16 gennaio 27 a.C. Nello stesso giorno in cui Ottaviano viene acclamato dal senato imperatore di Roma e assume il titolo di Augusto, due giovani convolano a nozze. Lei è Vistilia, primogenita della gens Vitellia, arricchitasi grazie alle guerre civili. Lui è Rabirio, primogenito della gens Romilia, una famiglia di nobile stirpe che vanta di risalire addirittura al primo re di Roma. Queste nozze sono l'occasione per le due famiglie di seppellire una rivalità dalle radici profonde, per iniziare a costruire una potente dinastia comune con l'oro dei Vitelli e il buon nome dei Romili. Per il bene superiore della concordia, la volontà dei due sposi è del tutto ininfluente. Ma quello che nessuno sa è che Vistilia è determinata a far durare questa unione il meno possibile. Solamente lo spillone affilato che nasconde nell'elaborata capigliatura conosce le sue intenzioni: impedire al novello sposo di superare la notte di nozze. La decisione di Vistilia scatenerà conseguenze drammatiche e, tra intrighi, complotti e tradimenti, le due famiglie si scontreranno in una guerra infida, dove la morale non ha voce e il prezzo da pagare è quello del sangue. Perché quando si lotta per il potere o si vince o si muore, e i bei marmi di Roma sono già pronti a risplendere del sangue delle due gentes.