Fotografia

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Ore 14:45
Pov Tanc
Una scarica di adrenalina che si propaga fin dentro le ossa e non se ne va più.
I suoi occhi, due pozze color cioccolato affondate nelle mie iridi verdi, troppo fragili per sostenere quei punti così scuri, dall'altra parte della strada, mentre cerca una qualche posa per una foto con Diego.
Uno shooting inaspettato, un messaggio di Jacopo 5 minuti prima che Cori suonasse il campanello di casa nostra e mi trovassi davanti il mio bellissimo e trasandato ragazzo, sempre che lo sia ancora.
"Tanche svegliati, sorridi" Sorrido alla macchina che scatta con un flash che mi acceca, chiudo gli occhi ma lo vedo comunque, un giramento di testa che mi fa traballare e un brivido che mi percorre la colonna vertebrale quando sento il suo profumo, troppo vicino a me, quasi come avercelo impresso nei vestiti.
"Sei vivo" Sussurro, con la sua presenza che pesa alla mia schiena, il suo respiro calmo, e la sua ombra sull'asfalto che copre la mia.
"Sono vivo, il cuore batte, i polmoni funzionano" Sorrido inconsciamente e lentamente mi volto, per perdermi per l'ennesima volta in lui, nei suoi occhi che al sole prendono un colore caramellato, nei suoi capelli, tintidi nero, spettinati sul ciuffo per ogni volta che se li tocca, nelle sue labbra, che non tardano a premere sulle mie quando leggermente mi sorride.
"Respiro alla grande" Sussurra ancora sulle mie labbra e non abbiamo nulla da dirci. Ogni volta la stessa identica storia, ci bastano quattro parole messe giù, a caso, due paia di occhi, e due cuori che battono all'unisono quando l'un l'altro ci sorridiamo.
"Vieni con me" È sotto la leggera pioggia che sta cadendo che lo prendo per mano e comincio a correre, mentre dietro di me ride e Dio solo sa quanto io ami questi piccoli momenti, dove dopo un litigio, anche di giorni, basta poco, veramente poco, per ritrovarci negli stessi occhi, nelle stesse labbra, nello stesso profumo.
Arriviamo in un edificio abbandonato e prima di fare la prima rampa di scale che portano al terrazzo, lo appoggio al muro e lo bacio, è un fulmine che non smetterà mai di illuminarsi con il cielo sereno della notte. È il mio fulmine. Quello che anche durante i periodi più bui, illumina tutto. È lui, solo lui.
Forse abbiamo corso troppo, finendo per ferirci entrambi e stavolta, credevo vivamente di averlo perso, di non poterlo più baciare, guardare negli occhi. Credevo seriamente di non poterlo più amare, ma come mi disse una volta mio nonno "la vita è come una fotografia, se sorridi viene bene". Facciamo questa foto, Lele, fai come fanno ai bambini per farli sorridere, mettiti accanto al fotografo e guardami. Finirò con il sorridere pure io.

Spazio autrice🌹
Corto ma sostanzioso.
Grazie per le 200k letture, vi amo.

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