𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐒𝐭𝐲𝐥𝐞𝐬.
❝Quei maledetti occhi mi fottevano sempre. Ci facevo l'amore solo a guardarli. Mi sfuggivano sempre, eppure non smettevo di rincorrerli. Scuri come la notte, seducenti come serpenti. Tentavano perfino le più piccole fibre de...
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Era appena iniziato il mese di dicembre e quel giorno era il fatidico e tanto atteso giorno in cui io ed Emy stavamo preparando tutto l'occorrente per trascorrere quel fine settimana nella casa in montagna di Louis insieme al resto dei ragazzi. In valigia sistemai lo stretto necessario, a differenza di Emy che sembrava portarsi con sé la sua di casa.
«Davvero, mi sono limitata a portare solo tre maglioni, tre jeans, due pigiami, ovviamente l'intimo e i miei adorati calzettoni di Natale, i trucchi, due vestitini, un paio di tacch-» iniziò a blaterare a raffica, ma ringraziai mentalmente Liam che soccorse in mio aiuto interrompendo quella tortura.
«Non credi che abbiamo afferrato il concetto?» anche se ero seduta nei sedili posteriori potei notare, attraverso lo specchietto retrovisore, come cercasse di trattenere un sorriso divertito.
Lei arricciò le labbra in una smorfia indispettita. «Antipatico.» incrociò le braccia come una bambina e cercava di sembrare il più offesa possibile.
Liam alzò gli occhi al cielo contemporaneamente a me, mentre ridacchiava e scuoteva la testa. «Non cambierai mai.» affermò arricciando le labbra in su', non potevo non essere d'accordo con la sua affermazione.
Lei iniziò a blaterare e accusare Liam di oltraggio nei suoi confronti, mentre io spensi definitivamente il cervello e mi concentrai sui miei pensieri senza intromettermi nei loro disaccordi.
Osservai gli alberi fuori il finestrino scorrere velocemente fino a lasciarceli alle spalle. A quanto potei capire il viaggio non sarebbe durato molto, ma una parte di me avrebbe voluto il contrario; non solo perché l'auto mi aveva sempre trasmesso tranquillità e relax, ma anche perché sapevo perfettamente chi avrei incontrato a casa di Louis. Ovviamente, Harry.
Tirai un sospiro silenzioso e socchiusi per qualche attimo le palpebre. Incontrarlo nuovamente avrebbe significato sopportare i suoi sbalzi d'umore improvvisi, o peggio la sua indifferenza totale, e non sapevo nemmeno quale delle due cose fosse la peggiore. Inoltre, l'ultima volta che l'avevo visto, avevo tante domande da porgli, dubbi da chiarire per la mia curiosità insaziabile, ma non ci riuscii. No, perché le sue parole mi avevano colta alla sprovvista e non uscivano più dalla mia mente.
Non ho fatto nulla in particolare per ricevere ringraziamenti, anzi, credo di non aver mai fatto nulla di buono per meritarli.
Così aveva detto, ma a cosa si riferiva quando diceva di non aver mai fatto nulla di buono per meritare ringraziamenti? Forse non era una delle persone più facili del mondo, o una delle più estroverse che io abbia mai conosciuto, ma non credevo avesse fatto chissà quale cosa per dire una tale assurdità del genere.
Una delle poche cose che riuscii a capire di lui era il fatto che cercasse di mostrarsi strafottente davanti a tutto e a tutti, purtroppo però ero sicura che quella fosse solo una maschera. Non era di certo una cattiva persona, mi obbligavo a pensare diversamente; in fondo nei miei confronti mi aveva sempre aiutata anche con modi poco carini, nonostante alcuni battibecchi e la sua rabbia repressa. Perché si, credevo che quella fosse solo rabbia repressa, ma non sapevo a cosa fosse dovuta.