Sei la mia persona preferita

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Cadde a terra dallo sconforto. Si arrabbiò con se stesso. Cercò il più possibile di trattenersi e per fare questo strinse i pugni. Sempre più forte,fino a che le unghie non penetrarono a fondo della pelle.
Gaya era sulla brandella pietrificata con macchinari legati ovunque . Aveva i piedi attaccati alla porta da cui era entrata. L'auto si muoveva troppo e il dolore si intensificava . Dalla finestra posta sulle porte notò che l'auto prese una strada diversa da quella per andare in ospedale. Si agitò sempre di più,fino a che l'infermiere accanto a se ,dovette legarle le mani alla barella e iniettarle un tranquillizzante. Tutto si calmò .Sembrava di stare in paradiso. Non sentiva più nulla ,questa era la sensazione che voleva.
Arrivarono di corsa difronte alla The Umbrella Academy, cacciarono via la folla con le sirene e fecero entrare di corsa Gaya. Reginald li accolse silenziosamente e senza far rumore la portarono nella sala operatoria privata del sig. Hargreeves.
"Papà?" Cercò di dire Gaya.
"Iniettate"ordino Reginald indicando il sonnifero.
"No no cosa" urlò agitandosi .
Poi tutto buio.Nessuno ai piani di sopra sentì nulla.
Gaya dopo varie ore di intervento si svegliò.
Era confusa e addolorata. Aveva avuto bisogno di una trasfusione di sangue , poiché ne aveva perso parecchio . Le sua divisa era completamente strappata dal lato della ferita. Guardò il soffitto,chiedendosi il perché si trovasse a casa in quelle condizioni è perché nessuno era lì con lei.
Arrivò Pogo. "Signorina Gaya, come sta?"
"Pogo dove sono tutti?"
"Stanno bene,questo è certo , stia ferma"
"Come stanno? Perché non sono qui?"
"Vede, non sanno che lei è a casa,il sig. Hargreeves si è occupato di te"
"Papà ? Ma ho visto che c'erano dei dottori"
Pogo sorrise e se ne andò lasciando ancora più suspense. Poteva guardare solo il soffitto,a destra e a sinistra . Non riusciva a muoversi in quelle condizioni . Perché si trovava a casa? Perché non era in ospedale? E soprattutto,se era a casa,perché non c'era nessuno lì con lei, dove erano finiti i suoi fratelli.
"Pogo" urlò fermandolo . Lui si voltò .
"Dove sono tutti?" Chiese nuovamente più seria.
"Signorina ..."
"Basta ,è una semplice domanda con una semplice risposta"
"Sono qui , non sanno che ti trovi a casa" concluse pacificamente e proseguì .
Rimase lì per qualche minuto che sembrava un'infinità.
"Papà!" Esclamò la ragazza sdraiata .
"Numero 7, mi aspettavo di più da te, tutto quello che sai fare è prendere una pallottola, sai cosa costerà questo alla squadra?"
"Cosa intendi?"
"Rallenterai la squadra in missione"
"Ma io non posso andare in missione ,con tutta la buona volontà ,ma mi hanno appena sparato!"
"Basta lamentarsi ,inizia a prenderti le tue responsabilità ,per uno sparo di questo genere non si muore , tornerai in missione come gli altri"
Non disse nulla. Era impossibile dialogare con il padre . In una discussione vinceva sempre e solo lui. Anche con una pallottola , Gaya avrebbe dovuto combattere. Roba da matti.
Erano tutti riuniti nella stanza di Diego. "Non ce la posso fare" disse Ben.
"Ma ci rendiamo conto? Le hanno sparato!" Esclamò Allison.
"Sono i rischi del mestiere" contraddette Luther.
"Non fraintendetemi, sono dispiaciuto ,però prima o poi a qualcuno doveva succedere, li fuori non è un videogioco dove hai infinite vite"
"Si ma non doveva succedere, non succederà più" disse Diego sfidando il fratello.
"Quando tornerà?" Domandò terrorizzato Klaus.
Nessuno rispose . "Cosa significa questo silenzio?" Disse nuovamente .
"Non penserete che sia ..." continuò.
"No assolutamente no" disse subito Ben.
Cinque si teletrasportò davanti alla sua stanza .
"Cinque!" Disse Allison vendendolo . Lui fece finta di nulla. "Aspetta ,vieni" continuò ,ma lui non rispondeva.  "Allison lascialo stare" disse a voce bassa Klaus. "Non è il solo a non aver notizie di Gaya" alle parole di Luther Cinque di infuriò.
"Ora mi fai il piacere di chiudere quella bocca ,non voglio più sentirti parlare ,mai più"
"Cinque calma" tranquillizzò Ben.
"Non voglio stare un minuto in più qui"
Poi andò da Vanya. Aveva il bisogno di sfogarsi.
"Cinque"disse posando archetto e violino.
Lui non disse nulla si limitò a sedersi sulla sedia accanto alla scrivania. Picchiettava il piede sinistro ripetutamente sul pavimento:era agitato.
"Cinque è successo qualcosa ?"
"Non sai nulla?"
"No"
"Hanno sparato a Gaya, non so come sta ne dove sia"
"Oh ma è..." non riuscì a finire la frase poiché era troppo scioccata e non sapeva cosa dire.
"Come non sai dove si trova?"chiese lei .
"Sono sicuro che papà non l'ha portata all'ospedale ,ci scommetto il 100%. Non è da lui, non lascerebbe mai andate una come noi in un posto così comune"
"Hai qualche idea? Noi abbiamo una stanza,quella dove papà ci faceva le visite e vaccinazioni da piccoli"
"Cazzo vero" lei sorrise. Era da un po' che Cinque non stava un po' con Vanya. Un mese esatto. Lei diventava sempre più apatica e si isolava dalla famiglia.
"Vieni con me andiamo"
"Ma dove?"
"A cercare Gaya mi sembra ovvio!"
"Io non penso sia una buona idea" riprese il violino.
"Vanya, è nostra sorella,è stata sparata,non sappiamo in che condizioni è, e tu ti metti a suonare il violino? Io vado e tu vieni con me , è da un mese che non fai altro che isolarti da tutto e da tutti"
"Non posso fare le cose che fate voi ,ricordi?"
"Cazzate"
Lei non rispose e la sua espressione non cambiò, era sempre persa e distratta.
"Forse è meglio aspettare un po' ,vuoi parlarmi di lei? È da un po' che non ti sento dire il suo nome,è da un po' che non ti sento parlare"
"Tanto non ti importa" disse mettendosi la caviglia sul ginocchio opposto .
"No non è vero"
Lui sbuffò.
"Facciamo così ,io vengo con te se tu prima mi spieghi tutta questa storia"
"Si va bene. Non le ho mai detto nulla perché ho frainteso ciò che provavo,è mia sorella e sono preoccupato per lei perché non so dove sia o come sta" mentì perfettamente. Era un ottimo bugiardo.
"Non staresti così tanto male se succedesse a qualcun altro della famiglia,non sei così sensibile"
"Vanya smettila di rompere le palle,sei fastidiosa, non voglio più il tuo aiuto ,posso benissimo cavamela sa solo" e se ne andò usando i poteri.
Scese fino al piano sotterraneo. Faceva freddo,il sig. Hargreeves non tiene mai la temperatura così bassa.
Entrò di corsa nella stanza dove si pensava tenesse Gaya. Non c'era ,però c'erano tracce del suo passaggio: flebo,vari bisturi con attrezzi adatti ad estrarre un proiettile e materiale per ricucire la ferita . Lei era stata lì . Un po' si rincuorò vedendo comunque che il proiettile era stato levato e la ferita cucita, significava che stava bene . Ma dov'era?
Non si diede pace. Dove poteva essere? Partiamo dal presupposto che doveva trovarsi in un posto isolato , lontano da tutti e di sicuro con un lettino o una brandina. Sapeva bene dove poteva essere. Nella stanza dove avevano cercato Klaus quando era scomparso .  Si teletrasportò alla velocità della luce , cerco la stanza numero 7 e la aprì. Sapendo che non sarebbe più potuto uscire se non avesse avuto la chiave o qualcun altro avrebbe aperto la porta. Lo fece e lei era stesa sul letto . Bellissima . Pensò.
"Gaya"
"Cinque" era entusiasta di vedere il fratello .
Lui si catapultò verso di lei facendo attenzione alla ferita. La strinse forte .
"Cinque" iniziò a piangere cercando di fare più spazio possibile cosicché lui potesse sedersi accanto a lei.
"C'è stato un momento ,in ambulanza,in cui ho pensato con tutta me stessa di star per morire. Ero terrorizzata ,sentivo il proiettile che di smuoveva dentro di me in profondità . Vedevo il mio sangue ovunque , ero sporca persino in viso . Non respiravo più e a una certa ho pensato: è così che finirò di esistere? Poi mi sono ricordata che è questo a cui andiamo in contro ogni volta, è questo che farò per tutta la vita, devo smetterla di lamentarmi e iniziare ad essere più forte"
"Ma sei già fortissima,hai combattuto in modo eccellente"
"Ho pensato alla mia famiglia,persino a papà . Di quanto io sia grata per avermi fatto avere una vita così terribilmente complicata ma bella. Ho pensato a tutti i miei fratelli, compreso te, di quanto le cose tra di noi siano enormemente senza senso per chiunque possa vederle, ma un senso ce l'ha. Per me , cazzo ho quindici anni." Si fermò.
"Io ho quindici anni e mi piace mio fratello,da impazzire e mi hanno sparato volutamente. Sembrano entrambe surreali. Credimi se non ho smesso di pensare a te. Credimi se quando ti dicevo che ti odiavo ,stavo mentendo . Credimi se tua sorella ti dice che stavi per essere il suo ultimo pensiero prima di morire" finì di singhiozzare.
Lui si mise a piangere . Non disse nulla, nessuna parola poteva competere con il discorso che la sorella aveva appena fatto.
Si sdraiò accanto a lei. Silenzio.
Tutto sembrava così bello in quel momento che Gaya  per un istante si dimenticò della ferita .
"Sei la mia persona preferita" disse lui in lacrime.

"Noi Hargreeves"        The umbrella academyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora