Questione di priorità

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Dafne

-Bastava un po' d'impegno Potter- sbottai acida.

Provavamo per quella dannata recita da una settimana.

L'indomani i nostri compagni sarebbero partiti per le vacanze di Natale, si sarebbero goduti il relax e la famiglia, ma io e Potter saremmo restati ad Hogwarts.

Avevamo accarezzato la possibilità di evitare quell'ulteriore seccatura, la professoressa Cook dopo tre giorni di prove ci aveva detto che ci trovava sciolti e che se le dimostravano che ci trovavamo a buon punto anche con la memorizzazione delle battute, ci avrebbe lasciati liberi di rincasare per Natale.

Io colsi la palla al balzo e studiai le battute per un intero pomeriggio, ma Potter come sempre mostrò tutta la sua pigrizia; come risultato la nostra esecuzione era stata un disastro.

-Siamo stati bocciati entrambi dalla Cook- mi rispose lui stizzito - quindi anche tu non hai fatto chissà quale performance-

- Infatti IO parlavo, ma uno non può dialogare da solo- gli dissi respirando profondamente per placare i miei nervi - quando qualcuno parla da solo che pensi? Non ti viene spontaneo pensare che quella persona sia pazza? Bene ecco cosa sembravamo, un muto e una pazza-

-Senti mi dispiace- mi disse piano - avevo gli allenamenti di Quidditch e lo sai che sono il capitano, non potevo lasciare la squadra sola-

-Potevi rimandare gli allenamenti a dopo le vacanze- gli risposi, scrollandomi di dosso lo stupore per quelle scuse.

- Devo preparare i nuovi schemi, avevo bisogno di riordinare le idee-  mi rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

-Sei impossibile- sbottai - era la nostra unica possibilità per tornare a casa e l'hai mandata a monte perché dovevi riordinare le idee-

Potter non rispose, incatenò i suoi occhi nei miei   e sostenne con fierezza il mio sguardo. Era come se cercasse un qualcosa in me, una risposta a qualche domanda che non riusciva a formulare.

-Non capisco perché ti arrabbi tanto- disse infine sottovoce.

-Mi arrabbio perché avevamo la possibilità di tornare a casa e siamo bloccati qui-

-Ok- disse lui - ma non è un dramma, che fa che non possiamo tornare a casa?-

Io mi stranì.

Non capivo, non riuscivo a comprendere perché lui non si preoccupasse minimamente della situazione.

-Non ti dispiace neanche un po' di non poter rivedere la tua famiglia per Natale?-

Lui scrollò le spalle.

-Tanto verranno sicuramente alla recita e poi tornerò per Pasqua, non vedo tutto questo dramma-

Sostenni il suo sguardo e abbozzai un sorriso sardonico.

-Ogni momento è prezioso- gli risposi indietreggiando - ma non te ne faccio una colpa, è una questione di priorità-

Girai i tacchi e me ne andai senza aspettare una sua risposta.

Note

Buonasera ❤

Ecco un nuovo capitolo, spero che questa storia vi stia piacendo un bacio 😘






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