qualsiasi cosa, qualsiasi. Era capace di farmi sentire in colpa, di farmi impaurire, di farmi soffrire... Ed era capace anche di picchiarmi.
Si, a volte, quando litigavamo a causa sua, lui veniva a casa mia ubriaco fradicio ed iniziava ad urlarmi contro e se solo gli avessi risposto in un determinato modo che avesse potuto farlo incazzare, mi avrebbe picchiato senza farsi scrupoli.
«Io..» la mia voce tremava e non riuscivo a fare un discorso completo.
Le mie gambe tremavano, gli occhi iniziavano a pizzicare, preparandomi al peggio. Avevo il cuore che batteva fortissimo. Sentivo che da lì a poco sarei scoppiata.
Avevo provato più volte a denunciarlo, ma lui mi minacciava che se l'avessi fatto me ne sarei pentita più dei miei peccati. Abbandonai l'idea per paura, ero proprio una codarda, lo ammetto, ma non avevo nessuno al mio fianco che mi assicurasse che potevo farlo, che tanto avevo qualcuno accanto. Io ero sola e non sarebbe stato facile come bere un bicchiere d'acqua.
Mike mi fissava ancora più incazzato di prima, non gli avevo ancora risposto a quella sua domanda, cercai di farlo con disinvoltura, non facendogli percepire la mia paura. Ma fallii miseramente.
«Lui.. Lui è Harry. Un mio.. Amico.» balbettai.
Era la seconda volta che presentavo Harry come un amico. Forse perché ancora non lo conoscevo bene, ma quando in una frase c'era il suo nome e accanto la parola amico, mi suonava male, stonava tutto.
Mike iniziò ad insultarmi pesantemente e cercò anche di farmi valere una merda. Mi disse che ero una poco di buono, che mentre che io andavo in giro a fare i miei porci comodi lui soffriva per me, che voleva tornare con me. Mi disse che sarebbe cambiato e le solite frottole. Ad un certo punto smisi di prestargli attenzione, lui continuava a parlare, a blaterare tante fesserie, mentre io mi voltai alle mie spalle e vidi Harry scendere dalla macchina e appoggiarsi su di essa. Aveva lo sguardo scocciato, le mani a conserte e restò li a fissarci.