Dietro Al Duomo

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Ore 22:30
Pov Tanc
Sono uno stronzo? Si, di prima categoria. Che altro avrei potuto dirgli? Insomma è uscito d'istinto, non vorrei mai che fosse obbligato a scegliere me e a perdere sua mamma, non me lo perdonerei mai.
Dovevo aspettarmelo, comunque. Ho rovinato un momento perfetto, di nuovo, per l'ennesima volta e mi sento una merda.
Decido finalmente di alzarmi dal letto per andare da lui e quando esco dalla camera il silenzio mi circonda facendomi sentire piccolo piccolo in casa.
Vado verso la cucina e sul frigo trovo un post-it che dal colore rosa, capisco subito essere di Lele.

"Siamo in duomo con gli altri, appena ti è passato il momento spara-cazzate raggiungici.
Lele"

Come volevasi dimostrare, non è incazzato, peggio. Mi rendo conto di averlo ferito e so benissimo che sceglierebbe me per sempre, ma la paura che lui possa tornare ad avere gli attacchi di panico perché potrebbe perdere la madre mi mangia dentro ed ora, nel bel mezzo della cucina, con le sue ultime parole in mano, mi chiedo perché di nuovo, io gli abbia solo detto ciò che pensavo, invece che aprirmi alle mie paure.
La mia mano destra si fa strada nei miei capelli fino a tirarli dalla disperazione e poi vado a prepararmi, devo sistemare le cose.
Esco di casa e un'aria gelida mi si schianta addosso facendomi rabbrividire. Comincio a camminare lentamente, ripercorrendo un discorso che devo fare, per lui, per noi. Devo, una volta per tutte, tirare fuori le mie paure e confrontarmi con lui, devo riuscire a parlarci senza alzare la voce, senza litigare.
Arrivo al piccolo bar dietro al duomo dove mi ha portato la posizione che poco fa mi ha inviato Gian e da lontano scorgo i miei amici, il mio ragazzo e in più Vale, Monte, Young e Lorenzo. Mi avvicino e appena Diego mi nota gli faccio segno di stare zitto per non farmi sentire ne vedere da Lele che al momento mi da le spalle. Annuisce e mi va l'occhiolino mentre io avanzo ancora di qualche centimetro per poi posargli le mani sugli occhi e abbassarmi al suo orecchio.
"Credo sia arrivato il momento di parlare" Sposta delicatamente le mie mani dai suoi occhi e si gira verso di me per poi annuire e alzarsi. Ci allontaniamo e arriviamo a una panchina poco lontana dal bar.
"Bhe ti ascolto Tanche" Dice dopo qualche secondo di silenzio e io mi volto verso di lui, che guarda davanti a sé le persone passare.
"Mi dispiace se mi sono fatto prendere dalle emozioni poco fa. Non intendevo dire ciò che hai capito, sono stato sopraffatto dalla paura e non ho dato conto a ciò che volevi tu, mi dispiace Le." Rispondo abbassando lo sguardo e con la coda dell'occhio noto che si gira verso di me.
"Quale paura?" Interviene alzandomi la testa e io gli faccio un piccolo sorriso che non accenna a ricambiare.
"Pensala in questo modo. Tua madre non ti accetta, tu decidi di stare con me, tua madre ti chiude la porta in faccia e tu ricadi in uno stato di depressione, come farei? Non riuscirei a sopportare di vederti morire giorno per giorno, tua madre è tutta la tua vita" Noto che i suoi occhi si chiudono appena per scrutarmi e poco dopo si volta tralasciando un leggero sospiro che suona molto ironico.
"Tanche tu non hai capito proprio un cazzo ve?" Inarco un sopracciglio confuso e lui si morde un labbro mentre io abbasso lo sguardo percependo la sua rabbia aumentare.
"No, non hai capito proprio un cazzo. Hai ragione, la mamma è sempre la mamma. Io la amo e per quanto possa essere difficile non averla più al mio fianco, la lascerei andare per te. Perché te lo ripeto per la milionesima volta, se mi amasse come dice, non mi chiederebbe di scegliere. Piccolo spoiler in caso succedesse: sceglierei te. Credimi, so che starei male se la perdessi, ma starei peggio se perdessi te, perché ricordati, che a farmi smettere gli attacchi d'ansia, non è stata lei" Si volta verso di me che ormai non riesco più a trattenere le lacrime. Sotto al suo sguardo mi sento così fragile che se in questo preciso istante mi toccassero potrei frantumarmi in mille pezzi  e lui, solo lui riuscirebbe a ricompormi.
Mi posa le mani sulle guance, asciugandomi le lacrime che ormai me le rigano e mi sorride.
"Sei un pezzo di merda lo sai?" Ridacchio e poco dopo sospiro rilassandomi, sentendo la sua risata.
"Grazie, ora mi sento molto meglio" Ironizzo e lui fa una faccia da cucciolo indifeso che mi fa sciogliere. Passano alcuni secondi in cui restiamo a fissarci senza dire nulla, a sigillare le nostre promesse d'amore e poi interviene.
"Non pensare mai più nemmeno per un secondo che tu sia in secondo piano. Perché vieni prima di ogni cosa, ogni persona. Vieni prima di tutto."

Spazio autrice❣️
Scusate il ritardo, ma è successo un po' un casino su Instagram che mi ha fatto veramente male, ma malissimo, alcuni di voi che mi seguite magari lo sanno. Sta di fatto che chiedo scusa, migliorerò, ve lo prometto.

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