37. Forziere

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MIROH – Stray Kids

---giorno 2---

Yoongi Pov

“Cristo... Non ce la facevo più” sospirai, poggiando la schiena su un muro, a pochi metri di distanza da quella casa.

“Lo sapevo” ridacchiò Ririn “Anch'io”

“La madre di Jungkook è un fottuto demone” la guardai, notando che adesso avesse preso la mia stessa posizione.

Mi diede ragione e continuammo a scherzare, finchè non le chiesi dove dovessimo andare adesso, non avendo alcuna voglia di tornare a casa.

“Neanch'io ho voglia di tornare a casa” sorrise lei, facendomi inarcare un sopracciglio divertito, al pensiero che le fosse già venuta qualcosa in mente “Tu non hai guardato fuori durante la cena?”

Notai che effettivamente io non avessi alzato gli occhi dal piatto neanche per sbaglio, avendo di fronte la madre di Soohyo.
Scossi la testa e la invitai a continuare.

“Avrai notato che davanti a noi c'era una finestra abbastanza grande, almeno...” continuò.

“Sì, l'ho vista sia prima di sederci, sia ogni tanto con la coda dell'occhio” le risposi, non capendo dove volesse arrivare.

“Io l'ho guardata più spesso di te” ghignò “Ed ho notato che esattamente in quel palazzo -indicò proprio quello davanti la casa della famiglia Jeon-, al quarto piano, una famiglia è uscita, ed avevano delle valigie, quindi evidentemente non staranno fuori qualche ora...”

“E quindi?” ghignai anch'io, nonostante avessi già capito dove volesse arrivare.

“Andiamo”

[...]

Entrammo grazie alla scala anti incendio, dopo aver scavalcato il grande cortile sul retro del palazzo.
Scoprimmo che ogni pianorottolo fosse occupato da un singolo appartamento, agevolandoci il lavoro, così da non rischiare di entare in un'altro piuttosto che in quello scelto.
Fui però titubante sul rompere un vetro, spaventato da un possibile allarme.

“Se suona l'allarme torniamo da dove siamo venuti, e fallirà il nostro piano” fece spallucce Ririn, tranquillizzandomi, dandomi poi un dolce bacio sulla fronte, proprio come faceva una volta.

Decisi quindi di entrare dalla finestra del bagno, sembrando quella più leggera, e probabilmente con meno possibilità di possedere un allarme.
Le diedi una forte gomitata, avendo ormai imparato nel corso degli anni, come distruggere una finestra senza far fare al mio gomito una fine peggiore.

Nessun allarme. Assurdo. Casa nostra per poco non ha dei cecchini sul terrazzo, pensai.

Infilai il braccio nel buco appena formato, ed aprii.
“Sì cazzo!” bisbigliai, sorridendo a trentadue denti.

Ci battemmo il cinque con così tanta forza che iniziammo a ridere, avendo fatto ancora più rumore del vetro rotto.

“Cazzo, anche noi siamo ricchi, ma siamo più modesti...” storse il naso, guardando l'esagerato arredamento del bagno: il luogo su cui mettemmo i piedi fu un'immensa vasca idromassaggio, situata su un ripiano più alto rispetto al resto del bagno, pieno di oggetti costosi che cozzavano con lo stile moderno del resto della stanza.

“Però la vasca idromassaggio mi piace” annuii a me stesso, dopo essermi guardato intorno “Ci sta”

“Io lo dico da una vita!” sgranò gli occhi, portandosi una mano sul cuore e facendomi ridacchiare “E voi stronzi avete sempre rimandato!”

Right Now // J.Jk~M.Yg ✔️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora