Cap. 37

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Bustier - Qualcuno sa se arriveranno?

Alya - No Signorina Bustier.

Bustier - Ok, allora segno le assenze...Adrien Agreste e...Marinette Dupain-Cheng.


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La sveglia sul comodino emise i primi suoni segnando le 7:30 precise, quando una mano raccolse il cellulare per spegnerla. Marinette aveva dormito solo poche ore quella notte, tormentata da tutto quello che era successo la sera prima. Avrebbe potuto fare di più? Avrebbe dovuto rincorrerlo? No lui non voleva, per quanto difficile sia stato, rispettava la sua scelta.

T - Marinette...

Tikki si avvicinò alla sua portatrice posandosi sul cuscino accanto, asciugandogli le lacrime che avevano ripreso a scendere cercando, in qualche modo, di stargli vicina ed aiutarla in quel momento difficile. 

M - Se né andato Tikki...

T - Marinette... Adrien ha bisogno di tempo adesso, vedrai che tornerà da te...

M - Come fai ad esserne così sicura? - sussurrò tra le lacrime.

S - Marinette sveglia! - Sabine salì in camera andando a svegliare la figlia, trovandola seduta sul letto - Ehy Tesoro...che hai non ti senti bene? 

La madre della corvina era una donna dolcissima, che aveva un legame stretto con la figlia, tanto da capirla in ogni momento, così come successe quella volta. La vide fragile, seduta sul letto mentre stringeva il cuscino, con gli occhi ancora gonfi e ombreggiati, segno di chi non è riuscito a chiudere occhio.

S - Rimani a casa oggi, chiamerò io la scuola e se vorrai, dopo parleremo, ok? Dormi un po tesoro.

La donna scese in cucina richiudendo la botola dietro di se, sperando che la figlia riposasse visto lo stato in cui l'aveva trovata. Lei rimase li, immobile, a fissare la botola chiusa che veniva illuminata dai primi raggi del sole, così come la sera prima rimase ferma sul pavimento umido a fissare la scura figura di Chat Noir che spariva nella notte. Per la prima volta da quando era diventata LadyBug si sentiva sola, senza lui, il suo punto fermo, compagno di mille battaglie che era capace di ridarle forza nei momenti in cui lei, da sola, non riusciva. Adesso non c'era, e non sapeva quando e se lo avrebbe riavuto vicino a se.

T - Andrà tutto bene...riposa adesso...io rimango qui vicino a te.

La piccola coccinella posò dolcemente la zampetta sulla fronte di Marinette porgendole una carezza mentre lei tornava a sdraiarsi con occhi versi al soffitto. Sapeva di non doversi arrendere, sapeva che stava arrivando il momento di dimostrare davvero chi fosse, ma adesso, almeno per un altro pò, rimase a piangere per ciò che aveva perduto la sera prima, cadendo nel sonno accompagnata dalle lacrime.


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L'acqua scendeva abbondante inondando tutto sul suo cammino. Il cielo continuava il suo triste canto accompagnato da tuoni e fulmini mentre la tempesta nel suo culmine, avanzava, lasciando dietro di se solo tanta solitudine e devastazione.

Chat Noir saltava sui tetti allontanandosi il più possibile da quella torre che per tanto tempo era stata luogo di gioia condiviso con la sua Lady, adesso, era diventata il simbolo del suo dolore.

Il bastone argentato si allungava e ritraeva portandolo lontano, fino alla periferia di Parigi dove vi erano piccole case incastonate ai grandi prati verdi. La pioggia aveva reso scivolosa la terra dove il bastone posava per dargli lo slancio, esso non resse ad una grande pozza di fango, facendo terminare la corsa dell'eroe con un tonfo accompagnato da qualche capriola nel verde giardino. 

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