[COMPLETA] Evelyn era la sorella minore di Daryl e Merle Dixon. Al contrario dei due fratelli delinquenti, Evelyn era una ragazza modello, un modello da seguire, fino a quando non si innamorerà del suo prof di ginnastica: Negan. Quando scoppierà il...
Negan mi aveva portato dal dottore, voleva che iniziassi il più presto possibile la "terapia". Ero sdraiata sul divano, Negan era seduto di fianco a me mentre il dottore faceva dondolare un ciondolo, lo guardavo finché non chiusi gli occhi: << Bene Evelyn, dimmi che cosa vedi >> << Sono a scuola. La preside ci ha appena informato che la gente è come impazzita e l'insegnante ci sta facendo uscire dall'aula, c'è tanta confusione nei corridoi, ragazzi che spingono, che danno le spallate. Mi hanno spinto giù dalle scale, sto rotolando, sembra che non voglia fermarmi, non so quante volte sto battendo la testa, c'è sangue, sangue ovunque >> a quella visione mi svegliai di soprassalto, pensavo di essere ancora a scuola e invece mi trovavo nello studio del dottore: << Come ti senti Evelyn? >> mi domandò il dottore andandosi a sedere dietro la scrivania: << Frastornata. Ho mal di testa >> << Evelyn aspettami fuori >> mi ordinò Negan, così feci, fuori ad attendermi c'era Arat con Judith: << Allora com'è andata? >> << Non lo so Arat! Ho ricordato solamente il giorno in cui ho perso la memoria >> << Dai pian piano farai progressi me lo sento >> avevo lasciato la porta socchiusa, l'aprii appena un po' per ascoltare la conversazione: << Che cosa fai? Se il capo lo scopre ci punisce entrambe >> << E chi ha detto che lo verrà a sapere? >> ci sporgemmo appena un po' per sentire cosa avevano da dire: << Allora? Qual è la diagnosi? >> << La botta che ha dato è davvero grave. Può avere piccoli flashback ma nulla di più. La memoria purtroppo potrebbe non tornale più >> << Che cazzo significa? >> << Quello che ha sentito capo. La memoria di Evelyn è persa. A meno che non riceva la stessa botta in testa che ha preso >> << Trova un'altra soluzione. Hai tempo fino a domani >> vidi Negan alzarsi e prendere Lucille, chiusi piano la porta e presi in braccio Judith: << Sta uscendo, forse è meglio che vai Arat >> la vidi correre via, appena in tempo perché Negan uscì fuori: << Allora? Cos'ha detto il medico? >> << Che stai migliorando bimba e devi andarci domani pomeriggio >> "Che bugiardo" << Ok. Porto Judith a letto... ah Negan? Grazie >> gli diedi le spalle e m'incamminai verso la mia camera. Judith si era addormentata, più cresceva è più assomigliava a Rick "Chissà cosa starà facendo in questo momento? Chissà Carl come sta? E Daryl? Mi mancano tutti" mi accovacciai sulla poltrona e non so come, ma finii per addormentarmi. Quando mi svegliai, ero sul letto distesa e coperta "Ma come ci sono finita qua?" Guardai sulla poltrona e c'era un Negan addormentato e indifeso, spostai le coperte e mi avvicinai a lui, volevo vederlo meglio, sembrava così innocuo e buono mentre dormiva "Con gli altri è un tiranno e si fa rispettare, perché con me è sempre dolce e carino anche se gli manco di rispetto?" Mi ero seduta sul bracciolo della poltrona e lo continuavo a fissare, l'unico ricordo che ho di lui è quando mi ha salvato la vita da quel ragazzo, volevo ricordare, ricordare com'era e come ci amavamo; senza volere gli sfiorai una mano, a quel tocco, mi tirò su di lui, lui era seduto in orizzontale, io semi sdraiata su di lui in verticale, le mie gambe toccavano il bracciolo: << Mi stavi guardando non è vero? >> divenni rossa e distolsi lo sguardo: << Oh eccome che mi stavi guardando bimba >> con due dita mi fece voltare il viso: << N-non è come pensi. Non ti stavo fissando >> << Allora cosa stavi facendo? >> << N-niente >> << Non vorrai di nuovo tentare di uccidermi >> << N-no! M-ma cosa ti viene in mente >> lo vidi sorridere, non il solito ghigno cattivo e calcolatorio, ma un sorriso diverso, caldo e amorevole: << Allora cosa stavi facendo? >> << S-stavo cercando di ricordare com'eri e com'era star con te >> avvicinò il suo viso al mio, era a pochi centimetri da me: << Vuoi che te lo faccio vedere com'era? >> sentivo il suo respiro su di me, il suo profumo mi inondava le narici, non sarei resistita ancora per molto, così mi alzai da sopra di lui e mi allontanai dall'altra parte della stanza, ma lui non cedeva, mi aveva seguito, mi fece voltare e mi spinse delicatamente al muro: << Perché continui a scappare da me Evelyn. Perché? >> appoggiò la sua fronte sulla mia e mi accarezzò i capelli
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<< Ho promesso che non ti avrei sfiorata nemmeno con un dito finché non me lo avresti chiesto tu >> si staccò da me e si stava allontanando sempre di più: << Negan >> lo chiamai ed egli si fermò, era quasi arrivato alla porta: << Baciami >> si voltò e mi fissò incredulo: << Ti prego baciami >> si mosse a velocità della luce e le sue labbra furono sulle mie, portai una mano sulla sua guancia
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Baciar Negan era come baciare un fantasma, ricordavi il suo tocco, i suoi baci, ma non ricordavi niente di più di quello, era come un fantasma per me, un fantasma che conoscevo più di quanto pensassi. Forse era lui l'amore che avevo perduto e che non ricordavo minimamente. << Evelyn è meglio finirla qua. Non so quanto potrò ancora trattenermi >> mi sussurrò sulle mie labbra: << Allora non trattenerti >> << Evelyn no! Sei troppo presa dall'atmosfera! So che dopo ti pentiresti, quindi finiamola qua >> << Un ultimo bacio? Ti prego Negan. Ho bisogno di te più che mai >> sembrava che l'avessi convinto, circondò il mio fianco e mi strinse nuovamente a se e trovai nuovamente le sue labbra sulle mie: << Capo? Abbiamo un problema >> alzò la mano per dire "un momento"
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Si staccò da me e guardò Simon: << Dimmi Simon! Qual è il problema? >> << C'è Rick qua fuori >> a quelle parole indietreggiai, finché non trovai il letto e mi sedetti, era come se le forze mi mancassero: << Ha tirato fuori le palle il coglione >> << È armato e ha con se un paio di persone. Rivuole Evelyn e la bambina >> << Arrivo subito >> Simon uscì e ci lasciò da soli: << Resta qui e non muoverti >> mi diede un bacio sulla fronte e uscì anche lui, conoscevo Rick, non si sarebbe mai fermato finché non otteneva ciò che voleva.