Capitolo 22

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Corsi più veloce che potevo, anche quel giorno stavo intraprendendo una maratona per arrivare puntale al Prestigious. Sapevo che sarebbe successo, il giorno prima ero tornata tardi a casa e al posto di dormire, continuavo a pensare ad Harry e alle nostre risate che rimbombavano dentro la sua auto. Ero stata bene, mi piaceva passare del tempo con lui quando era di buonumore e sembrava essere molto simpatico in momenti come quelli. Non riuscivo a capire il perché un ragazzo come lui fosse così tanto scontroso, sembrava esserci qualcosa che lo tormentava ed era davvero un peccato.. Ma pensai anche che io di lui non sapevo un accidenti, e nemmeno lui sapeva nulla di me e della mia vita.

Una volta arrivata davanti al Prestigious mi imposi di non badare a quei pensieri e soprattutto ad Harry che sembrava quasi non volesse uscire più dalla mia testa. Presi un respiro profondo cercando di riprendere ossigeno, fortunatamente abitavo lì vicino, altrimenti i miei polmoni non avrebbero retto ancora per molto. Entrai velocemente sentendo il rumore familiare della campanella sopra la porta, Davis l'aveva messa appositamente per quando io ed Emy finivamo il nostro turno, cosicché lui potesse sentire se entrava qualcuno mentre era in magazzino. Sapevo che lui lasciava il locale aperto anche di notte, non riuscivo a capire come potesse gestirlo da solo, mi spiegava che di notte non c'era molta gente in confronto alla mattina, ogni tanto passava qualcuno per una birra e credeva fosse una buona idea restare aperti il più possibile.

«Oh, buongiorno dormigliona.» fece il suo ingresso con uno scatolone in mano e un sorriso divertito.

Controllai l'orario dal cellulare, erano le 8:15 AM, sospirai frustrata, ero in ritardo di un quarto d'ora. Sapevo che Davis scherzava, ma non mi piaceva arrivare in ritardo, mi faceva sentire molto in colpa.

«Scusami davvero.. Ieri Emy aveva insistito ad andare a quell'incontro e siamo tornate a casa tardi.» mi grattai la nuca a disagio.

«Sto scherzando, Ash!» alzò gli occhi al cielo ridendo. «Ma dimmi un po' di quell'incontro... Com'è andata al vostro amico?» enfatizzò su quella parola e lo guardai leggermente confusa.

«Mh.. Bene, credo.» scrollai le spalle ed evitai completamente il suo tono di voce quando pronunciò quella parola. «Ha vinto lui. Anche se, devo ammettere, non mi piace molto come hobby

Lui ridacchiò senza aggiungere altro, così iniziammo a sistemare il locale che nel frattempo si stava riempendo di persone. Emily aveva il giorno libero e mi sarebbe mancata, però fortunatamente quel giorno avrei finito il mio turno all'ora di pranzo e il giorno seguente avrei avuto la giornata libera.
Sorrisi di rimando ad un anziano mentre mi ringraziava per il thè caldo che gli porsi. Mi piaceva avere persone intorno, sentirle parlare e vedere come ogni persona era diversa dall'altra, non solo fisicamente, ma anche caratterialmente. Immaginavo le loro vite, i potenziali lavori che avrebbero potuto svolgere e se avessero avuto una famiglia perfetta.
Tirai un sospiro malinconico quando pensai alla mia vita, non avevo nessuno al mio fianco, i miei genitori erano morti in un incidente quando ero ancora troppo piccola, l'unica ad essersi presa sempre cura di me era mia nonna. Ed era un anno che non la vedevo, avevo lasciato Manchester per iniziare da capo, una nuova vita, conoscere gente nuova e posti nuovi, soprattutto per prendermi le mie responsabilità e dipendere da me stessa, mia nonna aveva fatto davvero tanto per me e anche se diceva che non ero affatto un peso per lei, mi sentivo in dovere di cavarmela da sola. Ogni tanto ci sentivamo per telefono, mi mancava molto e giurai che quando avrei avuto un po' di tempo libero, sarei andata a Manchester per qualche giorno, così da poterla abbracciare e passare del tempo in sua compagnia.

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