XIII

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"Doveva essere fantastico vivere qui..." borbottò appoggiando silenziosamente la sua testa sulla spalla del castano accanto a lui.

Aveva insistito affinché —nonostante il freddo— prendessero delle coperte pesanti e si sdraiassero sull'amaca a guardare il cielo stellato.

Capitava raramente di poter ammirare un cielo così bello e luminoso a notte fonda, quindi non voleva davvero perdere quell'occasione.

Tremò leggermente a causa del freddo, ma non si lamentò ad alta voce perché sapeva che altrimenti Jungkook lo avrebbe costretto a rientrare in casa immediatamente.

"Lo era, ho sofferto molto quando ci siamo trasferiti a Seoul" annuì leggermente, quel posto, per quel poco che aveva visto, era davvero un piccolo paradiso, non si sorprese delle parole di Jungkook.

"...una volta sono addirittura scappato di casa e ho tentato di tornare qui" alzò leggermente lo sguardo per guardarlo, sentendo il suo tono così malinconico.

"Quanti anni avevi?" chiese curioso.

"Cinque, forse sei? Ero davvero molto piccolo al tempo" annuì leggermente, probabilmente era stato un duro colpo per lui trasferirsi a Seoul.

"Capisco..." borbottò soltanto, non sapendo che cos'altro dire in quel momento. Non disse nient'altro perché un forte brivido di freddo fece tremare tutto il suo corpo. Tentò di non farlo notare al castano, ma ovviamente questo se ne rese conto.

"Vieni qua, non voglio che tu muoia di freddo..." fu tutto ciò che gli disse prima di stringerlo sotto il suo braccio e fargli appoggiare la testa sul suo petto per essere più comodo.

Arrossì.

"Mi sono appena reso conto che non ti ho mai chiesto della tua famiglia..." si morse il labbro inferiore, la domanda che per tanto tempo aveva evitato gli era appena stata posta.

Abbassò lo sguardo, voleva parlarne con Jungkook perché sentiva di potersi fidare.

"Io...Io non-non ho un buon rapporto con i miei genitori —sussurrò dispiaciuto— a-a dire il vero non si può nep-pure dire che abbiamo un qualsiasi rapporto" nonostante stesse cercando di essere forte la sua voce lo tradì.

Si era ripromesso decine e decine di volte che avrebbe imparato ad affrontare tutto quel dolore prima o poi e a superare tutto, ma non ce la faceva.

Le parole dei suoi genitori erano ancora una ferita fresca, che era certo non si sarebbe mai rimarginata.

"Cristo, mi dispiace non avrei dovuto chiedetelo" disse immediatamente il castano, poteva sentire la preoccupazione nella sua voce. "Cambiamo argomento, mh?"

"No...No, voglio raccontarti, voglio che tu sappia." insistette subito "...tu hai condiviso praticamente tutta la tua vita con me, voglio fare lo stesso"

"Okay, ma se ti fa soffrire, allora non farlo." gli disse , accarezzando il suo viso con la punta delle dita "non voglio che tu soffra Tae"

"Solo-solo Jimin e Namjoon sanno di quello che mi hanno fatto i miei genitori. Non...credo di non aver mai avuto il coraggio di raccontarlo ad altri."si fermò qualche istante.

"Quando ho detto che Yeontan è ciò che ho di più simile ad una famiglia, non stavo esagerando"

"Io...uhm, i miei genitori mi hanno-aish lo odio... —si lamentò quando spesse lacrime abbandonarono i suoi occhi— i miei genitori mi hanno cacciato di casa quando-quando hanno scoperto che-e sono gay" era difficile per lui pronunciare ad alta voce quelle parole, soprattutto dopo che aveva avuto modo di sentire quanto la famiglia di Jungkook fosse stata comprensiva con lui.

𝘝𝘦𝘵 ♡ 𝐣𝐣𝐤+𝐤𝐭𝐡  [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora