Non Doveva Andare Cosi

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Ore 22:45
Pov Tanc
Quando Lele se ne va, decido di prendere da bere. Dopo che il barista mi porge il bicchiere, comincio a sorseggiare il mio mojito e mi giro a cercare Lele per paura che faccia cazzate.
Non può essere..
Il bicchiere che ho in mano si frantuma in mille pezzi accanto al mio piede, facendo saltare qualche scheggia nella caviglia nuda. Non fa male, fa male altro. Il bicchiere non è stato l'unico a spezzarsi. Non ci posso credere. Non dovrebbe nemmeno farmi male, dovrebbe farmi piacere, sta finalmente baciando Cecilia, la ragazza che ama da tanto, dovrei essere felice. Giusto?
Ma fa male, fa un male assurdo.
Mi risveglio dal mio shock momentaneo, Lele mi sta guardando e io non posso reggere il suo sguardo felice. Decido di andarmene, ma appena cerco di muovermi, cado.
Due paia di mani mi sollevano e mi portano fuori e appena siamo sotto la luce del lampione vedo Gian e Valerio intenti ad aiutarmi. Guardo Gian e lui mi abbraccia, senza dire nulla, mi abbraccia forte e io scoppio a piangere. Non so perché ma scoppio a piangere. Un pianto liberatorio che mi obbliga ad urlare. Gian mi stringe ancora più forte e li mi calmo. Smetto di piangere, mi stacco e lo guardo.
Mi indica la caviglia e mi rendo conto di come è ridotta; il sangue continua ad sgorgare dalla mia pelle, ma io non sento nulla. Non fa male, né tanto meno sento il sangue scivolare.
"Tanc" Mi chiama Gian poggiandomi una mano sul collo. "Dobbiamo andare in ospedale, occorrono dei punti" Scuoto la testa e mi giro per tornare dentro, ma quando mi rendo conto della figura fin troppo riconoscibile di Lele davanti all'entrata del locale cambio idea e mi volto verso il mio amico che mi guarda preoccupato.
"Andiamo" Dico con un filo di voce.
"D'accordo, vuoi che vengano anche gli altri?" Scuoto la testa e indico Vale che nel frattempo si è messo a chiamare Sespo a dirgli che mi stavano portando via.
"Vale" Lo chiama Gian. "Vuole che vieni pure te" E lui annuisce.
Gian mi è sempre riuscito a capire. Sarà perché ci conosciamo da tanto, o semplicemente perché siamo sempre insieme, condividiamo la camera, il letto...ma ci è sempre riuscito, come se un filo invisibile ci legasse.
Mi volto l'ultima volta verso Lele e lui mi guarda preoccupato, ma non voglio parlarci. Entro in macchina e Gian fa lo stesso al posto del guidatore.

Ore 23:30
Stiamo aspettando che mi chiamino per ricevere una visita. Gian sbatte ansiosamente la gamba e io con la mano poggiata sul ginocchio gliela stringo per fermarla. Vale intanto sta parlando con Sespo che vuole evidentemente capire cosa è successo. Dopo circa 10 minuti le porte dell'ospedale si aprono rivelando lui, con dietro le ultime due persone che ho voglia di vedere. Lele e Cecilia che si tengono a debita distanza, ma fa male comunque, la loro presenza. Perciò li ignoro.
Si sono ormai fatte le 23:50 e finalmente il medico mi chiama. Entro nella stanza e comincia a chiedermi cosa è successo. Dopo la mia spiegazione comincia a visitare la mia caviglia. Si toglie gli occhiali mettendoli nel camice e sospira.
"Servono dei punti, c'è una ferita abbastanza profonda. C'è bisogno prima di una radiografia per vedere se la scheggia è ancora presente e soprattutto se ha danneggiato il muscolo." Annuisco abbassando lo sguardo e lui mi guarda con attenzione.
"Vuoi far entrare un tuo amico?" Annuisco e dopo avergli detto il nome esce e a voce alta richiama l'attenzione del mio amico seduto con la testa fra le mani.
"Signor Gianmarco? Rottaro Gianmarco?" Gian si alza velocemente e si avvicina in ansia.
"Si?" Dopo non sento nulla ma il medico gli ha spiegato tutto perché lo vedo guardarmi e sorridere appena. Sa quanto odio gli ospedali, i medici, gli aghi, ho passato troppo tempo negli ospedali, a causa del mio fisico, mia madre pensava fossi anoressico. Mi ha fatto curare, parlare con psicologi, dottori, psichiatri, mi ha fatto iniettare cose per farmi salire di peso. Hanno fatto ricerche su ricerche quando hanno poi scoperto che era solo un problema genetico.
Perciò restare qua è brutto per me.
Entra e mi abbraccia e io ricambio forte.
"Andrà tutto bene fratello" Mi stacco e annuisco sorridendo. Mi da una pacca sulla schiena e si sposta quando un'infermiera si avvicina per farmi sedere sulla carrozzina. Quando esco noto Lele alzarsi di scatto ma Gian lo ferma prima che si avvicini per fare domande.
Arriviamo al reparto di radiologia e mi portano in una stanza con il macchinario per la lastra. Purtroppo Gian è dovuto rimanere fuori, ma il fatto che mi sia rimasto vicino fino all'apertura della porta mi ha dato forza. Gli ospedali mi mettono a disagio, mi causano attacchi di panico, e mi fanno sentire debole.
Mi sdraio e il macchinario comincia a muoversi mentre il braccio per la 'fotografia' si sposta sulla mia caviglia. Quando finiamo, il medico mi porge la busta contenente i risultati e usciamo. Gian è ancora lì. È sempre qui.
Andiamo verso la stanza iniziale dove sono presenti gli altri e ci fermiamo lì. Vale e Sespo vengono da me. Cecilia se n'è andata, non c'è più. Lele mi guarda e sorride appena e io cerco di ricambiare, poi se ne va. Evidentemente Cecilia è fuori. Cominciano a tartassarmi di domande e dopo un po' il medico mi chiama. Entriamo e lui mi guarda sorridendo.
"Dobbiamo metterti dei punti" Sorride. Io annuisco e mi fa la stessa domanda di prima.
"Vuoi un tuo amico?" Annuisco e indico Gian. Va a chiamarlo e lui entra e si siede accanto a me sulla sedia mentre io mi sdraio. Mentre il medico mi fa l'anestesia e mette i punti Gian mi fa facce buffe facendomi ridere.
Quando finisce mi fornisce delle stampelle dicendomi di tornare fra una settimana per rimuovere i punti.
Firmiamo le carte della dimissione e finalmente usciamo.
Ci avviciniamo alla macchina e mi viene voglia di morire.
Cecilia è spiaccicata dal corpo di Lele contro l'auto, spiaccicata quanto le loro labbra e io lancio uno sguardo a Gian che mi volta e mi porta verso l'auto di Sespo. Gli chiede di portarmi a casa e lui annuisce mentre Gian va verso la macchina dove ci sono loro. Sono a pezzi. E non comprendo il motivo. Forse per paura. Lele è una delle persone più importanti della mia vita e da quando ci conosciamo non è mai stato fidanzato. Sarà paura di perderlo. Deve essere paura di perderlo. Altrimenti cos'è?

Spazio autrice❣️
Che succederà? Lele perdonerà Diego? E Tanc perdonerà Lele?

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