capitolo quattordici

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Si avvicina a me ed io di colpo mi allontano, non so come mai, ho seguito l'istinto.
Io: ehmm... Balliamo? - cerco di non pensare a quello che era appena successo e distrarmi.
Ha provato a baciarmi o è stata tutta una mia impressione? Forse sto esagerando. Me lo sarò immaginato.
Lui non sembra dare troppo peso alla cosa, infatti comincia a ballare tranquillo, col suo sorriso stampato sul viso.
O: belle scarpe.
Io: grazie, sono le mie preferite.
O: beh, ci stanno col tuo vestito - mi dice squadrandomi dal basso all'alto.
Io: stanno bene con tutto, le ho usate anche l'altro giorno quando sono uscita - mi blocco quando stavo per dire Tony.
Questa sera non era stato un mio pensiero, tranne ora.
Io: a proposito, come mai non c'è Tony?
O: perché no e basta - mi risponde in tono seccato - abbiamo un patto secondo cui non possiamo andare alle stesse feste per evitare di vederci... ma non parliamo di lui, per una volta che non è fra i piedi...
Io: e va bene, mister egocentrismo, parliamo di te allora... - gli dico scherzando - raccontami qualcosa.
O: ora sto cercando di ballare, non posso concentrarmi, ne riparliamo in macchina, ora goditi la musica!
Continuiamo a ballare per qualche minuto, dopodiché ci avviamo verso l'uscita.
Io: provo a chiamare Molly.
O: ok, io intanto saluto dei miei amici.
Io: Molly non risponde - dico avvicinandomi a lui ed al gruppetto.
X: ehi ciao bellezza, chi è la tua nuova tipa?
O: no, chiudi quella bocca ubriaco di merda, è la ragazza che ospitiamo a casa nostra.
X: almeno ti è capitata una figa!
Ondreaz lo guarda malissimo, poi guarda me e mi fa cenno di andare, così ci giriamo, lui non risponde nemmeno e ci avviamo verso la macchina.

Il viaggio di ritorno è stato abbastanza silenzioso, io guardavo fuori dal finestrino e ripensavo ai momenti appena vissuti alla festa.
Io: non è così male andare alle feste, devo ammetterlo.
O: non ci credo comunque che non ci andassi... sembravi a tuo agio quando ballavi con me prima.
Io: in realtà me la stavo facendo sotto dall'ansia e mi sentivo parecchio osservata...
O: quindi ballavi con me solo perché sono irresistibile - mi dice con fare orgoglioso ed ironico.
Io: irresistibilmente egocentrico e vanitoso - dico io per rimproverarlo.
Lui si mette a ridere mantenendo gli occhi sulla strada mentre io mi rigiro verso il vetro del finestrino di fianco a me.

O: attenta allo scalino - mi sussurra mentre lui chiude la porta d'entrata a chiave - ce ne sono altri tre lì davanti.
Io: ahi! - dico tappandomi la bocca con la mano per evitare di far altro rumore.
Lui si trattiene dal ridere ed io allora gli tiro una pacca sulla spalla.
Lui mi supera e mi afferra la mano per farmi strada al buio, visto che lui la conosceva meglio di me.
Arriviamo davanti alle nostre camere, lui mi guarda e non dice niente.
Io: buona notte Ondreaz... e grazie di tutto.
Lui ancora non dice niente, però non mi molla la mano, tiene stretta la presa e mi fissa negli occhi.
Si avvicina a me ed io indietreggio, lui con l'altra mano apre la porta di camera mia, ci ritroviamo dentro in un attimo e lui la chiude dietro di sè.
Io:...

that one guy // Lopez Brothers Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora