Cap. 43

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"Dove mi trovo"


Marinette non capiva dove si trovava, ma quella sensazione era piacevole: né caldo né freddo vi era attorno a lei, solo un senso di leggerezza come se fosse in mezzo alle nuvole.

"Sono davvero morta? "

Si sentiva fluttuare a mezz'aria nonostante il suo corpo era immobile e la sua testa era piena di emozioni contrastanti: si sentiva in felice per aver salvato Adrien, ma allo stesso tempo sentiva la paura crescere davanti a ciò che sarebbe successo da quel momento in avanti.

Il bianco davanti a lei si diradava lasciando spazio all'aula della sua scuola dove vi erano tutti i i compagni seduti a seguire una lezione: Alya, Ninò, Chloè e tutti gli altri erano li davanti a lei, compreso Adrien. Fece qualche passo verso di lui intenta a toccarlo quando tutto attorno diventò buio lasciandola ad una nuova sensazione di vuoto sotto i piedi. 

Un nuovo bagliore di luce trasportò la sua mente in un nuovo ricordo: Tikki che entrava a far parte della sua vita rendendola l'eroina di Parigi, LadyBug. Davanti a lei vedeva una Marinette impaurita, fragile e spaventata da quel piccolo esserino rosso, rendendosi conto di tutta la strada che aveva fatto, le decisioni che aveva preso, le lacrime e i sorrisi, tutto l'aveva resa più forte e portata a quest'ultima scelta.

Di nuovo il buio prese possesso dei suoi occhi facendola tornare in un clima di paura mentre una voce familiare suonava attorno a lei - Chi sono io...vediamo...chiamami Chat Noir! - Un corpo fluttuava davanti a lei: Chat Noir era li a tendergli la mano per farla rialzare dopo il loro primo incontro. Quanti no gli aveva detto senza sapere chi fosse, forse avrebbero passato più tempo assieme se solo una volta l'avesse preso in considerazione.

Un bagliore improvviso la costrinse a chiudere gli occhi portandosi le mani davanti al volto. Sentiva uno strano calore prendere possesso del suo corpo, seguito da un senso di pace che non aveva mai sentito prima. La luce sembrò affievolirsi tornando neutrale, inspirando profondamente Marinette decise di aprire gli occhi ritrovandosi nel nulla più assoluto. Una grande distesa bianca vi era tutto attorno, non si vedeva cielo o terra, non vi era orizzonte, eppure quel posto la faceva sentire in pace con se stessa. 

Voltandosi si accorse che poco lontano da lei, una piccola sfera di energia d'orata fluttuava in tutto quel nulla attirandola a se. Ogni passo in quella direzione faceva aumentare i battiti del suo cuore: non sapeva cosa fosse, ma sentiva che doveva vedere.

Si avvicinò quasi a toccarla e solo allora si rese conto che all'interno vi erano i corpicini stretti in un abbraccio di Tikki e Plagg, immobili uniti in quello che sembrava un sonno profondo.

M - Tikki! - allungò la mano intenta a toccare il suo Kwami, quando una voce alle sue spalle la bloccò catturando la sua attenzione.

??? - Ferma! Non toccarli! 

Marinette si voltò di scatto notando che non era sola in quel luogo sperduto: davanti a lei vi era una donna bionda, vestita di un lungo abito bianco che la fissava con due occhi verdi inconfondibili.

M - Emilie? - come un sussurro chiamò sul suo nome: Emilie Agreste era davanti a lei, viva.

E - Ciao Marinette, sono felice di poterti finalmente incontrare - le disse guardandola con un grande sorriso.

M - Emilie...ma...come fai a sapere chi sono?

E - Posto strano questo non trovi? Ho passato gli ultimi anni qua, da sola, accompagnata solo dai mie ricordi, costretta a vagare in un mondo vuoto, così vicina ai miei cari da poterli sentire, ma allo stesso tempo così lontana da non poterli toccare. - disse Emilie abbozzando un sorriso triste mentre guardava la ragazza davanti a lei.

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