33. Qualche posto in più

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Drive - Jay Park

---giorno 0---

Yoongi Pov

Scesi dalla moto, togliendomi velocemente il casco e arruffando i capelli in un gesto istintivo.
Guardai poi la casa davanti la quale avevo appena posteggiato e sospirai, dato che da quando ero arrivato a Seoul, ormai due settimane fa, speravo che quel momento arrivasse il più tardi possibile.
Camminai lentamente fino al cancello, sistemandomi il colletto del giubotto in pelle, prima di citofonare.
Alzai lo sguardo sulla telecamera, quando si accese una piccola lucetta verde, segno che il proprietario fosse lì davanti.

Quando perse tempo ad aprire inarcai un sopracciglio.
"Dai, e che cazzo, apri, c'è vento" mi lamentai, sperando di risvegliarlo.

Finalmente dopo qualche secondo il cancello si aprì, e potei addentrarmi in quella casa che non mi era mancata affatto.
Trovai la porta d'ingresso aperta, quindi entrai tranquillamente senza crearmi il problema che non ci fosse nessuno ad accogliermi, e me la richiusi alle spalle.

"Yoongi" a scendere dalle scale, fu ovviamente Seokjin, a piedi nudi e con una delle sue solite vestaglie in seta, probabilmente senza nulla sotto.

"Seokjin" seguii il suo sguardo mentre si avvicinava a me, scrutandomi dalla testa ai piedi.

"Ne è passato di tempo..." si avvicinò ad un tavolo, da cui prese una sigaretta, per poi tornare da me "Hai un accendino, per caso?"

"Non fumo" risposi freddamente, cercando di cogliere qualcosa dal suo sguardo e dai suoi movimenti, tanto calmi quanto studiati.

"Pensavo che potessi ritrovartene uno della tua fidanzata" si avvicinò ad un cassetto, da cui estrasse un accendino in vetro.

Strinsi i pugni con forza ed ignorai la sua affermazione, giustificando il fatto che non sapesse cosa fosse successo in questi mesi.

"Oh- problemi in paradiso, Min?" rise piano, avvicinandosi a me, facendomi infastidire ancora di più.

"Non sono qua per parlare di lei" tagliai corto, facendo un paio di passi indietro in modo da sedermi sul divano "Vestiti, ti aspetto qua"

"Non ti sembro abbastanza vestito?" ridacchiò, sedendosi di fronte a me, su una poltrona in pelle "Ti distrae il fatto che io stia solo così?"

"Cristo Santo, smettila..." sbuffai pesantemente.

"Stavo dormendo quando hai citofonato, sai? C'è ancora una delle mie dipendenti nel letto, e adesso hai anche il coraggio di lamentarti del fatto che si intraveda un po' di pelle dalla vestaglia? Cos'è, con Soohyo le cose vanno male perchè hai cambiato gusti?" ghignò, spegnendo la sua sigaretta nel posacenere sul tavolino in vetro che ci separava, ed accavallò una gamba sull'altra, poggiando le braccia sui braccioli.

Feci finta di non sentirlo e sbuffai, non riuscendo già a sopportare la sua voce, nonostante fossi lì da cinque minuti.

"Ti ripeto che non sono qua per parlare di lei" riaffermai con freddezza, sistemandomi meglio, in modo da iniziare il discorso per cui ero là davvero.
Non mi fece scomodare, visto che fu proprio lui ad iniziarlo, ancora prima che io potessi rendermene conto.

"Sapessi cos'è successo sul divano su cui sei seduto..." sogghignò, portando la sua mano con uno sfarzoso anello a spostarsi i capelli.

"Che schifo, non lo voglio sapere" risposi, pensando che si riferisse ad una delle sue dipendenti, come le chiamava lui.

"Io credo che tu lo sappia già, per essere entrato a casa mia sul piede di guerra" non si starà riferendo a ciò che penso io, pensai.

"Che cazzo significa questo?" chiesi, assottigliando gli occhi, sentendo la rabbia prendere possesso del mio corpo.

Right Now // J.Jk~M.Yg ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora