Dietro un litigio

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Pov Dafne

Cercai di calmare il mio cuore.

Cercai di anestetizzarlo, ma non  ci riuscivo, faceva troppo male.

Cosa mi stava succedendo?

Cosa pensavo di trovare qui, in cima alla torre di astronomia, in piene vacanze natalizie, se i protagonisti erano Potter e Wislon?

Era logico che la scena che mi si sarebbe piazzata davanti sarebbe stata quella, dovevo saperlo prima ancora di vederla, eppure mi aveva fatto male.

Cercai di pensare che forse quella potesse essere pura rabbia, ma la rabbia non duole così.
Forse mi ero sentita arrabbiata all'inizio, ma ora non lo ero più.

Ora ero ferita, ma da cosa?

Era solo Potter.

L'arrogante, stupido, viziato ragazzo che si credeva chissà chi per il cognome  importante e per un po di talento per il Quidditch.

-Eccomi- mi disse la sua voce, che mi fece ridestare dai miei pensieri.

Lo guardai sottecchi e notai che aveva le guance arrossate, ma sul suo viso non c'era imbarazzo, ma  un perfetto ghigno strafottente.

-Andiamo- dissi incamminandomi.

-Mi ero completamente dimenticato che oggi dovevamo provare, scusa-

Mi voltai di scatto.

Sul suo viso c'era sempre quell'odioso ghigno, ma i suoi occhi sembravano sinceri.

Avrei voluto dirgli che accettavo le scuse, non volevo litigare con Potter, volevo che nei limiti del possibile le prove fossero serene; ma in quel momento fissando i suoi occhi rividi quella scena, lui e Wilson, il mio cuore sprofondò di nuovo e non riuscii a trattenermi, dovevo sfogare un po di quel dolore.

-Potter lo sai perché siamo rimasti bloccati qui?- gli chiesi acida - se non sai la risposta te lo dico io, siamo qui per provare, anzi siamo qui perché TU non hai imparato le battute prima che gli altri ripartissero-

- Non dare la colpa solo a me- mi rispose lui- anche tu hai sbagliato in quella prova, altrimenti tu saresti potuta tornare a casa-

-Io ho sbagliato perché tu non spiccicavi mezza parola-

-Senti- mi disse lui respirando per calmarsi- non voglio litigare, mi sono anche scusato e comunque le battute ora le so quindi non serve che proviamo di continuo, possiamo goderci le vacanze-

-Senti Potter- risposi piccata - i miei verranno alla recita e sanno che non sono potuta tornare a casa per le prove, io voglio che loro vedano una rappresentazione perfetta, non so tu per chi o cosa vivi, ma la mia vita appartiene alla mia famiglia e non li deluderò mai, neanche per questa stupida recita, quindi tu proverai tutto il tempo necessario perché sia perfetta-

Terminati di parlare con il fiatone.

Potter mi guardava sconcertato.

Io lo afferrai per la manica e iniziai a trascinarlo per il corridoio.

-A me- disse lui in un sussurro

-Cosa?- chiesi voltandomi

- La mia vita appartiene a me- mi rispose lui, per poi incamminarsi verso lo studio della professoressa Cook.

Note

Buongiorno ❤

Come state? Spero che questa storia vi stia piacendo un bacio :*

 DESTINY (James Sirius Potter)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora