Capitolo 37

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«Ehi, Jack!» lo salutai con un ampio sorriso.

Per quanto potessi essere felice di vederlo, dovevo ammettere che in realtà ero rimasta un po' delusa, perché avevo sperato fosse Harry e non sapevo nemmeno il perché. Ma poi, pensandoci su, arrivai alla conclusione che non sarebbe mai potuto essere lui, in quanto non era per niente dal riccio fare queste sottospecie di sorprese.

«Wow...» disse scrutandomi dalla testa fino ai piedi, mettendomi in palese disagio. «Sei un incanto, questa sera.» continuò e, per qualche assurdo motivo, sbiancò di colpo. «Cioè... Non che le altre volte non lo sei, intendevo dire che staser-» provò a spiegarsi meglio, inciampando sulle sue stesse parole, ma lo zittii subito.

«È tutto okay.» cercai di rassicurarlo con un sorriso divertito. «Ho capito cosa vuoi dire, tranquillo... Non devi preoccuparti.» e lo pensavo davvero, Jack era una persona meravigliosa ed ero sicura che il tuo intento non era di certo offendermi, in alcun modo.

Lui sembrò rilassarsi mentre prendeva un respiro profondo. «Cavolo! Sono un completo disastro.» ridacchiò, contangiandomi.

«Un po', ma ti svelo un segreto...» mi avvicinai al suo orecchio. «Lo sono anch'io.» sussurrai ridendo e mi staccai subito quando la vicinanza era fin troppa, e per qualche ragione sembrava essere quasi opprimente, in un certo senso.

Non sapevo nemmeno il perché di quel mio gesto, forse Emy aveva sbagliato drink e mi aveva dato alla testa, ma qualunque fosse il motivo speravo solo che non avesse frainteso quel mio piccolo gesto improvviso.
Tornai al mio posto, in quello sgabello non troppo comodo e mi accorsi che Liam e la mora non erano più nei paraggi, ma in fin dei conti erano una coppia e c'era da aspettarselo che volessero stare un po' per conto loro.
Concentrandomi ancora sulla figura di Jack, lo osservai meglio mentre lui ordinava qualcosa da bere; i capelli rossastri erano in completo contrasto con la sua carnagione chiara, ed erano raccolti in un ciuffo alzato. Scrutai anche il suo abbigliamento semplice, ma veramente azzeccato per la persona quale era: indossava dei semplici jeans e un maglioncino marrone, e per finire in bellezza un paio di scarpe del medesimo colore. Stava bene, ed era un ragazzo veramente molto bello. Chissà quante ragazze gli correvano dietro, perché di certo non passava inosservato agli occhi di nessuno.

«Mh?» dissi distrattamente nel momento in cui mi chiese qualcosa, ma pensierosa per com'ero non me n'ero resa conto fin quando non mi sventolò una mano davanti alla faccia, imbarazzandomi parecchio.

«Ti avevo chiesto se ti andava di prendere qualcosa da bere.» mi riferì divertito dalla mia reazione.

Prontamente rifiutai, non avrei voluto esagerare, ma lui insistì così tanto che arrivò al punto di farmi annuire. Ordinò un drink per me, e lo lasciai fare. Se ne intendeva molto più di me in fatto di alcolici, e mi fidavo totalmente di lui.
Così, dopo qualche minuto, il barman dietro al bancone mi passò un bicchiere con un liquido trasparente all'interno, sembrava essere acqua. Ma mi ricredetti nel momento in cui lo portai alle labbra e ne presi un sorso per assaggiare, ed era forte, troppo forte per me. La gola iniziava a bruciarmi e tossii un po' cercando di alleviare quel bruciore, e forse in parte ci riuscii.

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