Capitolo 35

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Strizzai gli occhi per lo spavento quando Luke prese una curva abbastanza stretta ad una velocità impressionante, e tirai un sospiro di sollievo nel vedere subito dopo un rettilineo, almeno non ci sarebbero state più curve pericolose.
Gemma, seduta nel sedile del passeggero anteriore, si girava i pollici con nervosismo e tanta ansia addosso, proprio come me.

«Puoi spiegarci meglio cos'è successo?» chiese mio fratello nel mentre sorpassava un'auto abbastanza lenta dinanzi a noi.

Lei sospirò rumorosamente, facendo scatenare in me una sorte di paura, forse non ero sicura di voler veramente conoscere il motivo del suo arresto, non mi sentivo pronta mentalmente. Avevo iniziato anche a farmi mille paranoie, pensando forse ad un furto, una rissa di troppo, magari un incidente stradale; ero arrivata al punto di pensare anche una cosa più grave, come ad esempio un omicidio, ma scacciai subito quei pensieri rifiutandomi di credere ad una cosa del genere. Non l'avrebbe mai fatto, ripetevo nella mia mente nonostante ancora non lo conoscessi affatto, quindi non mi sarei nemmeno dovuta meravigliare, se così fosse stato.

«Mi avevano chiamata dal carcere, questo pomeriggio, riferendomi che Harry si trovasse lì. Ma non mi accennarono nulla al riguardo.» spiegò in tono pacato e tranquillo, anche se sapevo bene che in realtà era tutto tranne tranquilla.

E come biasimarla? Era sua sorella, e gli voleva un bene dell'anima da quel che mi permisi di vedere, era normale preoccuparsi. Anch'io ero molto spaventata per lui, nonostante non avessi avuto nessun motivo valido per esserlo.

«Spero davvero che non si sia cacciato in guai seri, stavolta.» mormorò, facendomi accigliare alla sua ultima parola.

Si era cacciato in altri guai in passato? Arrivati a quel punto pensai fosse palese, ma in quali guai si era messo? E perché mai? Non riuscivo a capire cosa potesse averlo spinto a fare cazzate, e con cazzate intendevo anche le gare e gli incontri di boxe illegali. Ero ostinata più che mai a scoprirlo in un modo o nell'altro, e prima o poi ci sarei riuscita; tutta quella faccenda mi incuriosiva sotto sotto, non potevo più negarlo. Volevo scoprire tutto, qualsiasi cosa potesse farmi conoscere e comprendere quel ragazzo complicato. Pensai anche a quale potesse essere stata la sua vita passata, magari non ne aveva avuta una che si potesse definire tale. Se solo si fosse confidato con me, avrei potuto cercare un modo per aiutarlo, perché non volevo vederlo messo con le spalle al muro per quelle situazioni spiacevoli.

«Siamo arrivati.» annunciò Luke, parcheggiando accanto ad un marciapiede. Spalancai gli occhi nel vedere un grande edificio e, dall'aspetto malandato, intuii si trattasse del carcere. «Stai tranquilla, vedrai, troveremo una soluzione.» continuò guardando Gemma con un leggero sorriso di conforto, gesto che lei stessa si affrettò a ricambiare, anche se lievemente.

Dopo essere usciti dall'auto, riferii a Luke di entrare con lei, io sarei rimasta fuori perché non mi andava di mettere piede in quel posto. Lui annuì chiedendomi se fossi sicura e, quando lo rassicurai, i due entrarono lì dentro scomparendo dalla mia vista. Respirai a fondo fissando ancora una volta quell'edificio, era poco curato e dall'aspetto pensai sarebbe potuto crollare da lì a poco, considerando alcune crepe abbastanza gravi. La pittura era quasi assente, e le piccole finestre con le sbarre mi fecero capire subito si trattassero delle celle. Mi vennero i brividi a quella vista poco rassicurante, non era un bello spettacolo e sperai di vedere presto i due ragazzi con Harry uscire da quel cancello con del filo spinato, così da poter finalmente tornare a casa e cancellare, una volta per tutte, quello scenario raccapricciante dalle nostre menti.

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