Un Respiro In Meno

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Ore 16:45
Pov Lele
Erano tipo le 15:15 quando sono tornato a casa dall'ospedale e da allora non ho fatto altro che piangere in camera con Diego e Gian che tentavano di calmarmi, ma hanno fallito, perché dopo un'ora e mezza sono ancora qui.
Cosa ha fatto di male, mi chiedo, per meritarsi tutto questo. Avrei dovuto essere io su quel letto, in quella camera di ospedale tetra. Dovrei essere io, e invece c'è lui.
A Diego squilla il telefono e appena legge il nome si alza e esce. Sarà o Tancredi o il medico. Per forza.
Dopo circa dieci minuti rientra in stanza e sospirando di siede accanto a me. Lancia uno sguardo a Gian e lui lo abbassa sapendo, come me, che non arriveranno buone notizie.
"È appena entrato in sala operatoria, non riusciva più a respirare" Per l'ennesima volta, in due settimane, il mondo crolla. Si frantuma in mille pezzi e io non so più come ricostruirlo. Mi sento perso, vuoto. Perché non a me? Perché? Cazzo.
Ovviamente l'attacco di panico ci mette poco ad arrivare e mentre Gian mi scuote e riscuote cercando di svegliarmi dal mio trance Diego esce dalla stanza per poi tornare con le mie pillole in mano. Ma io serro la mascella, talmente forte che sento quasi i miei denti incrinarsi.
Cerca di farmi allentare la presa, parlandomi, cercando di tranquillizzarmi,ma le immagini di Tanc con il fiato corto, senza che sia stato un mio tocco a causarglielo, mi si schiantano davanti agli occhi senza che io possa fermarle.
Dieci minuti dopo riescono a calmarmi e Diego mi porta un bicchiere d'acqua.
Cominciamo a parlare, di tutto tranne che di lui, ma non ha comunque senso, visto che non ho altro in testa.
"Che ne pensi Lele?" Mi chiede Gian. Di che stavamo parlando?
"Eh?" Lo guardo confuso.
"Dicevo, che ne pensi se domani andiamo in ospedale a trovarlo?" Abbasso lo sguardo, non so se sono pronto. Insomma sta succedendo tutto troppo in fretta e io non riesco stare al passo con i tempi. Inconsapevolmente annuisco.

Ore 19:20
Pov Lele
Alle 18 ci siamo resi conto dell'ansia che girava in casa, perciò abbiamo preso la macchina eora siamo in ospedale, in preda al panico. Fra circa 20 minuti dovrebbe uscire dalla sala operatoria e finalmente questo incubo passerà. Sperando vada tutto bene.

FLASHBACK
Ore 16:20
Pov Tanc
L'infermiera mi ha appena lasciato la merenda e io comincio a gustarmi il mio schifoso budino al cioccolato. Bevo un po' d'acqua e mi sporgo verso il campanello per chiamare l'infermiera, per dirgli che ho finito.
Un dolore fortissimo comincia a salirmi sul petto quando la mia costola sfiora l'asse del letto e per un attimo vedo tutto bianco. Faccio un ultimo sforzo non riuscendo più a prendere fiato e riesco a suonare il campanello per chiamare l'infermiera. Appena entra mi guarda, spalanca gli occhi e urla il numero di un codice che non capisco e io comincio a non sentire più aria. Entra velocemente il medico che mi collega a un respiratore e abbassa il letto per farmi sdraiare. Non ho più le forze di restare sveglio, perciò mi lascio andare e chiudo gli occhi mentre il medico comincia ad intubarmi, poi buio.
FINE FLASHBACK

Ore 19:35
Pov Lele
La porta della sala operatoria si apre rivelando i medici che vengono verso di noi togliendosi le mascherine.
Aspettiamo che parlino ma dopo dieci secondi la pazienza di Diego vola via e comincia a sospirare forte.
"Bhe avete intenzione di parlare o dobbiamo sta qua a distruggerci mentalmente?!" Gli poggio le mani sulle spalle e guardo il medico che abbassa lo sguardo.
"Durante l'operazione abbiamo dovuto rianimarlo più e più volte, stavamo per perdere le speranze quando ha ricominciato a respirare, perciò abbiamo continuato. Ora è stabile ma dobbiamo tenerlo monitorato. Fra circa due/tre ore dovrebbe svegliarsi dall'anestesia." Annuiamo e ringrazio il medico tirando un sospiro di sollievo.
Dopo un'oretta chiedo all'infermiera che controlla Tanc ogni mezz'ora se posso entrare a vederlo e lei dà un'occhiata all'interno della stanza e annuisce sorridendo.
Apro piano la porta e la richiudo dietro di me per poi sedermi accanto a lui. Gli stringo la mano, fredda come il ghiaccio, è pallido, immobile e fa un male tremendo vederlo così, ma devo essere forte perciò trattengo le lacrime.
Sono le 21:30, sto per addormentarmi con il gomito sul bracciolo della sedia e la guancia schiacciata sul mio pugno quando Tanc comincia a mugugnare qualcosa. Mi avvicino di scatto riprendendogli la mano che ha ripreso un po' di calore.
"Hey" Sussurro e lui apre i suoi piccoli occhi sbattendoli un po' di volte per poi posarli su di me. Sorrido sentendo il mio cuore scaldarsi e battere forte. I miei occhi si inumidiscono e non riesco a tenere le lacrime. Appena se ne accorge, alza lentamente la mano e con il pollice ne asciuga una. Per poi sorridere.
"Ciao le" Mi alzo e gli bacio la fronte.
"Avevo tanta paura" Confesso accarezzandogli i capelli. Lui mi guarda e sorride di nuovo.
"Continuerò a romperti il cazzo per tanto tempo per tua sfortuna." Sforza una risata e io lo seguo.
"Bhe menomale, non so come farei senza le tue sbroccate mattutine perché Gian lascia le mutande per terra nel bagno" Ridiamo e rimaniamo qualche secondo a guardarci quando la porta si apre rivelando l'infermiera.
È passata ogni mezz'ora a vedere come stava e non posso fare altro che ringraziarla.
"Allora Tancredi come ti senti?" Alza lo sguardo al soffitto e ridacchia.
"Come uno che è stato investito e poi ha smesso di respirare" L'infermiera ride scuotendo la testa e io faccio lo stesso. Ormai lo sanno anche tutti i componenti dell'ospedale che è un caso perso e io non potrei essere più felice della sua battuta. Amo il suo sdrammatizzare anche nei momenti più difficili. Riesce a calmare tutti.
Riesce a calmare me. E la sua risata, il suo sorriso...la fine del mondo.

Spazio autrice❤️
1001 parole per voi, cosa ne pensate? Volete sapere se uscirà dall'ospedale o no? Fatemi sapere cosa sperate che succeda❤️

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