XXXVII

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Ormai era passata più di una settimana da quando Jungkook aveva abbandonato il proprio appartamento, lasciando Taehyung da solo in quella casa stranamente troppo grande per lui.

Il biondino si sentiva ogni giorno in più un estraneo in quella casa, un intruso. Lui non meritava di essere ancora lì, lo sapeva, ma aveva bisogno di parlare con il castano e credeva che il modo più semplice fosse semplicemente aspettare che lui tornasse.

Non sapeva quanto tempo sarebbe passato prima che accadesse e non sapeva neppure come avrebbe reagito quando lo avrebbe trovato ancora lì nel suo appartamento, ma aveva davvero bisogno che Jungkook lo ascoltasse.

Non poteva dirgli la verità, altrimenti Hoseok lo avrebbe ucciso, ma poteva scusarsi con lui e giurargli che un giorno gli avrebbe detto tutta la verità, magari dopo essersi liberato del mostro che continuava a ricattarlo.

Non andava al lavoro da più di una settimana, ignorava in continuazione le chiamate ed i messaggi di Namjoon, si sentiva troppo in colpa per quello che aveva fatto. Probabilmente Hoseok aveva anche smesso di essere suo socio, ed ora il maggiore si trovava nei guai.

Guai che lui aveva causato.

Jimin era l'unica persona che tentava ostinatamente di stargli accanto, in quella settimana si era recato a casa di Jungkook praticamente ogni giorno. Sapeva che era Yoongi ad accompagnarlo, una sera aveva visto la sua auto parcheggiata fuori poco prima che il suo migliore amico suonasse il campanello, ma non aveva avuto il coraggio di dire nulla a riguardo.

Probabilmente Yoongi lo odiava con tutto se stesso, e questo per lui era più che comprensibile. Hoseok, invece, sembrava scomparso assieme a Jungkook, non aveva ricevuto alcun messaggio da parte sua dopo quella mattina e non si azzardava a scrivere qualcosa.

Non aveva niente da dirgli, se non di lasciarlo in pace oppure chiedergli cosa avesse fatto di male per meritarsi quel trattamento.

"Aish..." sussultò quando il campanello di casa suonò, chiaro segno che Jimin si trovava lì. Non poteva trattarsi del castano perché quest'ultimo aveva le chiavi del proprio appartamento, quindi non aveva motivo di utilizzare il campanello.

Si aggrappò con la mano destra al comodino e trascinò il proprio peso verso il bordo del letto. Non mangiava qualcosa di solido da diversi giorni, l'ultima volta che aveva tentato di farlo era finito con il vomitare tutto una decina di minuti dopo.

Sapeva che rifiutarsi di mangiare non lo avrebbe portato da nessuna parte, ma nonostante questa consapevolezza continuava ostinatamente a rifiutare tutto il cibo che Jimin gli portava.

Con un po' di fatica, rimanendo appoggiato alle pareti della casa, si trascinò fino alla porta principale e la sbloccò per il suo migliore amico. La prima cosa che vide fu la sua faccia preoccupata mentre posava di lato le borse e lo afferrava subito fra le braccia per impedire che cadesse.

"Ehi Tae, come stai oggi?" deglutì lentamente, la porta ancora aperta. Guardò fuori qualche istante, scoprendo che Yoongi era fuori, appoggiato al cancello mentre guardava il suo cellulare. Non lo degnò di uno sguardo, e forse era meglio così, perché non voleva che qualcuno lo vedesse in quelle condizioni.

Era letteralmente patetico.

"Perché fai questo per me, Jimin?" Sussurrò con un filo di voce, mentre camminava lentamente verso il divano, luogo in cui il biondino lo stava conducendo. Rimanere nella casa di Jungkook lo stava uccidendo lentamente, ma allo stesso tempo alleviava la sua sofferenza.

Li tutto parlava di lui, dalle foto sparse per la casa ai suoi vestiti nell'armadio, terminando nel suo cuscino impregnato del suo profumo. Si stava torturando da solo, lo sapeva, ma dormire in quel letto, dove aveva passato i migliori momenti della sua vita, impediva ai suoi incubi di perseguitarlo.

𝘝𝘦𝘵 ♡ 𝐣𝐣𝐤+𝐤𝐭𝐡  [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora