Capitolo 42

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Harry's Pov

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Harry's Pov.

La vidi scuotere la testa dopo qualche secondo, per poi girarsi dalla parte opposta.

Il sorriso che avevo prima era inevitabilmente scomparso del tutto, e mi trattenni dal non sospirare.

Continuammo la nostra ricerca a quello stupido gioco in silenzio. Forse entrambi rassegnati a quel che era il nostro destino, anche se, a dire la verità, avrei voluto che quell'attimo non finisse mai.

E pian piano trovammo altri indizi, nei luoghi più assurdi. Louis doveva avere tanta fantasia, perché uno degli indizi lo trovammo nel pollaio di un contadino squilibrato e poco cortese.

Non conoscevo molto bene la zona, mi ero trovato lì in passato per altre questioni, non di certo per giocare ad una stupida caccia al tesoro.

Tuttavia non sapevo se esserne frustrato a morte o, al contrario, esserne felice di passare del tempo in compagnia di quella ragazzina ficcanaso e terribilmente imbranata.

Se ripensavo a quelle mutandine rosa decisamente imbarazzanti, ma allo stesso tempo quasi adorabili, non riuscivo a trattenere un sorriso spontaneo.

Quell'immagine mi torturava tutto il tempo che passammo a cercare il resto degli indizi. Mi distraevano, quelle sue guance ricoperte completamente dal rossore; il suo disagio palpabile e di nuovo quelle mutandine troppo caste.

Se ripensavo alla scena dove si era praticamente buttata in un lago in pieno inverno, non potevo fare altro che pensare al perché ci tenesse così tanto a quel gioco: di sicuro io non l'avrei mai fatto, non per quello almeno.

Mi aveva stupito e continuava a farlo.

La cosa ironica di tutta quella situazione era che aveva visto l'indizio nelle mie mani, prima di buttarsi, ma probabilmente l'aveva scambiato con il primo. E dovevo ammettere che mi ero comportato da vero stronzo a non dirle niente, ma era stata una cosa talmente divertente ed eccitante che non potevo rovinare tutto.

Mi piaceva. Da matti, oserei aggiungere. Mi piaceva persino quando metteva il broncio per ogni cosa, persino quando era irritata. Persino quando dormiva. E non riuscivo ancora a credere che avesse accettato di dormire con me, ancora una volta.

Il tempo passava, il sole era tramontato e mancava solo un ultimo indizio. O, almeno, così aveva scritto Louis in quello che trovammo poco prima.

Di tanto in tanto la osservavo di sottecchi e, ogni volta che lo facevo, la coglievo puntualmente a leggere l'indizio. Sbuffava spesso, era stanca e lo potevo notare dai suoi occhi. Al contrario mio, che più che stanco ero scocciato a morte.

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