Capitolo 27

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«Emy, te l'ho già detto, non è successo nulla con Jack.» sospirai pesantemente, mi stava facendo la testa quanto un pallone con tutte le sue battutine e sghignazzamenti qua e là.

«Oh, andiamo! Credi davvero che me la bevo? Ti ha chiesto di rivederlo, cazzo. È un chiaro segno, Ash!» mi urlava contro catturando l'attenzione di alcuni clienti letteralmente sconvolti.

«Ammutolisciti.» sussurrai sentendomi in imbarazzo. «Non credo sia qualcosa di così tanto esilarante a tal punto da farlo sapere a tutti.» spiegai passando una pezza sul bancone.

«Okay...» iniziò facendo un respiro profondo e la guardai divertita mentre misi le braccia conserte. «Ti rendi conto di sparare cazzate? Non capisci... Quel ragazzo ti ha chiesto di rivederlo perché è interessato a te! Dio mio, Ashley.» si strappò letteralmente i capelli frustrata.

Feci spallucce per niente interessata a quella conversazione, probabilmente stava facendo film a colori com'era suo solito fare. A quel Jack stavo solo molto simpatica a tal punto da chiedermi di uscire nuovamente, niente di più, niente di meno.
Erano circa le tre del pomeriggio, anche quel giorno avevamo il doppio turno ed era da tutta la mattina che mi chiedeva continuamente cosa fosse successo tra me e lui. Le raccontai un po' tutto, come già avevo previsto si era rivelato molto simpatico e scherzoso, aveva sempre il sorriso stampato sul viso. Era una persona molto solare e allegra, insomma. Parlammo del più e del meno, mi raccontò un po' di se stesso: mi disse di abitare solo perché i suoi genitori volevano che diventasse più maturo e indipendente, lavorava fuori città ogni tanto, ma non entrò nei dettagli, probabilmente non era poi così importate. E mi disse di avere un gatto di nome Cat, scoppiai a ridergli in faccia appena me lo confidò, non era per niente originale come nome.
Dal canto mio, non gli dissi poi chissà quale segreto, raccontai di lavorare al Prestigious e della mia città natale Manchester, fortunatamente parlò di se stesso il più delle volte così da risparmiarmi i dettagli, alcune cose nemmeno Emy sapeva e di certo non mi andava di parlarne con un perfetto sconosciuto.

«Gli starò solo simpatica, e poi te l'avrò detto un milione di volte... Non ho intenzione di impegnarmi con nessuno al momento, perciò smettila di cercarmi il ragazzo del sogni.» la spinsi giocosamente dalla spalla e ridacchiai per la sua espressione buffa.

«E io te l'avrò detto un milione di volte che vorrei vederti finalmente felice con qualcuno a cui tiene a te.» si passò una mano tra i capelli. «E non ti azzardare a dirmi che lui non ci tiene a te, perché ti uccido con le mie stesse mani.» minacciò puntandomi un dito contro e ridusse gli occhi in due fessure.

«Oh, no! Vi uccido io con le mie stesse mani se ancora continuate a fare gossip al posto di lavorare.» si intromise Davis con le mani sui fianchi e un'espressione divertita. «E poi, Emy... Sei troppo inquietante con quella faccia, cambiala subito o mi farai perdere i clienti!» rise e la diretta interessata gliene dedicò una più inquietante della precedente.

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