Cap. 46

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BIP...BIP...BIP...

"Che cos'è questo rumore..."

Quel suono fisso era diventato un tamburo nella mente di Marinette, tutto attorno a lei era freddo. Dei forti dolori venivano dal suo corpo al tentativo di ogni minimo movimento, la testa era pesante come le palpebre che cercava di aprire.

Attorno a lei vi erano sagome bianche che non riusciva  a distinguere bene mentre i suoi occhi cercavano di abituarsi pian piano al nero della notte: solo parte di ciò che la circondava era lievemente illuminato dal monitor accanto a lei che continuava a suonare insistentemente. 

"Dove sono...

Si voltò leggermente cercando di esplorare con gli occhi quel luogo: si trovava si un letto coperta da un lenzuolo bianco, dei fili uscivano dal suo petto coperto da un misero pigiama e un piccolo tubo bianco partiva dal suo braccio per terminare in una sacca di liquido poggiata ad un ferro sopra di lei.

"Un...ospedale? 

Aveva qualcosa a premerle sul viso, qualcosa di fastidioso che sentiva l'esigenza di togliere. Cercò di alzare la mano potendo sentire chiaramente ogni muscolo del braccio bruciare provocandogli dolore, si sentiva intorpidita, ma questo non gli vietò di alzare la mano e avvicinarla al volto per afferrare quell'oggetto di plastica stretto sul viso. Lo spostò sotto al collo godendosi dell'aria che andava a rinfrescare la pelle umida attorno alla bocca, tirò un forte sospiro cercando di alzare ambedue le braccia per potersi tirare su, ma si accorse che la mano destra era stretta in una dolce morsa.

Sabine stringeva la mano della figlia nelle sue mentre teneva la testa poggiata sul letto con gli occhi chiusi: il volto era visibilmente segnato dalle lacrime e delle ombre viola si annidavano sotto i suoi occhi.

"Da quanto sono qui? "

Si chiedeva Marinette alla vista della madre distrutta. Tentò di chiamarla con un filo di voce mentre le stringeva la mano per farla svegliare notando dei piccoli movimenti provenienti dal corpo della donna. Sabine aprì piano gli occhi volgendoli sulla figlia e non potè trattenere le lacrime nel vedere che dopo tanto, Marinette era sveglia.

S - MARINETTE! - Gridò alzandosi in piedi andando a stringere la figlia - Oddio Marinette sei sveglia! Sia ringraziato il cielo...

M - Mamma...mi fai...male... - sussurrò la giovane dolorante.

S - Non sai quanto ci hai fatto preoccupare! Avevo paura che non rivederti più! - disse singhiozzando.

Dal fondo della stanza si aprì una porta facendo entrare la luce dal corridoio: un grande uomo era rimasto immobile sulla soglia alla vista della ragazza sveglia.

T - Marinette...figlia mia!

Tom Dupain le corse incontro abbracciandola pieno di gioia nel poterla sapere finalmente salva. Nell'abbraccio della famiglia, la sua mente venne colpita da una fiumana di ricordi di quanto era successo e in quel momento, sentiva di voler vedere solo una persona.

M - Adrien...dov'è Adrien?

S - L'ho fatto tornare a casa Marinette, è una settimana che era rinchiuso qua in ospedale, aveva bisogno di riposare.

M - Telefono...

S - Cosa?

M - Dammi il telefono.

T - Tesoro, lo vedrai domani, non credi di dover riposare ancora e...

M - DATEMI UN TELEFONO! - le urla di Marinette si fecero strada nei corridoi richiamando l'attenzione di alcuni curiosi.

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